traduzione dallo spagnolo di Amelia Vanzini
Diari Toscani incontra Mariana Villouta Vidaurre, cilena. Nata a Coelemu, vive a Santiago del Chile nel comune di El Bosque. Artista e gallerista, una vita dedicata all’arte come bene comune da condividere. Ha studiato all’Università del Cile e attualmente studia alla School of Arts and Crafts, Casa de la Cultura El Bosque; fa parte dell’Associazione dei Pittori e degli Scultori del Comune in cui vive.
Mariana Villouta Vidaurre, cos’è per lei la cultura?
La cultura è la storia di un popolo, di una città, di un Paese, è come il libro della vita, è la storia della tua famiglia e del tuo paese. Noi siamo parte di questa storia narrata in questo libro. La cultura è quello che noi rappresentiamo.
Lei è gallerista, quindi respira l’arte a pieni polmoni, la domanda è d’obbligo, cos’è per lei l’arte?
La mia galleria è per tutti, per la comunità: è stata fatta senza soldi ed è all’interno della mia abitazione. Ho scelto di vivere proprio qui, nel comune di El Bosque, anche se è un luogo periferico, perché questo mi dà la possibilità di stare vicino alle persone, alla gente. L’arte è tutto ciò che può dare vita a un paese, è un impulso alla vita. È necessario per la vita dell’essere umano essere connesso con l’arte, e per me è vita.
Quando e perché è nato il desiderio di avere una sua galleria?
Fin da giovane ho sempre sognato di avere una biblioteca o una piccola galleria d’arte. E l’obiettivo era che fosse un bene da condividere con tutti. Ebbi occasione di conoscere il pittore Nuñez – premio National de Arte –, nel periodo in cui frequentavo un corso di arte. Partecipai a un progetto che si chiamava “Dipingere a casa un itinerario popolare”, e siccome vinsi un premio: un quadro di Guillermo Nuñez, venni intervistata per il “Diario il Mercurio”, il quotidiano più famoso in Cile. A seguito di questa intervista ebbi 500 visitatori a casa mia. Dopo un’affluenza così numerosa, decisi di aprire la galleria nella mia abitazione che intitolai a Guillermo Nuñez. Da quel momento, iniziai a portare le opere d’arte nelle scuole più povere vicine, adesso faccio lo stesso nelle scuole di tutto il Cile.
Cosa ha di particolare il quadro che lei ha in casa?
È una pittura astratta con connotazioni politiche, però a volte le persone, i visitatori della galleria, mi dicono che riescono a vedere anche delle figure. Uno, in particolare, mi disse che gli sembrava di vedere una persona appesa a una fune a testa in giù. Gli chiesi cosa gli facesse pensare questo. Mi rispose che era una intuizione, era ciò che il quadro gli trasmetteva. Il visitatore aveva ragione. Il dipinto tratta di detenuti, di perseguitati politici, di torturati. Mi chiedo come questa persona, che è analfabeta, sia riuscita a capire cosa rappresenti il quadro. A oggi, di Nuñez, ho oltre 30 opere di varie misure. Quelle grandi non posso spostarle, quelle più piccole, invece, le posso trasportare: le metto in borsa, parto e le installo ovunque, per esempio nelle piazze, o nei micro, – piccoli mezzi di trasporto – e parlo di queste opere, invitando i presenti a vedere anche quelle che ho in galleria, senza chiedere denaro. Non solo, per chi ne avesse desiderio può prendere dei quadri e portarli a casa propria per un po’ di tempo, gratuitamente, e goderne.
Quanto, in Cile, si investe nella cultura?
Lo stato investe nella cultura e attraverso i progetti, i municipi ricevono una percentuale che si aggira attorno all’un per cento. La cifra esatta di quest’anno ancora non sappiamo quale sarà. Arriva questa percentuale, perché il resto va per il mantenimento dei musei o, per esempio, vengono pagati i contratti dei lavoratori o le borse di studio. Vengono anche fatti dei bandi di concorso nei quali gli artisti presentano il loro progetto. Il progetto scelto prende una parte di quella somma stanziata dallo Stato. Con questo un per cento si paga, sì e no, un professore che fa lezione una settimana. Per questo ho deciso di aprire la galleria: affinché le persone si possano avvicinare all’arte senza pagare. La gente è molto coinvolta e attiva nell’arte.
