L’amore vince sempre su tutto e chi si trova sulla sua strada riesce a superare ogni ostacolo. Giovanna Garbuio è una pensatrice libera, come ama definirsi: triestina, nel 2008 ha conosciuto l’Ho’oponopono, una tecnica di meditazione di origine hawaiana, basata sul perdono e sull’accettazione, ha trovato molte risposte alle sue domande e la sua vita è cambiata. È stata la prima in Italia a scrivere sulla spiritualità hawaiana, moltissimi suoi testi sono stati tradotti in diverse lingue. Nel 2008 ha pubblicato un report gratuito con il titolo di “Il mondo è uno specchio”, e da lì è la sua carriera è decollata. Ho incontrato Giovanna Garbuio a Parma, una domenica mattina, ad un seminario sull’Ho’Opononpono: lei era tutta vestita di bianco, con la pace negli occhi, e parlava e dava informazioni importanti in merito al percorso spirituale da lei intrapreso. Ho colto le sue parole, stava cercando di far capire quanto sia importante non farsi fermare dalle paure e in quel momento è riuscita ad infondere coraggio anche a me.
Il suo obbiettivo principale è quello di condividere la sua grande conoscenza, fare in modo che l’amore prevalga. Il desiderio di Giovanna Garbuio è che le persone inizino a stare bene e a trovare il proprio centro. Molti sono gli incontri che fa in tutta Italia ed in Svizzera, perché il suo altruismo arriva ovunque. Conoscerla, per me, è stato un dono che mi ha fatto capire l’importanza di donarsi sempre amore, perché solo così si potrà fare la differenza.
Giovanna, quando si è avvicinata a Ho’oponopono?
È stato nel 2008, leggendo “The Key”, un libro di Joe Vitale, che per la prima volta accennava in Italia a questa filosofia, che aveva avuto origine in Hawaii. Si trattava proprio solo di un accenno, che però mi ha fatto scattare qualcosa dentro e mi ha “costretto” ad approfondire la questione. In quel momento non esistevano testi in italiano su questo tema, così ho cominciato a ricercare ovunque e diciamo che la letteratura mancante ho cominciato a realizzarla io. Nel 2009, ho pubblicato il report “il mondo è uno specchio” (che oggi, dopo molti passaggi, si è trasformato nel libro “Gioco di Ruolo” scaricabile gratuitamente nel mio sito) che è stata la prima riflessione organica scritta, di una certa dimensione, pubblicata in italiano, su questo tema. Da lì, poi, le cose si sono praticamente realizzate da sole, io mi sono limitata ad assecondarne l’evolvere e a seguire il flusso dell’ispirazione, facendo ciò che faceva danzare il mio cuore: scrivere di spiritualità.
Ci spieghi cos’è Ho’oponopono…
Ho’oponopono è amore. Anzi oserei dire: Ho’oponopono è la consapevolezza dell’amore. La consapevolezza che l’energia primordiale è l’amore, che evolve in direzione del riconoscimento di sé stesso. Questa consapevolezza, pura, libera da sovrapposizioni e sovrastrutturazioni, ci arriva dalla spiritualità Hawaiana, definita, in quelle isole Ho’omana, e diffusa nel mondo, con il nome di Huna. Ho’oponopono è il processo/percorso che ci conduce in maniera semplice, naturale, direi ovvia, a riconoscere chi siamo. A riconoscerci nell’amore che siamo e a manifestarlo nella nostra realtà quotidiana, in modo sempre più consapevole e fluido. Ho’oponopono ci propone anche degli strumenti, delle pratiche, diciamo pure un percorso, fatto di passi materiali per raggiungere, sempre più e sempre meglio, questa consapevolezza e metterla anche al servizio della realizzazione del nostro benessere o, forse, meglio dire della realizzazione consapevole della miglior versione di noi stessi.
Cosa significa recitare il mantra?
