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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

La scomparsa di Ruggero Diamante, il più anarchico degli anarchici: il saluto di Marco Germelli

DiMarco Germelli

Ago 31, 2023

Carrara è casa mia da sempre. E casa sua, uno, la conosce metro per metro, mattone per mattone, suppellettile per suppellettile. Per questo, se di colpo sparisse quell’oggetto, magari particolare e folkloristico, che da sempre si trova in quella stanza, in quell’angolo o in quel corridoio, uno se ne accorgerebbe al volo e si chiederebbe, ragionevolmente, dove esso sia finito. La stessa cosa è avvenuta proprio in queste ore. Perchè Lui, da che posso dire di aver memoria, è sempre stato lì, sempre uguale, sempre lo stesso, quasi come se la sua inconfondibile barba ed il suo   inseparabile copricapo etnico avessero attraversato oziosamente i secoli, battendo le strade avanti ed indietro, in cerca di un buon vino canterino, di un nuovo libro da sfogliare, di un qualcheduno da intrattenere coi suoi racconti, o anche, semplicemente, di niente: gli andava soltanto di fare due passi. Oggi, quel pezzo da sempre presente nell’arredamento di casa nostra, è improvvisamente sparito. Generalmente, è quando le cose spariscono, che ci si rende conto di quanto esse dessero un tono all’ambiente, con la loro pura e semplice presenza. E questo era pure un pezzo pregiatissimo. Al di là di un’esistenza molto più complessa ed avventurosa di quanto si potesse pensare, dal servizio militare disertato alla fuga in India. Al di là dei dibattiti, nei ritrovi anarchici, su chi fosse “il più anarchico di Carrara”, dibattiti che, alla fine, canonicamente, vedevano tutti i presenti coronarlo vincitore  – ho assistito di persona. Al di là del suo vantarsi di “non aver mai lavorato in vita sua”, o di “nutrirsi solo di vino”, o, ancora, di aver festeggiato “cinque anni che non mi faccio una doccia”. Al di là dell’esser stato una volta scelto, del tutto inconsapevolmente ed anche paradossalmente, come volto pubblicitario da una ditta produttrice di profumi, e di aver risposto con un “buon per loro” ed un’alzata di spalle a chi gli faceva notare che stavano lucrando illegittimamente sulla sua immagine. Al di là di averlo trovato, mentre rincasavo una notte, a dormire sdraiato sulle scale del mio palazzo, e di aver intrattenuto con lui, dopo il comprensibile spavento per quell’inatteso incontro nel buio, una conversazione su argomenti altissimi che si protrasse fino all’alba. Al di là di questo e di altro. Avete mai notato come, quando uno, in vita, è stato una Leggenda vera, ci si riferisca a lui chiamandolo soltanto per nome ed omettendo il cognome? Si dice Dante, Michelangelo, Leonardo.

A proposito di leggende, diceva Humphrey Bogart, riguardo a Frank Sinatra: “È un dannato individuo che cerca di vivere a modo suo. Mi piace il suo stile.” Tanti ci provano e ci hanno provato, a vivere a modo loro. Pochissimi ci riescono e ci sono riusciti. E se, come dicevo sopra, alle Leggende vere basta ed avanza il nome, permettetemi di dire, con grandissima commozione,

CIAO, RUGGERO!!!