Secondo lei, l’arte apre la mente? Consente di vedere con un raggio più ampio ciò che ci circonda? E come è possibile avvicinare i giovani a questo mondo?
Con l’arte puoi lavorare in tutte le competenze sociali, specialmente con i bambini e far sì che si sviluppi in loro la resilienza. Nelle scuole hanno ridotto le ore di arte, e noi artisti, che siamo in relazione con il mondo dell’arte, dobbiamo portare avanti una protesta e pretendere che tornino ad aumentare le ore di studio di questa materia. Voglio andare fuori dal Ministero per protestare e voglio invitare la Ministra dell’arte a casa mia. Voglio scriverle una lettera, con penna e carta, per esternarle le mie inquietudini. Voglio invitarla perché so che lei desidera venire da me e questo perché ha avuto modo di incontrare Nuñez e gli ha esternato il desiderio di conoscermi, conoscere il mio lavoro e vedere la galleria.
Quando penso all’arte qualsiasi forma essa sia, l’associo all’ingegno umano e al bello dell’umanità. L’arte è bellezza? È conoscenza? È scoperta?
Sì, è scoperta, è bellezza, è tutto. Io sento e penso che l’arte sia tutto e muova tutto, muova un paese, muova un comune. Quando parlo ai bambini di un’opera, si meravigliano e si lasciano trasportare. L’arte ci fa arrivare in luoghi dove non siamo mai stati. Consente lo scambio, anche con persone che non abbiamo mai conosciuto prima. L’arte è per tutti ed è il mio motore.
Possiamo dire che l’arte, qualsiasi forma d’arte, sia libertà di poter infrangere delle regole per addentrarci nell’ignoto? E in quell’ignoto poter attingere non tanto per avere delle risposte, ma per suscitare dei perché? Credo che sia proprio dai perché che nascano idee, rivoluzioni, cambiamenti, basta avere il coraggio e il desiderio. Trova che il mio sia un pensiero astruso?
Guardi, sono completamente d’accordo, non sempre abbiamo risposte, ma l’arte ci fa sentire liberi, così da arrivare fin dove noi vogliamo arrivare, ci sentiamo detentori della verità. E con questa verità possiamo creare e scoprire un altro mondo. L’arte ci fa scoprire altre forme e ci fa sentire coraggiosi e trasgressivi senza temere niente, questo mi porta anche a scrivere. A volte, per esempio, sono sola in casa e mi metto a leggere poesie a voce alta e grido e salto e corro. Sento una grande libertà.
Quindi lei scrive anche poesie. Che genere di pittura è la sua?
Disegno e pitturo, la mia è una pittura impressionista, e scrivo anche qualcosa, ma in maniera disordinata, mi piace narrare storie. A volte mi metto a leggere poesie ai visitatori e improvviso una specie di teatro e le persone così iniziano ad aprire gli occhi e mi dicono che hanno capito cosa voglio trasmettere loro.
L’arte può essere una forma di denuncia?
Sì, può essere una forma di denuncia, perché attraverso una narrazione puoi fare una protesta, un reclamo. È necessario che i poeti dicano ciò che devono dire, ciò che sta succedendo intorno a loro, nell’economia, nella politica, un poeta ha la possibilità di denunciare. Adesso, in Cile, si stanno utilizzando i luoghi dove viene fatta politica, anche per leggere poesia e i poeti si riuniscono nell’ex Congresso Nazionale di Santiago. Ho ricevuto un invito per essere presente anch’io per leggere poesie con un poeta peruviano Javier Llaxacondor, del quale abbiamo anche poesie tradotte in italiano.
