Il Finocchio selvatico è una pianta perenne o biennale, molto aromatica, che può superare il metro e mezzo d’ altezza. Assomiglia molto all’aneto, ma il suo profumo di anice è decisamente più accentuato. Ha fusti pieni e striati, di un colore verde che tende al bluastro. Le foglie dello stesso colore sono ridotte a delle striscioline filiformi, sorrette da un lungo peduncolo. In estate la pianta mette fiori gialli raggruppati in grandi ombrelli. Le sue foglie verdi ricordano il fieno da cui il nome foeniculum.
Noto e apprezzato da Greci ed Egizi, il finocchio divenne famoso presso i Romani che spesso lo utilizzarono per coprire sapore ed odore di cibi talvolta poco freschi. Sembra che il termine “infinocchiare” sia nato da questo escamotage culinario, tanto che il detto “non farsi infinocchiare” significa non farsi raggirare: raccomandazione che veniva fatta agli acquirenti meno esperti a cui veniva rifilato vino difettoso o scadente, trattato con i semi del finocchio per mascherare i cattivi odori e sapori.
Al Finocchio selvatico, da sempre, sono state attribuite molte proprietà medicamentose fruibili attraverso tisane e decotti: diuretica, antinfiammatoria, antidolorifica, depurativa, lassativa, spasmolitica, e altre. Assai diffuso è l’uso del decotto bevuto a fine pasto per facilitare la digestione, o somministrato alle puerpere per favorire la montata lattea. Nel massese, il decotto delle foglie viene usato per fare fumenti nelle irritazioni degli occhi. In cucina vengono usate le parti verdi e i semi per insaporire le zuppe, i minestroni e anche le insalate. I teneri germogli vengono raccolti in primavera per essere mangiati lessati con gli altri erbi oppure anche da soli conditi con olio, aceto e sale. I semi vengono adoperati per aromatizzare vari piatti: un classico è metterli assieme a qualche foglia di alloro quando si fanno le ballotte (castagne lessate). Si mettono anche nella preparazione del coniglio ed entrano in vari insaccati, come salsicce e finocchiona. Le foglie fresche oltre ad aromatizzare le insalate, se aggiunte all’ acqua di bollitura del pesce, non solo lo insaporiscono, ma tolgono anche l’ odore di pesce dalla cucina. Con i semi di finocchio selvatico si può, infine, preparare un vino aromatizzato, lasciando macerare per una settimana i semi nel vino bianco.
Una curiosità: i vecchi massesi preparavano una sorta di amuleto contro le negatività e il malocchio, facendo un sacchettino con tela di cotone rossa e mettendo all’ interno di questo tre semi di finocchio, tre chicchi di grano, un cono di luppolo (il frutto essicato), una foglia di ulivo benedetto e qualche granello di sale. Il sacchettino veniva attaccato alle corna delle mucche per tenere lontano il Bafardel (il folletto dispettoso delle stalle) o portato in tasca.