La malva (malva sylvestris) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia botanica delle Malvaceae. Il suo nome deriva dal greco malákhe che significa “molle” che si riferisce alle sue proprietà emollienti dovute all’alto contenuto di mucillagini. La malva è una pianta “gentile”: nel linguaggio dei fiori il suo nome significa “pacatezza”. La malva è diffusa in tutto il territorio apuano. Predilige i campi incolti, i bordi delle strade, i fossi ed è una pianta molto facile da reperire. Se ne utilizzano le foglie giovani e i fiori, quindi il periodo migliore per la raccolta coincide con la fioritura tardo primaverile-estiva. Numerose sono le proprietà riconosciute dalla medicina popolare alla malva: emolliente, calmante, antinfiammatoria, espettorante, antispasmodica e blandamente lassativa.
Ad esempio, le proprietà antinfiammatorie ed emollienti vengono sfruttate attraverso la preparazione di infusi e decotti e servono per alleviare, con uso interno, le infezioni del cavo orale e intestinale. Parliamo quindi di: bronchiti, tosse, infezioni alla gola, catarro, asma, gastrite. Per uso esterno, invece, si può utilizzare la malva come colluttorio: è efficace per gli stati infiammatori delle mucose della bocca, della gola, per il mal di denti e per le gengive sanguinanti. In questo caso, oltre all’infuso da utilizzare come colluttorio, si possono applicare direttamente le foglie e i fiori sulla parte dolorante, dopo averli schiacciati in un piccolo mortaio.
L’azione emolliente e lenitiva degli impacchi di malva è utile anche in caso di pruriti e pelle arrossata. Ad esempio, se fate una passeggiata e venite in contatto con l’ortica, cercate la malva e sfregatene le foglie sulla parte della pelle colpita. Noterete subito un rapido sollievo. La malva è adoperata anche come blando lassativo, essendo un buon regolatore della funzione intestinale. Ha inoltre un’importante azione protettiva sulla mucosa intestinale infiammata grazie alle mucillagini in essa contenute. Nel massese il decotto delle parti aeree era usato in impacchi oculari in caso di affezioni di tipo herpetico. Bevuto al mattino a digiuno è un ottimo depuratore epatobiliare. Con i fiori e le foglie si prepara un semicupo per lenire e curare emorroidi e ragadi. Sempre sotto forma di decotto può essere bevuto a fine pranzo in caso di aerofogia. Bere ogni mattina un decotto fatto con fiori di malva, foglie di salvia , rosmarino e radici di gramigna aiuta ad abbassate la pressione arteriosa. Le foglie possono essere raccolte in ogni momento, mentre i fiori vanno raccolti prima della completa fioritura. Entrambi, dopo essere stati raccolti, vanno lavati accuratamente, dato che l’ habitat della malva e la sua “ pelosità” contribuiscono a farne una pianta piuttosto “sporca”. Inoltre è una delle tipiche piante che i cani amano marcare con la propria urina, per cui è meglio evitare di raccoglierla in zone dove si possono incontrare cani.
Fiori e foglie vanno fatti essicare all’aria e all’ ombra hanno una stabilità ridotta per cui si degradano dopo poco tempo. In cucina si usano soprattutto le foglie o i getti giovani, che si consumano in semplice insalata. La malva ha un gusto forte, che non è gradito a tutti, perciò molti consigliano di mescolarla con altre verdure o erbe selvatiche, quali il tarassaco o la portulaca I suoi rami più giovani, dopo una leggera cottura, sono ottimi per essere usati come contorni. In questo caso basta condirli con olio, sale, aceto o limone.
In alcune regioni questa pianta viene usata come ingrediente per farcire la pasta ripiena, tipo i ravioli, oppure nell’impasto delle polpette o in sfiziose frittate. Alcune foglie di malva si possono aggiungere alle verdure del minestrone, alle zuppe, ai passati di verdura per la presenza di mucillagini rappresenta un ottimo addensante naturale anche se con un gusto particolare certamente non neutro. I fiori di malva, infine, possono essere mangiati pastellati e fritti