Sembrava il personaggio di un film o di un romanzo, perché lasciava, in tutti, l’impressione di aver incontrato una leggenda vivente: Giorgio Mori, ultimo eroe partigiano di Carrara, membro della IV Brigata Garibaldi – Gino Menconi, una vita lunghissima e intensa, se n’è andato il 22 maggio e l’eco della notizia della sua morte si è dilatata in tutta la città a partire dal mercato settimanale del lunedì, in centro, dove, in segno di lutto, mancava il puntuale banchetto dell’Anpi, ultimo crocicchio di storia e carrarinità, nel quale, a volte si poteva incontrare anche il grande Giorgio Mori. Il tempo, oltre cento anni, sembrava averlo scalfito poco nel fisico: sempre alto e bello, appena imbiancato in quei capelli pettinati ancora alla moda di quando era giovane e combatteva sui monti per liberare Carrara e l’Italia dai tedeschi, ancor meno nello spirito e in quel carisma derivato da chi il coraggio lo ha mostrato davvero. Giorgio Mori non è mai invecchiato: testimone lucido e chiarissimo dell’epoca straordinaria di cui fu protagonista, non mancò mai una ricorrenza legata alla Resistenza, un incontro con le nuove generazioni che si sono susseguite, a cui era doveroso raccontare ciò che era stato, perché era accaduto e come, a loro, era stata garantita la libertà di cui godevano, da uomini che la libertà non l’avevano quasi mai conosciuta. Giorgio Mori era un simbolo, forse l’ultimo, della forza con cui l’Italia ha risollevato la sua storia. Per questo la notizia della sua scomparsa ha rimbombato sulla città, sui giornali locali e nazionali e sulla gente che lo conosceva di fatto o solo di nome. Ma accanto all’umano cordoglio per la scomparsa di un uomo, marito, padre, nonno amatissimo, è subito sorta la consapevolezza del suo entrare nella storia, per diritto, per naturale conseguenza, per merito, come solo ai veri grandi spetta. Giorgio Mori non c’è più, ma ci sarà sempre, da oggi e per sempre resisterà nella memoria di Carrara, leggenda vivente anche dopo la sua morte.
A dare la notizia della scomparsa di Giorgio Mori è stata la sindaca di Carrara Serena Arrighi che ha affidato alla stampa il suo messaggio di cordoglio: “Oggi è un giorno triste per la nostra comunità ci ha lasciato il partigiano combattente Giorgio Mori. A nome della città voglio fare anzitutto le condoglianze alla famiglia, il loro dolore è quello di tutti noi. Giorgio Mori ci lascia un’eredità importante, fatta di gesti prima ancora che di parole, l’eredità di chi ha sempre lottato per quegli ideali di libertà e uguaglianza che sta a noi ora difendere e proteggere. “Noi carrarini siamo un po’ particolari, ma alle cose ci arriviamo in fondo” mi disse Giorgio Mori pochi mesi fa quando andai a salutarlo nel giorno del suo centesimo compleanno : una frase che racconta tanto di quella ‘carrarinità’ di cui lui incarnava gli aspetti migliori, quelli che lo hanno accompagnato nel corso di tutta la sua lunga vita durante la quale non si è mai tirato indietro fin da quando giovanissimo è salito al monte per combattere i nazifascisti. Giorgio Mori ci lascia ora il cuore colmo di dolore, ma quello che ha fatto, il suo esempio non sarà mai dimenticato”.