di Emiliano Begali
seconda e ultima parte
Nella piazza di Guluma c’erano uomini con spade e torce che si esibivano in spettacoli di duello e sotto il tendone si tenevano spettacoli di danza, di magia, di giocoleria e acrobazie sui cavalli. Ad un tratto, mentre la festa era in pieno svolgimento, accadde una cosa che mise in pericolo tutta la cittadella: alcuni uomini completamente ubriachi fecero cadere dell’alcool sul fuoco su cui si cuoceva il cibo e subito sotto il tendone divampò un incendio. Tutti andarono nel panico, mentre il fuoco, rapidamente, distruggeva il tendone e cominciava ad aggredire anche le case affacciate sulla piazza. Le persone cominciarono a gridare e a scappare, non sapendo come riuscire a fermare le fiamme sempre più alte. Quelle grida attirarono l’attenzione di Eldast che, subito, con la vista potentissima dei suoi occhi blu mare individuò una cascata in mezzo alle montagne e si gettò in picchiata per riempire la sua bocca enorme con una grossa quantità d’acqua. Una volta presa l’acqua, Eldast si alzò in volo e si precipitò sul cuore dell’ incendio, rovesciandovi sopra l’acqua, e riuscendo, in un sol colpo, a spegnere il fuoco. Le persone, ancora molto spaventate, si voltarono per vedere chi li aveva salvati e si trovarono di fronte il giovane drago. Alcuni uomini intimoriti da Eldast colsero da terra la prima cosa che trovarono, minacciando di tirarla contro il drago. Eldast capì che era il momento di vincere tutte le sue timidezze e cominciò a parlare alle persone rimaste ammutolite di fronte a lui. Il drago parlò con gentilezza e molti bambini ne rimasero affascinati, ma qualcuno, ancora spaventato perse i sensi. Allora Eldast fece capire a tutti di non essere un drago malvagio e raccontò del suo sogno di poter fare parte di uno spettacolo. Il giorno seguente, il re della cittadella volle dare ad Eldast un riconoscimento per aver salvato la vita di Guluma. Gli abitanti gli avevano preparato una enorme corona di fiori a cui avevano attaccato anche boccali di birra e la donarono a Eldast che divenne amico della città. Gli abitanti di Guluma, non più intimoriti dal drago lo soprannominarono “Stella blu d’Irlanda” perché grazie al suo sguardo potente era riuscito a salvarli.
fine
Illustrazione di copertina di Emma Pianini liceo artistico Artemisia Gentileschi docente professoressa Anna Zavaglia
Illustrazione di Deborah Bertolini liceo artistico Artemisia Gentileschi docente professoressa Anna Zavaglia
illustrazione di Luna Biggi liceo artistico Artemisia Gentileschi docente professoressa Anna Zavaglia
illustrazione di Ilie Pirojkov liceo artistico Artemisia Gentileschi docente professoressa Anna Zavaglia
Illustrazione di Edoardo di Casale liceo artistico Artemisia Gentileschi docente professoressa Anna Zavaglia
Illustrazione di Emma Benedetti liceo artistico Artemisia Gentileschi docente professoressa Anna Zavaglia