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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Vietato calpestare le Aiuole

DiPietro Marchini

Ago 25, 2023

Siamo le Aiuole, o se preferite: le Aiole, dei giardini – si fa per dire – di piazza Menconi a Marina di Carrara. Siamo orgogliose del nome che portiamo per il fatto che è stato usato anche da famosi poeti come metafora per indicare un’aiuola molto più grande: il pianeta terra.

L’aiuola che ci fa tanto feroci

Volgendom’io con li etterni Gemelli

Tutta m’apparve dà li colli a le foci.

“Prima di procedere verso le meraviglie più eccelse del Paradiso, Beatrice esorta Dante a volgere indietro un ultimo sguardo verso la terra e il sommo poeta immagina di vederla come un’aiuola fiorita, ma contesa dagli uomini, animali feroci”.

Sicuramente non siamo state ridotte in questo stato dal calpestio dei bambini: qualche evento straordinario ci ha cambiato fisionomia e funzioni e adesso non attiriamo più lo sguardo per le nostre fioriture, ma per la compassione che sola possiamo suscitare. È  vero che viviamo in un ambiente degradato: due pinete un tempo orgoglio dell’unica piazza di Marina, oggi abbandonate a se stesse, fatte oggetto soltanto per i bisogni corporei di poveri disgraziati, ed è vero, altresì, che non è agevole camminare su questi marciapiedi. Le passeggiate non sono affatto rilassanti.  Forse la cosa migliore per noi sarebbe quella di passare inosservate. Però ci siamo e intendiamo restarci, anche soltanto per mostrare a tutti in quale stato di declino è il nostro territorio, un bel biglietto da visita anche per i turisti che abbiamo la sfrontatezza di accogliere con la pretesa di mostrare loro un luogo baciato dalla natura, ma deturpato dall’uomo.

Se è vero che gli occhi talvolta guardano con amore, noi non li possiamo ripagare, ma soltanto stimolare in essi un sentimento di tristezza. Da qui passano molte persone che, almeno all’apparenza, sembrano non curarsi di tanta trascuratezza, un po’ come le tre famose scimmie: non vedo, non sento, non parlo. Se così fosse, sarebbe un guaio, perché noi riteniamo che soltanto clamorose proteste indurrebbero le istituzioni a prendere seri provvedimenti. È quindi il momento di vedere, sentire e parlare per far capire quanto siamo esasperate da tanta inettitudine.

Così cantava il più grande Giacomo del mondo: “Vogliatemi bene, un bene piccolino, un bene da bambino, come a me si conviene”. Nell’attesa di tempi migliori, un caro saluto a tutti.