Significa semplicemente ripetere (il più possibile) le parole “scusa grazie ti amo” in sequenza. La ripetizione del mantra è una delle pratiche con cui Ho’oponopono si esperisce, forse la più conosciuta e diffusa in occidente, ma non certo l’unica (questo è il tema del mio ultimo libro “Il Vero Ho’oponopono” edito da Cuore d’Oro libri). Non ci sono vere regole per la ripetizione efficace del mantra Ho’oponopono. Quello che ci risuona di più, è ciò che va meglio fare. Possiamo appunto recitarlo in ogni condizione. Dobbiamo essere costanti e pieni di fiducia in questo processo. È un processo semplice, ma di una potenza senza confini. Una volta compreso questo, possiamo recitare il mantra anche meccanicamente. La cosa veramente potente di tutto il processo è l’intenzione associata all’amore. A quel punto cosa fare nel pratico, ce lo suggerirà̀, sempre più̀ chiaramente, la nostra ispirazione. Per quanto riguarda lo strumento della ripetizione del mantra Ho’oponopono, come dicevo, non ci sono delle regole fisse. Perciò̀ se ci risuona, se ci procura serenità̀ è pace… va benissimo in qualunque modo lo si faccia. Il mantra dunque va recitato nel modo, nei tempi, nei termini che sono più̀ in sintonia con noi e che ci procurano maggiori belle sensazioni. La ripetizione del mantra può̀ essere realizzata senza bisogno di particolare concentrazione (anche se la concentrazione può̀ potenziare il processo), senza bisogno di entrare in forme di meditazione classica, senza bisogno di particolari spazi (sia temporali che fisici) riservati, anche se tutte queste modalità̀, possono benissimo essere associate ed utilizzate anch’esse per Ho’oponopono, nel modo in cui ognuno le sente più̀ sue. Per la pratica del mantra dunque non c’è bisogno di abbinare sentimenti di amore o altro (certo se viene è meglio, ma non è necessario). Il Dr Hew Len stesso, per l’Ho’oponopono dell’identità̀ del sé, dice molto chiaramente che il mantra Ho’oponopono può essere recitato perfino (paradossalmente) con rabbia tra i denti e funziona lo stesso.
Cosa ha apportato nella sua vita tutto questo?
Una grande consapevolezza, da cui è derivata la pace e la serenità nella vita quotidiana. Io sono una persona felice, appagata, realizzata e serena, e, oggi come oggi, nonostante io abbia sempre creduto che la mia natura fosse tutt’altro, è davvero difficile destabilizzarmi o farmi arrabbiare o disperare davvero.
Si parla di Ho’oponopono come cura, cosa si intende?
Con cura e guarigione si intende la riarmonizzazione interiore, l’esperienza della pace dell’Io. Secondo gli Hawaiani la guarigione passava, sempre, per il recupero dell’armonia: il ripristino dell’Aloha. Poiché la realtà materiale, di cui facciamo esperienza tangibile, è il riflesso di come noi siamo interiormente, se dentro siamo in armonia, se dentro non esistono conflitti, la realtà fuori non potrà che essere una realtà armonica e serena. Quindi, prendendoci cura di noi stessi, noi stiamo sistemando la nostra realtà e tutto ciò che ad essa è connesso.
Lei ha parlato dell’importanza dell’azione. Spieghi il concetto anche ai nostri lettori…
Ho’oponopono letteralmente significa: “Agendo nella perfezione miglioro la realtà”. All’interno della parola Ho’oponopono c’è un suffisso (Ho’o) che significa proprio azione. Il fatto che tutto sia perfetto, non significa che sia giusto che rimanga cristallizzato così com’è. Il termine perfezione possiamo comprenderlo meglio, se lo parafrasiamo con “funzionale all’espansione dell’amore”. Da questo punto di vista è più chiaro come sia necessaria l’azione anche all’interno della cosiddetta “perfezione”. Il fatto che tutto sia perfetto, non significa che noi non dobbiamo agire per l’evolvere del tutto ed adagiarci. In Ho’oponopono, nessuno ha mai detto di non agire per “raddrizzare i torti”, anzi tutt’altro. Ho’oponopono non è certo un’azione ispirata da disinteresse o apatia. Tutto sta nella presenza con cui si interviene e la consapevolezza con cui si affronta ogni cosa, riconoscendone la perfezione. Che non vuol dire che altrettanto perfetto non sia modificarla! Non è che dato che tutto è perfetto se vedo che stanno svaligiando casa del vicino li lascio fare perché tanto è perfetto. È perfetta la mia telefonata ai carabinieri, e qualunque altro tipo di intervento io sia in grado di mettere in atto, l’arresto del ladro, che magari lo condurrà ad incontrare qualcuno in un centro di recupero, che lo indirizzerà ad una vita migliore o che lo lascerà “marcire” in prigione (ovviamente è un esempio scemo). Nessuno dei concetti dell’Ho’oponopono sostiene che bisogna infischiarsene di guerre ed ingiustizie. Quando si parla di perfezione non si intende giustificare, né, tanto meno, avallare comportamenti violenti o ingiustizie di alcuna sorta. Ogni cosa avviene perché sul piano vibrazionale energetico si sono create le condizioni che la rendono materializzabile. Ogni cosa è in risonanza con il terreno su cui si posa. In questo sta la perfezione. Questa consapevolezza ci porta a pulire quel terreno che noi abbiamo contribuito a creare, anche con le nostre memorie e da questa pulizia potrà nascere un’azione ispirata, che raddrizzerà anche le cosiddette ingiustizie, proprio perché avremo cambiato il terreno che le ha manifestate.
