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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Dipingere è andare oltre ciò che si vede: Lorella Consorti

DiSilvia Ammavuta

Apr 15, 2023

Diari Toscani incontra la pittrice Lorella Consorti. Nata a Prato, vive a Empoli è molto attiva sul territorio ed  è presidente del gruppo culturale Fornace Pasquinucci di Capraia e Limite, e consigliere del Circolo Arti Figurative di Empoli. Ha partecipato a numerosi concorsi e mostre, personali e collettive.

Cos’è l’arte per Lorella Consorti?

Per me l’arte è un’esigenza. Se ci pensa, il mondo senza arte sarebbe niente. Oltre a essere un’esigenza personale, sono fermamente convinta che sia l’anima della società. L’arte disubbidisce ai limiti del tempo, perché rimane nel tempo. È il linguaggio universale che mette in comunicazione le persone, al di là della bellezza che ci regala. Non si può fare a meno dell’arte.

Che cos’è la Fornace Pasquinucci, di cui lei è presidente?

È un centro culturale, infatti si chiama gruppo culturale Fornace Pasquinucci che ha l’intento di promuovere l’arte a tutto tondo, quindi oltre alle mostre di arte contemporanea, vengono fatte esposizioni fotografiche, serate culturali, presentazioni di libri, conferenze e concerti.

Cos’era prima la Fornace Pasquinucci?

Era, appunto, un’antica fornace, in cui venivano prodotti articoli in terracotta. È stata attiva dalla seconda metà del ‘800 alla seconda metà del ‘900. Come vede è stata costruita sulla sponda dell’Arno, che era la via di trasporto dall’entroterra della Toscana fino al mare. Da lì arrivava anche la legna del Montalbano, che alimentava il fuoco dei forni per la cottura dell’argilla.

Quando è nata l’idea di farla diventare un centro culturale?

Il comune di Capraia e Limite, alla fine degli anni ’80, decise di ristrutturarla, in prima battuta per farne uffici sociali e sanitari, poi, dato che i locali e la disposizione degli ambienti lo consentivano, iniziò a fare mostre sulla ceramica. Nel 2001 si costituì a livello formale il gruppo culturale Fornace Pasquinucci. Tutti i mesi vengono proposti eventi culturali con artisti di grande prestigio. Negli anni, la Galleria ha ospitato nomi noti, alcuni di essi hanno anche donato delle loro opere alla associazione, come l’architetto, designer e fotografo Ettore Sottsass, l’architetto Giovanni Michelucci, i pittori Luca Alinari, Giampaolo Talani, Franco Franchi, Sergio Nardoni, l’illustratore Roberto Innocenti, il fotografo Sandro Santioli e tantissimi altri artisti di alto livello. La Fornace Pasquinucci è conosciuta in Toscana e sul territorio nazionale. Pensi che abbiamo soci non solo dal comune e dal circondario, ma da tutta Italia.

Quindi la Fornace Pasquinucci è una realtà molto attiva e importante sul territorio…

Sì. La gente frequenta con molto interesse, gli eventi sono occasioni di incontro fra le persone e anche fra gli artisti e le persone, è un’opportunità per scambiare idee. L’arte è divulgare, mettere a conoscenza. Per quanto riguarda gli artisti, essere soci è sicuramente un bel biglietto da visita, come lo è anche per il comune. Siamo tenuti in grande considerazione nelle varie iniziative che facciamo, inoltre, dato che la struttura è di proprietà del comune, nella Fornace vengono celebrati anche matrimoni.

Restiamo nel territorio; oltre a essere la Presidente della Fornace Pasquinucci lei è anche consigliere, da molti anni, nel Circolo Arti Figurative…

Il circolo Arti Figurative è un’associazione storico-culturale molto attiva e conta un numero importante di soci. È conosciuta come il “Ghibellino” e la sede è a Empoli, nel Palazzo Ghibellino, luogo in cui Farinata degli Uberti decise le sorti di Firenze.

Finora abbiamo parlato di cosa sia per lei l’arte, e dei luoghi dove l’arte si fruisce, adesso parliamo di Lorella Consorti pittrice: il suo rapporto con la tela…

Sono una pittrice che ama condividere l’arte, che non è solo per me stessa. Non è un caso che sia dentro la Fornace: per me è una cosa bellissima, pur essendo un impegno notevole. Quindi sì, sono una pittrice che ha molti amici pittori. Ho creato un bel gruppo che fa mostre e partecipa a concorsi. Lei ha avuto modo di vedere di persona, in occasione dell’inaugurazione della mostra “Labili confini”, dove erano esposti anche alcuni miei quadri, quanta affluenza abbiamo avuto. Tornando alla tela: non ho tanto tempo a disposizione per dipingere, perché devo destreggiarmi tra famiglia e lavoro, però riesco a ritagliarmi degli spazi che sono solo miei. Non voglio nessuno che mi disturbi: quando dipingo siamo la tela e io e basta, è un momento intimo. E, solitamente, ho già in testa cosa voglio realizzare e ciò che voglio fare. Ho un modo di pitturare molto veloce: di solito l’idea che avevo in mente prende subito corpo. Indubbiamente ci devo ragionare e ci sta che su quel dipinto ci possa anche ritornare, ma la mia pittura è immediata, fresca, e comunque meno ci torno sopra e meglio è.

