“Lo scoglio ove il Sospetto fa soggiorno
è dal mar alto da seicento braccia
di rovinose balze cinto intorno,
e da ogni canto di cader minaccia”
Da i Cinque Canti di Ludovico Ariosto
Più prosaicamente immaginate un “panettone” alto 150 metri che si slancia verso il cielo, con una verticalità assoluta; alla sua convessa sommità, come quella di un panettone appunto, a quota 1172, un piccolo bosco chiamato il Giardino. Questo è il monte Procinto che si stacca dalla parete ovest del monte Nona, per proseguire, poi, con altre torri minori degradanti, da cui è separato dalla Foce dei Bimbi. La prima di queste è il Bimbo fasciato o torre Bacci, 994 metri, seguono poi il Piccolo Procinto 1140 metri e più isolata la Bimba detta anche l’Ignorante 989 metri.
È il paradiso degli scalatori: ogni suo lato offre, infatti, vie d’arrampicata con difficoltà fino al quinto grado, ma la sua sommità è comunque raggiungibile grazie ad una ferrata costruita nel 1893, la prima in Italia, adatta ai meno esperti, purché non soggetti a vertigini. Partiamo dunque da Massa e ci dirigiamo verso Seravezza. Proseguiamo fino a Ponte Stazzemese e subito dopo, sulla destra, imbocchiamo la via per Stazzema; superato l’abitato di Mulina, da cui si può accedere all’area archeo mineraria di Calcaferro, si prosegue ancora fino a raggiungere, prima di salire al paese, il bivio per Casa Giorgini. Ancora avanti fino alla fine della strada asfaltata dove, previo pagamento di quattro euro, si può lasciare l’automezzo parcheggiato per tutta la giornata. Da qui parte il sentiero CAI 5/6, che imbocchiamo e cominciamo a salire; dopo pochi minuti il sentiero CAI n° 5 si stacca sulla destra, mentre noi proseguiamo a sinistra sul n° 6.
È una vecchia mulattiera abbastanza ben tenuta che s’inerpica attraverso un bel castagneto; notiamo sulla destra due grotte le cui volte sono completamente annerite dal fumo alla base delle quali sono evidenti due crogioli manufatti, anch’essi completamente anneriti segno di probabili fornaci. Salendo ancora incontriamo la fine della strada sterrata che prosegue dal parcheggio, al termine della quale dopo poco superiamo la Casa Giorgini ora attrezzata a B&B.
Arriviamo quindi al bivio con il sentiero CAI n°121, che si stacca sulla destra; proseguiamo per alcune centinaia di metri e quindi lo abbandoniamo per risalire a sinistra verso la Foce dei Bimbi, che raggiungiamo non senza qualche difficoltà a causa del terreno instabile. Qui, senza la necessaria attrezzatura, diventa impossibile andare avanti.Noi, del resto, siamo solo degli escursionisti amanti del trekking, per cui ritorniamo sui nostri passi e proseguendo per il 121, incontriamo la deviazione per la Baita degli Scoiattoli.
Giungiamo ad un’ampia spianata, giusto sotto la Bimba, dalla quale si gode una spettacolare vista fino al mare; scendiamo di qualche metro fino alla Baita, che troviamo chiusa ed in evidente stato di abbandono; qui, sul lungo tavolo all’aperto, ci fermiamo per una breve sosta ristoratrice fra il panorama della vallata e la Bimba che incombe sopra le nostre teste.
Ripartiamo per scendere fino al Rifugio Forte dei Marmi, tenendo il Procinto sulla sinistra; sulle sue pareti verticali ci sono gruppi di giovani scalatori che si esercitano a salire, utilizzando vie già tracciate, ma comunque estremamente impegnative.
Vedere tanti giovani che amano la montagna fa veramente bene al cuore. Poco più avanti, ormai in prossimità del Rifugio, inizia sulla destra il Sentiero CAI 5bis sul quale, dopo pochi metri, si trova una vecchia fornace dove le pietre locali, ricche di carbonato di calcio, venivano trasformate in calce.
Ritorniamo sul 121 e sulla sinistra scende dal monte un ruscelletto di acqua limpidissima, che va a riempire una grossa vasca in muratura e subito dopo ecco un’antica “maestà”, provvidenziale rifugio per la sosta ed il riposo dei viandanti che percorrevano questi sentieri.
Arriviamo al Rifugio e qui, forse per il fatto che, finalmente, dopo lunghi giorni di pioggia, abbiamo una splendida giornata, sembra che si sia riunita mezza Versilia: intere famiglie con figli anche piccoli, gente di tutte le età e gruppi di giovani che rientrano dalle arrampicate mentre altri si apprestano a partire per cimentarsi con la montagna. C’è aria di serenità: lo si capisce dai volti tutti sorridenti. Sarà questo il vero miracolo della montagna?
È ora di rientrare alla base; abbandoniamo il rifugio e ripercorriamo a ritroso un breve tratto del 121 fino ad incontrare il sentiero CAI n°5 che scende sulla sinistra; è un sentiero di facile percorribilità anche se spesso ostacolato da grossi alberi caduti, a causa dei recenti eventi metereologici, che intralciano il cammino. In poco più di un’ora siamo al parcheggio; termina così una facile e piacevole escursione adatta a chiunque abbia voglia di fare una sgambata non impegnativa lungo un percorso ad anello lungo poco più di quattro chilometri, dislivello 468 metri con un tempo di percorrenza di circa tre ore (senza soste).
foto di Giovanni Viaggi