Non ci sta il professor Riccardo Caniparoli, geologo e consigliere del Direttivo Nazionale “Italia Nostra”, a prendere per buone le notizie relative all’ampliamento del porto di Marina di Carrara e torna a far presenti i molti rischi connessi con l’intervento. Ecco la sua replica a un articolo uscito sulla stampa locale per ricordare i 20 anni dall’alluvione del 23 settembre 2003.
“L’articolo apparso sulla stampa locale in merito alla presentazione del nuovo piano regolatore del Porto di Marina di Carrara, a firma del prof. Riccardo Canesi “Così si scherza con il fuoco” mi sollecita alcune precisazioni. Non si “scherza col fuoco” ma con l’acqua, che è più pericolosa e incontrollabile del fuoco e i Vigili del Fuoco lo sanno perché temono più l’acqua che il fuoco. Nell’ultimo anno, il territorio italiano è stato flagellato da alluvioni e dissesti idrogeologici che hanno provocato la perdita di vite umane, danni economici ingenti e messo in evidenza la relazione che esiste tra: cementificazione, pianificazione del territorio e dissesto idrogeologico, tanto da essere ormai una emergenza macroscopica che assurge a primo problema nazionale, non più procrastinabile, nell’ambito di sicurezza, vivibilità e qualità della vita. Cosa si fa per evitare queste “catastrofi”? Poco o nulla. Si interviene, solo e sempre, sugli effetti e quasi mai si ricercano e si rimuovono le cause che le generano. Si fanno proclami entusiastici che l’ampliamento del porto porterà sviluppo e occupazione: ma si è così sicuri? Visto che, solo con l’ampliamento del piazzale del porto realizzato tra il 2002 e terminato nel 2013, il territorio ha subito “ quattro eventi alluvionali disastrosi con due morti e oltre 200 milioni di euro tra danni e opere di ripristino” oltre a “14 allagamenti significativi di Marina di Carrara”? È dal 2001 che segnalo, con relazioni, alle amministrazioni preposte alla sicurezza dei cittadini e dei territori, gli elevati rischi che provocano e possano produrre le modifiche dell’area demaniale fluviale della foce del Torrente Carrione. Segnalazioni previste in anticipo e mai considerate, ma fino ad oggi, mai smentite, che trovano però conferma dai “fatti”. Chi è così sicuro, che tale progetto di ampliamento del porto, crei “sviluppo e occupazione” e non produca “alluvioni, allagamenti ed erosione”, dovrebbe garantire i cittadini e il territorio, non con studi e modelli fisici e matematici elaborati da illustri luminari, ma con garanzie reali mediante la stipula di polizze fidejussorie postume per almeno 20 anni, con primari istituti bancari per un importo pari al capitale umano, immobiliare ed economico esposto. Per fare chiarezza ed informare i cittadini e le istituzioni propongo un dibattito scientifico aperto al pubblico con il tema “Nuovo Piano Regolatore del Porto / Erosione e Alluvioni: esiste correlazione?”.