Insieme Andrea Barzagli e Claudio Marchisio hanno messo in fila uno otto e l’altro sette scudetti, a cui si devono aggiungere le Supercoppe e diverse Coppe Italia conquistate. La loro Juventus, quella che va dal 2011-12 al 2019, è una delle più vincenti di sempre della gloriosa storia bianconera. In un Auditorium sold out, i due ex giocatori hanno raccontato al Festival dello Sport le loro imprese con la Vecchia Signora. Una carrellata di emozioni dal primo scudetto vinto con Conte, con le fotografie dell’addio di Alex Del Piero, all’ incredibile filotto di scudetti conquistati con Allegri, ma anche la delusione delle due finali di Champions perse con Barcellona e Real Madrid.
Ad intervistare Barzagli e Marchisio, la giornalista della “Gazzetta” Fabiana Della Valle, che ha subito posto l’attenzione sull’inizio dell’ultimo ciclo vincete della Juventus nella stagione 2011-2012: “Quell’anno – ha raccontato Barzagli – non siamo stati i più forti ma sicuramente i più bravi e da quel momento è nato un percorso di vittorie davvero fantastico. Ricordo quando Conte decise di passare alla difesa a tre e voleva giocare a specchio contro il Napoli di Mazzarri. Tutti noi avevamo sempre giocato a quattro, è stata dura all’inizio. Quella partita col Napoli non è andata benissimo, l’abbiamo pareggiata, ma da lì in poi le nostre caratteristiche combaciarono l’una con l’altra ed è nata la difesa BBC (Barzagli Bonucci Chiellini), anzi BBCB, considerando anche Buffon”. Una difesa di ferro come ha evidenziato Marchisio: “Era facile giocare con loro dietro. Andrea era perfetto e non credo abbia mai preso un’ammonizione, Giorgio Chiellini ti dava sicurezza. Nel 2012-13 arrivò Pogba e quello era davvero un centrocampo stratosferico. Non so se sia stato il più forte della Juve, perché in tutta la storia ne sono passati di giocatori bravi, ma in quell’epoca insieme al Real Madrid era uno dei più forti. Dopo pochi minuti abbiamo subito capito di che stoffa era fatto Pogba. Io stesso sono stato a volte in panchina per far giocare lui. Ma se lo spogliatoio è forte e la competenza è sana va bene, il gruppo si allena per raggiungere un’asticella sempre più alta”. Fra i ricordi, l’addio di Alessandro Del Piero nel 2012, assieme alla festa scudetto: “Non mi immaginavo – ha spiegato Marchisio – un addio così, molti di noi erano emozionati. Mi ricordo l’addio di Nedved e di Buffon ma quello di Alex è stata una cosa pazzesca, vedere l’amore dei tifosi per un campione che si è legato a quei colori e ha scritto la storia è stato speciale”. Con Allegri la prima finale di Champions persa, la delusione più cocente. Barzagli: “Sapevamo chi affrontavamo ma è stato tosto digerire le sconfitte in finale di Champions con Barcellona e Real Madrid. Secondo me abbiamo trovato due squadre più forti, forse più abituate a giocarsi la finale secca e nella storia si ricorderanno in molti di Messi e Cristiano Ronaldo. Ce la siamo giocata, non è andata bene ma rimane il bel percorso fatto, anche se con l’amaro in bocca. La Champions è una competizione particolare, non solo ci sono le squadre forti ma magari in quel periodo della stagione hai un calo di forma o sei con un giocatore in meno e ciò rende le cose complicate”. Nelle parole di Marchisio tutto l’orgoglio bianconero: “Quando ho iniziato da ragazzino ad indossare la maglia della Juve per me era già un sogno, vincere sette scudetti di fila è già un pezzo di storia. Dobbiamo anche vedere quanto abbiamo vinto, non ragionare solo sulle due finali perse. Quando vinci scudetto dopo scudetto hai la consapevolezza della forza, ora che hai smesso hai una consapevolezza più chiara e di quello che hai fatto. Più si va avanti e più si capirà la forza di quella Juve”. Un concetto ribadito da Barzagli: “Abbiamo fatto qualcosa di unico, di importante nella difficoltà di dover vincere per forza, anche se a volte sulla carta non eravamo i più forti. Rivincere è sempre più difficile contro chi accumula fame e magari tu sei sazio; invece noi non lo eravamo, avevamo una mentalità perfetta, tutti l’avevano: solo una società importante come la Juventus poteva fare una cosa del genere”. Fra gli argomenti toccati anche quello della Nazionale, che fa dire ad Andrea Barzagli: “Spalletti è bravo, pratico, con ottime idee e una nazionale giovane e con qualità. Quei due incidenti enormi di percorso che ci hanno tenuti per ben due volte fuori dai Mondiali speriamo di dimenticarli e speriamo di farci entusiasmare, perché la nazionale unisce tutti i tifosi e sa trasmetter gioia ed emozioni a tutti”.