L’Aglio selvatico è una specie molto comune nelle campagne carraresi. Una sua peculiarità è quella di crescere nei vigneti, da qui la locuzione latina vineale, ossia che si trova nelle vigne.
Si tratta di una pianta di tipo erbaceo, perenne. Ha un bulbo sotterraneo singolo, che funge da radice principale e che termina con numerose radichette bianche e corte. Le foglie sono filiformi, cave, di colore verde opaco, tanto che guardando la pianta da lontano, sembra di vedere dei fili d’erba. Questo tipo di aglio selvatico forma folti cespugli, con numerose piante molto simile all’ erba cipollina. In primavera e in estate, l’aglio delle vigne sviluppa un’infiorescenza ad ombrella con pochi fiori bianchi o rosa misti a numerosi bulbilli.
L’aglio delle vigne nella zona apuana cresce selvatico dal monte al piano, prediligendo i bordi dei campi coltivati, in modo particolare dei vigneti, ma lo si può trovare anche nella boscaglia. Il momento ideale per raccogliere l’aglio delle vigne è tra la fine dell’inverno e l’inizio primavera. In questo periodo il bulbo sotterraneo della pianta è abbastanza ingrossato, ma ancora bianchissimo e tenero. Bisogna fare attenzione a non rompere il ciuffo delle foglie, quando lo si raccoglie, altrimenti estrarre il bulbo dalla terra diventa difficoltoso.
Tutte le specie del genere Allium contengono vitamina A, B1, B2, C, PP e molti elementi importanti come potassio, magnesio, calcio, ferro, manganese, selenio.Sono anche ricche di pectina e di un antibiotico naturale di nome Allicina. Avendo proprietà antisettiche, espettoranti, ipotensive, stimolanti, toniche, vermifughe, viene usato come diuretico e depurativo del sangue. Fresco è un ottimo antireumatico, lenitivo e antibatterico. È controindicato nelle gastriti e per chi soffre di pressione bassa, per i malati di fegato e per le mamme che allattano. In passato, si usavano le foglie e i bulbi finemente pestati in appositi mortai e ridotti in una minuta poltiglia, per disinfettare ferite attraverso impacchi e bendaggi. Cotto nel latte e poi fatto bere ai bambini, era, ed è, un ottimo ed efficace vermifugo intestinale naturale, non tossico.
L’aglio delle vigne racchiude allo stesso tempo i sentori di cipolla, porro, e aglio comune. In cucina si usano in maniera differente sia il bulbo che le foglie. Per essere mangiato assieme agli erbi cotti, viene raccolto solo il bulbo mentre le foglie filiformi e cave, simili a quelle della cipolla, ma più tenere, possono essere aggiunte agli erbi che si mangiano crudi in insalata dando a quest’ ultima una nota piccante e fortemente aromatica.
A proposito di aglio voglio trascrivere la ricetta dell’ elisir di lunga vita del mio nonno contadino. Nonno “ Vento” , era chiamato così perché in sella alla sua bicicletta filava come il vento e arrivava fino a Codena per andare a trovare la figlia. In bici andò a trovare la moglie ricoverata a Sarzana e, una volta arrivò persino a Pisa. È andato sulla sua amata bicicletta fino a 90 anni.
Nonno Vento preparava l’elisir ogni anno perchè la “cura”,assunta per 50 giorni consecutivi, doveva essere fatta una sola volta nell’ arco di un anno.
Il nonno non pesava alcun ingrediente: prendeva un barattolo di vetro della marmellata, lo lavava, lo sterilizzava e lo riempiva per un terzo con aglio sbucciato e pestato nel mortaio di marmo, quindi riempiva il barattolo con la grappa che faceva lui stesso, metteva il coperchio e riponeva il barattolo in un luogo fresco e buio per 20 giorni, avendo cura di agitare il barattolo una volta al giorno. Trascorsi i 20 giorni l’elisir era pronto e la cura poteva essere iniziata. Il nonno non filtrava l’ alcolaturo ,aveva una sorta di pipetta contagocce con la quale prelevava l’ “ elisir”. Io ho rifatto l’ elisir del nonno, usando alcool per alimenti a 95° e per mia comodità, l’ ho filtrato e messo nelle boccettine provviste di tappo contagocce comprate in farmacia.
L’ elisir si assume al mattino, prima della colazione, con un po’ di latte, che, secondo quanto mi diceva il nonno, serve per “ proteggere lo stomaco”: alcol e aglio in effetti possono provocare bruciore di stomaco. La cura prevede l’assunzione progressiva di un numero di gocce disciolte nel latte fino a 25, aumentando di una goccia ogni giorno. Dal ventiseiesimo giorno si ripete il percorso all’indietro scalando di una goccia al dì.
La ricetta è indicata per tutto l’organismo in genere: tiene elastiche le vene e le libera dal colesterolo, previene l’infarto, l’ictus cerebrale , mantiene il cuore in salute, migliora la vista ed elimina il mal di testa. Questo è un vero elisir di lunga vita, un potente rigeneratore dell’organismo: cura ogni problema dell’apparato gastro-intestinale, l’ipertensione arteriosa, i disturbi bronco-polmonari, libera il sangue dai grassi, migliora il metabolismo basale , diminuisce il peso corporeo, rende più lucida la mente, rinforza il sistema immunitario.
Ah , dimenticavo, nonno Vento è vissuto fino a 95 anni.