prima parte
Il 25 luglio del 1941, alle ore 18,30, nel silenzio della sera, dal porto di Augusta partì un piccolo convoglio militare con l’audace compito di svolgere un’azione che, se fosse andata a segno, avrebbe modificato il corso della guerra. Al seguito della nave appoggio Diana procedevano due Motoscafi Armati Siluranti appartenenti alla decima flottiglia MAS della Regia Marina Italiana, con loro alcuni barchini carichi di esplosivo e due siluri a lenta corsa, obiettivo: il porto di Malta.
La decima MAS anche detta X MAS o semplicemente decima, era una unità d’elite della Regia Marina Italiana, nata nel 1939, allo scoppio della seconda guerra mondiale ed era diventata famosa per alcune azioni ad alto rischio, tra cui quella che portò al danneggiamento delle navi Queen Elizabeth e Vaillant nel porto di Alessandria d’Egitto. Il nome Decima gli viene dato ispirandosi alla X Legio con la quale Giulio Cesare aveva avuto ragione sui Britanni, per il fatto che anche nella seconda guerra mondiale, almeno inizialmente, i nemici degli italiani, discendenti dei Romani, erano gli inglesi, discendenti dei Britanni.
Il piano, ideato e diretto dal Capitano di Fregata Vittorio Moccagatta, coadiuvato dal Capitano di corvetta Giorgio Giobbe e dal Maggiore Teseo Tesei prevedeva il brillamento di una rete di sbarramento chiamata Break Water Viaduct da parte di uno dei due siluri a lenta corsa, che avrebbe permesso ai barchini esplosivi di entrare nel porto e fare strage delle navi ormeggiate. I militari avrebbero poi dovuto fare ritorno, seguendo rotte prestabilite per riunirsi alla nave appoggio e tornare ad Augusta.
I siluri a lenta corsa erano dei mezzi d’assalto ideati nel 1935 da Teseo Tesei sul precedente progetto delle “pignatte” dell’ingegner Raffaele Rossetti, che permisero alla Marina Militare Italiana di affondare nel 1918 la nave ammiraglia austro-ungarica Viribus Unitis nel porto di Pola. Vennero soprannominati maiali sia per la loro forma, sia perché i due operatori che li manovravano, dovendo salirci sopra a cavalcioni, avevano il loro bel daffare a fargli mantenere la rotta designata, proprio come sarebbe stato difficile governare un maiale, provando a cavalcarlo. A prua del maiale era alloggiata una carica esplosiva di circa trecento chili che, sganciata e apposta sulla chiglia della nave da affondare, poteva essere fatta detonare o “spolettare” dopo un congruo periodo di tempo, che avrebbe permesso al personale operante di ritornare in salvo in acque amiche. Il Break Waters Viaduct era costituito da una serie di ostacoli posti davanti al porto di Malta, dove era stanziata parte della flotta britannica, il primo dei quali era un ponte in cemento e acciaio dal quale veniva calata una enorme rete sempre di acciaio, che impediva materialmente a qualsiasi imbarcazione di entrare senza che gli inglesi lo permettessero. L’intera azione sarebbe dovuta avvenire con l’aiuto dei reparti della Regia Aeronautica Militare che, con tre ondate di bombardamenti mirati, avrebbe dovuto distogliere l’attenzione dell’artiglieria e permettere agli operanti di agire con l’effetto sorpresa.
Gli esiti dell’operazione, non saremo qui a ripercorrerli, furono disastrosi. L’intera operazione fallì per una serie di errori, non tutti volontari, malfunzionamenti, per una buona dose di sfortuna, per l’inefficacia dei collegamenti tra le varie forze armate in campo, per la sottovalutazione del nemico, ma soprattutto a causa dell’uso, da parte degli inglesi, di un’arma sconosciuta agli italiani: il radar. Convinti di poter cogliere il nemico di sorpresa, gli arditi della Decima non potevano sapere che, in realtà, questi vedevano ogni loro movimento e ciò gli fu fatale. A sostegno dei marinai italiani va però riconosciuto il coraggio e l’ardimento con il quale si lanciarono in una missione che già dall’inizio si prospettava suicida.
Il maiale che doveva aprire la pista al resto dei componenti dell’operazione era quello comandato da Teseo Tesei coadiuvato dal 2° Capo Palombaro Alcide Pedretti.
Alcide era originario di Fivizzano essendo nato a Bottignana, una piccola frazione sui monti verso il passo del Cerreto nel 1913. Ricordano i suoi paesani che aveva un fisico possente ed un carattere amabile e, nonostante fosse nato e cresciuto in montagna, il richiamo del mare fu più forte di lui tanto da farlo arruolare nella Regia Marina dove, nel 1933, ottenne il brevetto da palombaro. Più tardi venne scelto per far parte della XMAS, diventando secondo di Tesei a bordo dei “maiali” con i quali si distinse per ardimento e coraggio, tanto da guadagnare la promozione a 2°capo per le azioni effettuate nel porto di Alessandria d’Egitto. Nel corso di quell’impresa partecipò anche al salvataggio dell’equipaggio del sottomarino Iride, per il quale ottenne la Medaglia d’Argento al valor militare e per le azioni contro Gibilterra.
Agire in coppia a bordo dei siluri a lenta corsa voleva dire entrare in un rapporto di fratellanza con il proprio comandante: il grado contava solo sulla carta e spesso le decisioni venivano prese quasi all’unisono specie quelle che richiedevano un alto senso del dovere e del sacrificio. Fu proprio questa unione di intenti che lo portò all’estremo sacrificio la notte del 26 luglio 1941.
continua…