Ho notato che nei suoi dipinti la figura è poco presente…

È vero. Inizialmente ero molto figurativa, mentre ultimamente la figura è sempre meno presente. Nella mia ultima mostra, avrà visto che, nei quadri dove è presente la figura, è unica, piccola e lontana. Questo rappresenta il mio pensiero, e credo non sia solo mio, di quanto l’uomo sia piccolo di fronte all’Universo. Sono affascinata dall’Universo del quale si può percepire la vastità, infatti in un quadro ho dipinto la Via Lattea, il mio obiettivo era entrare dentro l’Universo del quale non si vedono i confini. Nella mostra “Labili confini”, appunto, questa tematica è presente: andare oltre a ciò che si vede. Ed è quello che mi piace dipingere: parto dal concreto e viaggio, con il cervello e con il pennello, proprio per andare a curiosare al di là di ciò che è visibile.

Quanto nei suoi dipinti c’è l’influenza del mondo che la circonda?

L’influenza c’è, sarò ripetitiva, ma è una tematica che mi affascina, cerco però di uscire da questo mondo che mi circonda per andare oltre a ciò che si vede.

In un quadro dal vivo, oltre a quella realtà ritratta, vi è un’altra realtà che viene alla luce?

Sì, soprattutto se faccio un ritratto, al di là della somiglianza del soggetto che ritraggo, altrimenti non sarebbe un ritratto, deve emergere ciò che c’è dentro quella persona, il suo stato d’animo, il suo sentire. Se non tiri fuori il vero, non è un ritratto. Torniamo ancora al solito principio: guardare oltre per vedere la realtà.

Quante realtà esistono in un dipinto?

Innumerevoli, dipende da quale punto di vista lo guardi. Io esprimo con la pittura, come tutti i pittori, un concetto, un mio punto di vista. Chi guarda, vede tutto ciò che vuol vedere, grazie alle proprie esperienze personali e al proprio vissuto.

Quali sono le sue tecniche preferite e perché?

Per l’immediatezza con cui dipingo, l’acrilico è perfetto: assolve a tutte le funzioni di un olio. Inoltre con l’acrilico si può ottenere anche l’effetto acquerellato. Uso anche la sanguigna e la matita, ma prediligo prevalentemente l’acrilico.

Un’opera d’arte può anche rompere gli schemi, fin quasi a disturbare la visione in chi la fruisce, in questo caso si può dire che l’artista ha raggiunto lo scopo?

Sì, perché no? Se non si rompono gli schemi è tutto fermo, statico. Per andare avanti è necessario, senza, per questo, cadere nel volgare e nella bruttezza, fermo restando che deve esserci armonia. Del resto, le nuove tendenze artistiche, i movimenti artistici, sono nati perché sono stati rotti degli schemi.

Quali sono i colori che predilige?

Fucsia, rosa, blu, arancio, viola, rosso. Mi vengono naturali, escono fuori mentre dipingo come se sgorgassero da dentro di me… forse sono dentro di me.

E il mondo che la circonda che colori ha?

Eh… a seconda di dove mi trovo, e della situazione che sto vivendo. Se il momento è bello e coinvolgente, sono colori bellissimi, se è brutto, ci sono i grigi, i colori tetri. Non mi piacciono il grigio e il nero, infatti nelle mie tele non li uso mai.

Quindi i colori del mondo e quelli delle sue tele sono in relazione…

Sì, fuori dubbio, dipende da quello che rappresento. Se faccio un universo, ci sono i colori che le ho detto prima.

Cos’è per Lorella Consorti la fragilità?

La fragilità è un elemento che tutti dovremmo avere, perché dimostra la sensibilità d’animo: chi non è fragile mi fa paura. Le lacrime sono belle, perché fare finta di essere forti? Non che non ammiri la forza: è necessaria per affrontare la vita, ma è nella fragilità che esce l’essenza dell’essere umano.

Progetti futuri…

Sono stata chiamata sia per partecipare, sia per invitare altri artisti, all’Infiorata, e avendo molti amici pittori ne ho trovati 21 che parteciperanno; ho molte persone che mi seguono, gliel’ho detto? Il nostro è veramente un bel gruppo.

Cos’è l’Infiorata?

L’Infiorata è una bellissima manifestazione che si tiene a Cerreto Guidi a giugno. Tanti anni fa, per il Corpus Domini, i cittadini usavano spargere petali di fiori per strada. Da qualche anno, gli artisti hanno la possibilità di realizzare dei quadri in terra con la segatura colorata, oppure realizzare i loro quadri nel proprio studio. La sera antecedente il Corpus Domini, le loro opere vengono collocate in terra e adornate con una cornice di fiori freschi. Tutto il paese è coinvolto ed è una bellissima manifestazione.