Se è vero che non si vive di solo pane è anche vero che, spesso, con l’arte “non si mangia”, quasi come se fare gli artisti non fosse un lavoro, ma una passione da coltivare nel tempo libero. In verità non è così, l’arte richiede conoscenza, studio, disciplina, regole. Come far capire, a chi fruisce dell’arte, che è giusto che l’artista debba essere retribuito?
Con il nuovo governo si è parlato molto dell’arte come un lavoro. L’arte è un lavoro diverso, perché c’è passione e c’è amore, c’è la voglia ed è un complemento importante per la società. E deve essere considerato un lavoro, perché gli artisti mangiano e pagano i conti. Io ho lavorato 35 anni per il governo: mi occupavo di un’istituzione per i bambini ed ho messo sempre in risalto l’arte. Ho lavorato con bambini poveri, guadagnavo molto poco, ma ho scelto di vivere austeramente per poter fare cose con le persone più bisognose ed essere a disposizione per la gente più povera. Non sono mai uscita dal Cile, non avendo i soldi. L’unico paese che ho visitato è stato l’Argentina, perché è il più vicino ed economico. Adesso ho fatto un libretto di risparmio per mia figlia, Kenya, così al compimento dei 18 anni potrà viaggiare e andare in Europa per conoscere l’arte.
Allora aspettiamo sua figlia qui…
Sì, e anch’io preparerò una stanza per poter ospitare voi quando verrete a trovarmi e a visitare la galleria.
Progetti futuri?
Voglio allestire, all’interno della mia casa, una stanza per poter ospitare un ragazzo che non ha possibilità economiche e che viene qua per studiare arte, perché tutto ciò che faccio è in relazione all’arte. Questo è un progetto che organizzerò insieme ad alcune mie amiche, per fornirgli vestiti e cibo e aiutarlo ad ottenere una borsa di studio. È un progetto a breve termine. Inoltre, stiamo girando un cortometraggio con la vita e le opere di Guillermo Nuñez, che verrà proiettato nell’ambito della celebrazione “Mille volti di donne importanti di El Bosque”. E mi farebbe molto piacere se facesse un’intervista anche a lui, oltre a essere pittore è anche uno scrittore. Ho anche un invito per partecipare alla “Pittura collettiva” con l’illustrazione di un testo mio e di mia figlia Kenya di 13 anni, che verrà esposto nella Galleria della Casa della Cultura, insieme ad altri artisti importanti.
Mariana Villouta Vidaurre: El Arte es un impulso hacia la vida
Diari toscani encuentra Mariana Villouta Vidaurre, chilena, nacida en Coelemu, vive en Santiago de Chile en la comuna el Bosque. Artista y dueña de una galería de arte, dedica su vida al arte como un bien para compartir con los demás. Estudió en la Universidad de Chile y actualmente está estudiando en School of Art and Craft, la Casa de la Cultura del Bosque; es parte de la Asociación de Pintores y de Escultores de la Comuna en la que vive.
Mariana Villouta Vidaurre, que es para usted la cultura?
La cultura es la historia de un pueblo, de una ciudad, de un País. Es como el libro de la vida, es la historia de tu familia y de tu País. Nosotros somos parte de la historia contada en este libro. La cultura para mi es lo que nosotros representamos.
Usted es galerista, respira arte, y me urge preguntarle que es el arte para usted?
Mi galeria es para todos, para la comunidad, le hice sin dinero y se encuentra dentro de mi casa. He decidido vivir aquí en El Bosque, aunque sea un lugar periférico, porque me permite estar cerca de las personas, de la gente. El arte es todo lo que puede dar vida a un país, es el impulso hacia la vida. Para la vida del ser humano hace falta estar conectado con el arte, y para mí es vida.
Cuando y porqué nació el deseo de tener su galería?
