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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Vino al vino

DiMarco Germelli

Giu 19, 2023

Quand’è che le cose hanno smesso di essere quello che sono? Cominciamo, per levarci il pensiero, dalle cose brutte: il tristemente famosissimo disastro di Chernobyl non avvenne a Chernobyl, poichè la centrale nucleare che subì l’incidente si trovava a Pryp”jat’. Quindi, a rigor di logica fattuale, si sarebbe dovuto chiamare disastro di Pryp”jat. Ma il problema si pone anche per le cose belle: il leggendario Festival di Woodstock non si tenne a Woodstock, ma a Bethel…quindi il suo nome vero e giusto avrebbe dovuto essere Festival di Bethel. Se vogliamo estendere il concetto pure alle cose medie (nel senso di cose apprezzabili o snobbabili a seconda della nicchia di cui si fa parte), il rally cosiddetto Parigi-Dakar, da quasi un ventennio, non parte più da Parigi e non arriva più a Dakar: quindi si dovrebbe chiamare, di volta in volta, coi nomi delle città in cui, rispettivamente, comincia e finisce.

Eppure c’è stato un tempo in cui le cose erano quello che erano, e tanto bastava. E quel tempo lo ha vissuto anche la nostra Carrara. Se avete la pazienza di cercarli, troverete numerosissimi esempi di ciò di cui parlo. Luoghi che oggi non esistono più, ma che hanno lasciato un segno tangibile del loro passaggio nelle insegne che li identificavano, a seconda di quel che offrivano, come “ALIMENTARI”, “COMMESTIBILI”, “DOLCIUMI”, “CASALINGHI”, “TRATTORIA“. Senza trucco, senza inganno e senza orpelli baroccheggianti. E potevate stare certi e sicuri che, lì , avreste trovato proprio quello che figurava sull’insegna. Non come oggi, con quegli assurdi pastrocchi di posti che quelle cose le offrono tutte, in una sola seduta, oppure, se ne offrono una, quasi quasi, giocano a non farlo capire, dimenticando così di offrire quella che sarebbe la più importante di tutte: un po’ di verità.

Gli altri siti di cui dicevo cercateveli da soli: io vi allego una foto che ritrae uno dei più mitici, quello della storica ex osteria da Sainè, che potete trovare nella Via del Plebiscito, sottostante Piazza Gramsci. Diceva il grande Charles Bukowsky: «Se succede qualcosa di brutto, bevi per dimenticare. Se succede qualcosa di bello, bevi per festeggiare. E se non succede niente, bevi per far succedere qualcosa.».

E se erano “VINI”, quel che cercavate, lì, cascasse il mondo, li avreste trovati😄