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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Tutto il tifo minuto per minuto: 2° giornata di campionato

DiDiari Toscani

Ago 28, 2023

parte prima (Lazio Genoa/ Juventus Bologna/ Fiorentina Lecce)

Non potevamo esimerci ancora a lungo: il calcio è una passione grande, che accende gran parte dei collaboratori di Diari Toscani e allora abbiamo deciso di raccontarlo, a modo nostro. Niente commenti tecnici, nessuna analisi di esperti: per quelli abbondano e brillano redazioni ben più titolate. Solo la voce di pancia del tifoso medio, non ottenebrato come un ultras, nè asettico e super partes come vorrebbero ( e dovrebbero) essere i cronisti. Insomma: noi, che tifiamo col cuore tinto dei colori della nostra squadra, magari ci accapigliamo un po’, ma che non ci dimentichiamo che il calcio è uno sport e che il significato di sport (dall’inglese disport, mutuato dal francese desport, traduzione dell’italiano “diporto” cioè svago) è, innanzitutto, divertimento. Partiamo quindi per un nuovo viaggio, che si arricchirà, strada facendo di nuove voci di tifosi. Intanto, sorridiamo con Pierluigi Califano, tifoso della Lazio, Marco Germelli sostenitore del Genoa, Gianni Ammavuta tifoso viola e Vinicia Tesconi pazza juventina.

LAZIO – GENOA 0 -1

Pierluigi Califano

Avete presente quando vi invitano ad un matrimonio e non conoscete nessuno? Inizia il gioco di sguardi con i parenti degli sposi per capire chi siete. Ecco i primi venti minuti della partita si possono riassumere così, con i giocatori della Lazio nella parte degli invitati sconosciuti. Nel frattempo Retegui ne approfitta e con una poderosa testata porta in vantaggio il Genoa. Da quel momento la squadra ligure innalza un muro con postazione di avvistamento e cecchini che sparano ad ogni pallone avvistato. La Lazio è lenta come il Gorilla Lilla e Sarri sembra lo zio alticcio degli sposi che grida: “Bacio, bacio” I minuti passano e la Lazio accelera leggermente senza mai essere particolarmente pericolosa. Si contano circa 18.000 calci d’angolo, che da ragazzini, quando giocavamo in strada sarebbero valsi molti rigori. A proposito forse c’era un rigore, ma come diceva Boskov: “È rigore quando arbitro fischia.” Finisce la partita, lo zio alticcio litiga con il posteggiatore. Il Genoa ha fatto la sua onesta partita e non ha rubato nulla, la Lazio deve migliorare molto la velocità di manovra e lasciare il Gorilla Lilla in panchina.

Marco Germelli

Nell’ antichità andava forte la “bestia ibrida”, o, più poeticamente, “rapsodia di animali”….una creatura, in sostanza, che era il risultato della fusione di più creature in una sola. Alla luce di ciò, perchè non riproporre oggi quella moda tanto risalente nel tempo? Lo si può fare, come nel caso specifico, contrapponendo ad una semplice aquila con corpo di aquila, testa di aquila ed ali di aquila, un Grifone, con testa di aquila ed ali di aquila, ma anche corpo di leone e coda serpentiforme. E non è difficile pronosticare chi la spunterà fra i due. Il Grifone genovese, forte del fatto di essere uno ma, al tempo stesso, moltitudine, colpisce traverse, crea scompiglio ed alfine trova la rete che risulterà decisiva. L’aquila laziale, potendo contare sulle sue sole forze rapaci, al momento un po’ debolucce, soccombe e rimane, suo malgrado, a volare con le zanzare, inchiodata ad uno “0” in classifica che si commenta da sè. L’aquila è comunque un animale che esiste nella realtà, e vedrete che saprà riprendersi e tornerà a decollare. Il nobile volatile, destinato a salire così in alto ed a vedere tanto da lontano, comincia pur sempre la sua vita nei crepacci della sua roccia e non vede, in gioventù, che gli orli aridi, spesso fetidi, del suo nido. Insomma, sa come affrontare i momenti neri come quello che sta vivendo ora. Il Grifone -come descritto sopra- è un animale che in realtà non esiste…ma se la vita è sogno ed i sogni aiutano a vivere, ogni tanto è bello credere che possa esistere perfino una bestia del genere😄

A stò giro è esistita.

W la mitologia✌️

JUVENTUS – BOLOGNA 1 -1

Vinicia Tesconi

Same Shit-Different Day, dice una specie di  motto inglese che potremmo tradurre, per non essere troppo volgari, con: Stesso Schifo – Giorno Diverso. La prima di campionato contro l’Udinese ci aveva illuso: tre gol per una squadra cronicamente stitica di segnature come la Juve degli ultimi tre anni, ci erano parsi come il suono del risveglio dell’intestino juventino. Invece no: siamo ancora, ahimè, seduti sulla tazza. Tutto il resto, ovviamente, da copione: il Bologna che, come tutte le squadre che giocano contro la Juve, pensa di giocare la finale del mondo mondiale e si trasforma nel Real Madrid , l’arbitro che non vede due rigori per la Juve, e per fortuna nemmeno quello per il Bologna, ma soprattutto annulla il gol di Vlahovic  per un niente di fuorigioco e il solito pianto greco di Thiago Motta e dei bolognesi  sulla Juve ladrona e su loro poverini da far santi subito. Ma noi siamo ancora gli stessi penosi dell’anno scorso, Acciughina in testa e Alex Sandro (Ma ancora qui sta, questo???) a chiudere la fila. Prego solo che almeno il risveglio di Dusan non sia temporaneo.

FIORENTINA – LECCE 2 -2

Gianni Ammavuta

Le rimonte subìte, nello sport, sono come le cartelle di Equitalia: non ne vorresti mai vedere una. Nel calcio, invece, succedono frequentemente e lasciano addosso al tifoso un senso di frustrazione, pari solo a quello che avvince invariabilmente ogni maschio, guardando Rocco Siffredi mentre lavora. Ieri, al Franchi, ne abbiamo vista una. Non è la prima e non sarà neanche l’ultima, perché questa Fiorentina è intrinsecamente fragile. Alla seconda di campionato, quindi, la Viola inciampa  sul Lecce –  i cui giocatori, nel primo tempo, sembravano più undici turisti giapponesi intenti ad ammirare le palle del David, che degli avversari – e su se stessa. E lo fa concedendo due palloni gratuiti, che i salentini sfruttano nel migliore dei modi. In mezzo, le solite troppe occasioni sprecate, qualche numero del giovane attaccante argentino Beltrami, che fanno ben sperare, e la miracolosa mutazione che ha permesso a Duncan, un maniscalco approdato misteriosamente all’arte predatoria, di diventare un giocatore vero, almeno fino al ferale passaggio sbagliato che ha determinato il gol del pari leccese. Una menzione speciale, infine, per la prima arbitra di seria A, e per il nostro nuovo portiere: esordio e due belle pappine in fondo al sacco. Complimenti, anche se di segno opposto, ad entrambi. Domani è un altro giorno.

continua…