Desde joven siempre he soñado con tener una biblioteca o una pequeña galería de arte. El objetivo era que fuese un bien para compartir con todos. Cuando frecuentaba un curso de arte tuve la oportunidad de conocer al pintor Nuñez -premio nacional de Arte-. Participé a un proyecto llamado “Pintura a domicilio un itinerario popular”. Y como gane un premio: un cuadro de Guillermo Nuñez, me intervistaron para el “Diario el Mercurio”, el periódico más famoso en Chile, como consecuencia de esta entrevista tuve 500 visitas a mi casa. Después de tanta concurrencia a mi casa decidí abrir la galería y nombrarla Guillermo Nuñez. Desde entonces empecé a llevar obras de arte en las escuelas más pobres de mi alrededor y ahora las llevos por todo a Chile.
Porque es tan especial el cuadro que usted tiene en casa?
Es una pintura astratta con connotaciones políticas, pero algunas veces las personas, los visitantes de la galería me dicen que consiguen ver unas figuras. Una persona en especial me dijo que le parecía ver una persona colgada boca abajo por una cuerda. Le pregunté que era lo que le hacia pensar en esto. Me contestó que era una intuición, el cuadro le transmitia esto. El visitante tenía razón porque yo se de que habla mi obra. Habla de presos, perseguidos políticos, torturados. Me pregunto cómo esta persona, que es analfabeta, logró entender lo que representa mi pintura. Hoy en día tengo más de 30 obras de diferentes medidas. Las grandes no puedo llevarlas conmigo pero las más pequeñas si: las meto en un bolso y me las llevo por todo lado en las plazas, la micro – pequeño transporte público – y hablo con todo el mundo de estas obras e invito a todos a verlas sin pedir nada de dinero. Además invito la gente a llevarse los cuadros a su casa para que puedan disfrutar de ellos un tiempo sin pedir nada a cambio.
Cuanto Chile invierte en la cultura?
El estado invierte en la cultura y los municipios reciven, atravez de proyectos, una parte de esta inversion que suele ser el uno porciento. Todavía no se sabe cuanto exactamente haya sido la inversión de este año. Nos llega solamente este porcentaje porque antes tienen que pagar el manutención de los museos, pagar los trabajadores o las bolsas de estudio. También se realizan convocatorias de concurso en las que los artistas presentan su proyecto, el proyecto que resulte elegido se lleva una parte de ese dinero asignado por el Estado. Con esten uno porciento se puede pagar un profesor que haga clase una vez a la semana. Por esto he decidido abrir la galería para que la gente se acerque al arte sin pagar. La gente está muy involucrada y activa en el arte.
Según usted el arte abre la mente? Permite ver el mundo que nos rodea con más amplitud ? Y como sería posible acercar los jóvenes a este mundo?
Con el arte puedes abarcar a diferentes habilidades sociales, especialmente con los niños y desarrollar en ellos la resiliencia. En las escuelas han reducido las horas de arte y nosotros los artistas queremos protestar y hacer que estas horas de arte sean devueltas a los estudiantes. Quiero ir frente al Ministerio y protestar y quiero invitar la Ministra de arte a mi casa, quiero escribile una carta de mi puño y letra para expresarle mis inquietudes al respecto. Quiero invitarla porque se que después de conocer a Nuñez le expresó el deseo de conocerme, conocer mi trabajo y visitar la galería.
Cuando pienso en el arte en cualquier forma, lo asocio con el ingenio humano y la belleza de la humanidad. ¿El arte es belleza? ¿Es conocimiento? ¿Se descubrimiento?
Sí, es descubrimiento, es belleza, es todo. Io siento y pienso que el arte sea todo y mueve todo, mueve un país, mueve una comunidad. Cuando hablo a los niños sobre una obra ellos se meravillan y se dejan llevar, el arte nos permite alcanzar lugares donde nunca estuvimos. Nos permite un intercambio con personas que nunca conocimos. El arte es para todos y es mi motor.
Podemos decir que el arte, cualquier forma de arte, es la libertad de poder romper las reglas para entrar en lo desconocido? Y recurrir a este desconocido no tanto para poder obtener respuestas sino para cuestionarnos sobre algo. Creo que precisamente de ahí nacen las ideas, las revoluciones, los cambios, solo hay que tener coraje y ganas. ¿Encuentras el mío un pensamiento recónditos?
