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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Carlo Collodi: il vero Geppetto

DiPierluigi Califano

Ago 4, 2023

Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino, è decisamente un classico della letteratura mondiale di ogni epoca. Chissà se Carlo Lorenzini, che avrebbe preso il nome d’arte di Carlo Collodi, avrà immaginato che la sua opera sarebbe stata tradotta in 240 lingue e rappresentata in tutti i teatri e cinema del mondo. Carlo Lorenzini nacque a Firenze il 24 novembre del 1826. La sua era una famiglia numerosa, aveva fratelli e  sorelle, due delle quali si chiamavano Marianna e Marianna seconda: forse i suoi genitori avevano terminato le possibilità in fatto di nomi. Carlo crebbe nel podere dei marchesi Ginori, il podere Veneri alle porte di Collodi, dove suo padre era cuoco e sua madre sarta. Grazie ai marchesi Ginori, Carlo Lorenzini poté studiare, nel 1837 entrò in seminario, senza, tuttavia diventare prete, ma ricevendo una buona istruzione con le basi della cultura classica. Nel 1842 frequentò la scuola degli Scolopi, seguendo lezioni di retorica e filosofia. L’amore per la letteratura e i libri, fu la naturale conseguenza del suo lavoro presso la libreria Piatti di Firenze dal 1844. Grazie a questo, poté consultare libri messi all’indice e che formarono la sua mente brillante. Scrisse il suo primo articolo nel 1847 per la rivista: Italia Musicale, un giornale milanese. Carlo Lorenzini divenne punto di riferimento per gli scapigliati milanesi che erano desiderosi di conoscere la musica, la poesia e le rappresentazioni teatrali. Nel 1848 si arruolò come volontario per combattere nella Prima Guerra d’Indipendenza. Si batté con il battaglione toscano a Curtatone e Montanara. Finita la guerra tornò a Firenze e fondò un giornale politico e umoristico, in stile toscano: Il Lampione, che uscì per qualche numero e venne sospeso nel 1849. Carlo Lorenzini scoprì che il giornalismo umoristico era nelle sue corde e iniziò a collaborare con numerose testate: L’Arte, La Scena, nel quale incrociò Ippolito Nievo. La Lente, un altro periodico su cui scrisse, periodo in cui si firmò con il suo pseudonimo, Carlo Collodi. In quegli anni scrisse i suoi primi romanzi: Gli amici di casa e Un romanzo a vapore. Poi ancora, Da Firenze a Livorno. Guida storico-umoristica. Nel 1859 partecipò alla Seconda Guerra d’Indipendenza, nel reggimento sabaudo dei Cavalleggeri di Novara. Nel 1860 riprese la pubblicazione del Lampione. Si proponeva come un giornale per tutti, le sue pagine erano intrise di umorismo, satira, mescolate alla politica e al patriottismo. In quello stesso anno divenne censore teatrale. Inoltre, entrò a far parte della redazione di un dizionario di lingua parlata, il Novo Vocabolario della lingua italiana secondo l’uso di Firenze. Il 1875 fu l’anno della svolta. Carlo Collodi fu incaricato di tradurre le fiabe francesi più famose. Non si limitò a tradurle, ma le ricompose in italiano inserendo una morale, sotto il titolo: I racconti delle fate. Nel 1877 scrisse il Giannettino e l’anno successivo il Minuzzolo. Nel 1881 fu pubblicato il primo giornale dedicato all’infanzia: il Giornale per i Bambini, diretto da Ferdinando Martini. Carlo Collodi scrisse la prima puntata delle Avventure di Pinocchio, con il titolo: Storia di un burattino. Tutti gli articoli furono raccolti e nel 1883, fu pubblicato il volume che le raccoglieva con il titolo: Le avventure di Pinocchio. Nello stesso periodo divenne il direttore del Giornale per i Bambini. Sempre di quel periodo ci furono illazioni sulla sua affiliazione alla massoneria, anche se i posteri non hanno verificato la fondatezza di tali notizie. Collodi si sentì male la sera del 26 ottobre del 1890, quando era all’apice del successo come autore. Ebbe un fatale aneurisma che spense la sua vita nel letto della sua casa all’età di 64 anni. Riposa nel cimitero delle Porte Sante, nella sua Toscana che non abbandonò mai, come fecero e fanno i suoi scritti e quel Pinocchio che ha attraversato generazioni di bambini e di sognatori, che forse avrebbero voluto essere il Creatore per un giorno, quel Geppetto che Collodi ha narrato e reso immortale insieme a quel burattino di legno che ha fatto conoscere il nome di Collodi e della Toscana nel mondo.