Da quando hai iniziato questo percorso e sei diventata una promotrice di questo stile di vita, che cambiamenti ha visto nella vita di chi si è avvicinato a te?
Mi arrivano testimonianze di ogni genere: ho anche dedicato una sezione specifica a questo sul mio blog: https://www.giovannagarbuio.com/testimonianze-di-hooponopono-occidentale/ . Persone che mi raccontano di come determinate situazioni si sono modificate, evolute, risolte, ma quello che riscontro e che risulta evidente ad uno sguardo, che vada al di là della superficie, è la serenità di cui si arriva a fare esperienza conoscendo davvero sé stessi.
Lei ha scritto diversi libri…
Ad oggi, ho all’attivo 21 pubblicazioni, la maggior parte con Il Punto d’Incontro edizioni. Ma ho pubblicato anche con Uno Editori, con Macro, con Verdechiaro, con L’Età dell’Acquario e con Cuore d’oro Libri. Alcuni dei miei libri sono stati tradotti in spagnolo, in francese, in inglese, in portoghese, in russo e in rumeno. Ho cominciato a scrivere di Ho’oponopono per indagarlo ed esplorarlo, in modo da renderlo sempre più potente ed efficace nella mia vita e man mano che ho ottenuto questo per me, ho voluto condividerlo con quante più persone possibili. Un po’ alla volta, ho cominciato anche a spaziare e ho scritto libri di spiritualità su altri temi, ma la consapevolezza di Ho’oponopono mi accompagna ovunque e non posso prescindere da essa, né nella mia azione quotidiana, né ovviamente nella mia divulgazione. Perciò anche i libri che ho scritto, che non parlano specificatamente di Ho’oponopono, hanno alla base la consapevolezza che da esso deriva.
Ci spieghi il vostro concetto di amore…
In una definizione: l’amore, è l’essenza stessa dell’Universo, intesa come la coscienza che si raggiunge con l’esperienza dell’unità. Quello che io ripeto spesso è: tutto è uno, l’uno è amore, tutto è amore in movimento verso il riconoscimento di se stesso, che è il principio alla base di tutta la consapevolezza di cui parlo e scrivo. Se tutto l’Universo deriva dalla stessa fonte energetica originaria, allora tutto ciò che esiste è, in essenza, quell’energia della quale noi stessi facciamo parte. Quindi in quanto parte dell’Universo noi stessi siamo della stessa sostanza di quella fonte originaria. In principiò ciò che è, è l’uno. Che è energeticamente amore e che, per sperimentare se stesso ed espandersi, si è frammentato (percettivamente) in tante forme e depotenziato in molte coscienze, apparentemente diverse. Che alla percezione sembrano separate, ma comunque rimangono fortemente connesse tra loro e composte dalla medesima energia. Tutto è uno E questo lo sappiamo perchè lo sperimentiamo quotidianamente nella nostra vita. Non ci sono dogmi, non ci sono regole, non ci sono verità di fede, è così perché ne facciamo esperienza. Se qualcuno ancora non lo sa, è sufficiente che osservi con mente aperta e cuore libero se stesso e tutte le connessioni tra sè e la sua realtà, troverà via via tutte le prove inconfutabili che gli servono per “saperlo”.
Se una persona è interessata ad approfondire questo argomento, come può fare?
Il modo più semplice è andare sul sito giovannagarbuio.com, scaricare il libro gratuito “Gioco di ruolo” e leggerlo (scaricarlo non basta) e, dopo, se questo non gli fosse sufficiente, navigare nel sito. Lì può trovare tutto quello che gli serve. Se invece preferisce la carta, basta andare nella più vicina libreria e chiedere i libri di Giovanna Garbuio. Consiglio di cominciare da “Il viaggio di Maui” e poi “Ho’oponopono occidentale” e “Chiedi e ti sarà detto”
Si è mai chiesta perché è stata “attirata” da Ho’oponopono?
No chiesta no, perché la risposta è evidente. Ho’oponopono mi ha dato tutta la consapevolezza che mi era utile per incamminarmi sulla via della realizzazione della miglior versione di me stessa (e ovviamente sto ancora camminando) e, strada facendo, è venuto fuori che ero piuttosto bravina a mostrare il percorso anche agli altri. Visto questo la domanda ha perso attrattiva per me.
Cosa farà nel futuro? Quali sono i suoi progetti?
Sarò sempre più felice e mi godrò sempre di più il momento che vivo, precisamente come sto facendo adesso. E naturalmente conto di continuare a scrivere (ho due libri in pubblicazione e uno in dirittura di arrivo).
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