Mira, estoy completamente de acuerdo, no siempre tenemos respuestas, pero el arte nos hace sentir libres, para llegar hasta donde queremos llegar, nos sentimos poseedores de la verdad. Y con esta verdad podemos crear y descubrir otro mundo. El arte nos hace descubrir otras formas y nos hace sentir valientes y atrevidos sin miedo a nada, esto también me lleva a escribir. A veces, por ejemplo, estoy sola en la casa y empiezo a leer poesía en voz alta y grito y salto y corro. Siento una gran libertad.
Entonces usted además de tener una galeria de arte y pintar se dedica también a escribir poesias? Como define su pintura?
Dibujo y pinto, la mia es una pintura impresionista, y escribo algo, pero de manera desordenada, me gusta contar historias. A veces empiezo a leer poesía a los visitantes e improviso una especie de teatro y la gente empieza a abrir los ojos y me dice que entiende lo que quiero transmitirles.
El arte puede ser utilizada como una forma de denuncia?
Sí, puede ser una forma de denuncia, porque atravez de una narración puedes hacer una protesta, una reclamación, es necesario que los poetas digan lo que tienen que decir, lo que está pasando a su alrededor, en la economía, en política, un poeta tiene la posibilidad de denunciar. Ahora en Chile se están utilizando espacios que se suelen utilizar para reuniones políticas,para leer poesías y los poetas se reúnen en el ex Congreso Nacional de Santiago. He recibido una invitación para leer poesías con el poeta peruano Javier Llaxacondor, del que tenemos poesías traducida en italiano. Si es verdad que no se vive solamente de pan es verdad también que a con el arte “no se come” como si ser artista no fuera un trabajo sino una pasión que ha de ser practicada en El tiempo libre, realmente no es así, el arte lleva consigo conocimiento, estudio, disciplina, reglas. Como hacerle entender a quien disfruta del arte que es justo para el artista recibir un compenso por su trabajo . Con el nuevo gobierno se ha hablado mucho del arte como de un trabajo, es un trabajo diferente porque hay pasión y amor, hay ganas y es un complemento importantes para la sociedad. Ha de ser considerado como un trabajo porque los artistas comen y pagan las cuentas y no puede no considerarse un trabajo. Yo he trabajado durante 35 años para el Gobierno y me encargaba de instituciones para niños y siempre le he dado importancia al arte en mi trabajo. Durante estos 35 años he trabajado con niños pobres, ganaba muy poco pero mi decisión fue vivir una vida austera para poder hacer cosas con las personas necesitadas y estar disponible para la gente pobre. Nunca he salido de Chile, no tenía dinero, el único país que he visitado ha sido Argentina porque es el más cercano y económico. Recién hice una libreta de ahorros para mi hija Kenya, así cuando cumple 18 años podrá viajar e ir a Europa para conocer el arte.
Entonces esperamos aquí a tu hija!
Sí, yo también prepararé una habitación para poder hospedarlas cuando querrán venir a visitarme y a ver la Galería.
Tienes proyectos para el futuro?
Sí dentro de mi casa quiero arreglar una habitación para poder hospedar a un estudiante que no tiene dinero, será para un estudiante de arte porque todo lo que hago lo hago por el arte. Este es un proyecto que realizaré con unas amigas para poder conseguir ropa y comida y ayudarle para que consiga una bolsa de estudio. Este es un proyecto a breve termino. Otro proyecto que tenemos es un cortometraje sobre la vida y las obras de Guillermo Nuñez que se proyectará en ocasión de la celebración de “mil caras de mujeres importantes de El Bosque”. Me gustaría que intrevistara también a Nuñez que además de ser pintor es escritor. Tengo también una invitación a participar a “pintura colectiva” con la ilustración de un testo de mi hija Kenya de 13 años y yo y que será expuesto en la Galería Casa de la cultura junto con otros artistas importante.