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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Una differente pedagogia in Africa

DiStefano Guidaci

Apr 10, 2023

parte seconda

In questa seconda parte, vorrei soffermarmi e cercare di diffondere il mio studio fondato sulla lettura e l’applicazione della pedagogia di Paulo Freire e della sua proposta pedagogica alla società africana, poiché, nonostante i luoghi, i tempi e le mentalità, in cui viene esposta la teoria della “Pedagogia degli oppressi”, si presentino in modo diverso rispetto all’odierna situazione dell’Africa, il suo pensiero rimane ancora attuale.

A quasi cento anni dalla sua nascita, Paulo Freire fa parlare ancora di sé e mi induce a voler riprendere e applicare il suo pensiero. Prima ancora di diventare teorie e poi pratiche educative, le convinzioni di Freire sono l’espressione di una vita vissuta e condivisa con i poveri. La sua è una storia travagliata, intercalata da forti momenti di crisi a causa di guerra e fame. Nato a Recife in Brasile nel 1921, egli ha conosciuto e vissuto la crisi del 1929 e la sua adolescenza è stata segnata da esperienze di fame, di esclusione, di guerra.  Sposato con l’educatrice Elza Maria Costa, si è dedicato allo studio delle problematiche pedagogiche, orientando l’attenzione alla psicologia del linguaggio. Nel 1961, ha fondato e guidato il Movimento di cultura popolare,  luogo di ricerche, contenuti e nuovi metodi educativi.  Secondo lui, le teorie pedagogiche occidentali hanno prodotto disagio e disorientamento nella popolazione dell’Africa e sulla multiforme realtà sociale africana. Essa, infatti, dovrà, al più presto, recuperare le proprie radici per evitare di perdersi.  Al sistema esistente tradizionale, Paulo Freire  propone una cultura alternativa: la pedagogia, o meglio, l’educazione degli oppressi.  La sua proposta educativa mira a rompere i cristallizzati sistemi tradizionali della cultura di classe che, ben controllata e puntualmente organizzata dal punto di vista sistemico, risulta decontestualizzata, perché ricalcata e imposta alla gente del luogo, da un mondo diverso.

La forza di questa pedagogia risiede, proprio, nella capacità della popolazione di fare un massiccio investimento culturale a favore della tradizione locale, sostituendola alla pedagogia tradizionale. Il contesto socioculturale di dittatura, tirannia, povertà con un tasso alto di analfabetismo, in  cui è nato e cresciuto Freire, ci permette l’accostamento all’attuale realtà dell’Africa e ci offre la possibilità di una riflessione pedagogica ispirata alle sue teorie. Perciò uno studio efficace dovrà seguire quattro steeps:  

– visione educativa specificatamente locale come modello per l’Africa;

– pedagogia della coscientizzazione;

– metodo e la democratizzazione della scuola;

– applicazioni del metodo.

In un mondo colpito da diverse forme di povertà, dove gran parte della popolazione giace ancora nell’analfabetismo e la minoranza gestisce la ricchezza comune a svantaggio della società intera, Freire sostiene che la soluzione per affrancare i soggetti da queste forme di oppressione sia l’educazione autentica. Egli perciò sollecita ad una critica della situazione presente e, attraverso un processo di autoeducazione comunitaria, alla ricerca di percorsi di crescita individuale e sociale che permetta agli individui di non essere più sottomessi, ma educati alla capacità creatrice della “liberta”: coscienza collettiva e personale: “L’oppressione esiste solo quando si struttura  un atto che proibisce agli uomini di essere di  più”. (Freire, 2002). La matrice del metodo è, dunque, l’educazione concepita come momento del processo globale di trasformazione della società ed è una sfida nei confronti di qualunque situazione conservatrice, sia di carattere sociale che burocratico, (Cfr. Mario Castoldi, 2016, p. 274) che suggerisce operazioni pedagogiche non umanistiche, ma” umanizzanti”. Si tratta, quindi, di problematizzare la cultura, non per distruggerla, ma per farne scaturire, attraverso un processo maieutico, possibilità taciute nei secoli. Da questa premessa si parte per presentare la situazione generale dell’Africa e più particolarmente del Congo e, anche se la situazione africana, per la sua particolare realtà socio/culturale, non può essere affrontata in modo generale, bisogna “d’emblée” considerare che il sistema educativo, la formazione sociale nell’ Africa sub-sahariana, ha conosciuto più o meno lo stesso percorso vincolato dagli stessi sistemi educativi.