È uscito alla metà di dicembre, ma ha già ricevuto recensioni e candidature a premi e, soprattutto, un grande riscontro di pubblico. Si tratta dell’ultimo libro di Silvia Meacci, scrittrice e collaboratrice di Diari Toscani, dal titolo “E ovunque donne che parlavano la mia stessa lingua”, Vita Activa Edizioni: una raccolta di venti brevi racconti, che hanno per protagoniste donne provenienti da tutto il mondo, letteralmente fotografate dalla acuta sensibilità dell’autrice, in un momento quotidiano o straordinario, delle loro vite. Silvia Meacci, fiorentina, una lunga carriera come insegnante di italiano in una scuola privata per stranieri, ha all’attivo diverse pubblicazioni: nel 1997 ha tradotto dall’inglese il volume Beyond the Hot Seat: Gestalt Approaches to Group edited by Bud Feder and Ruth Ronall (Oltre la sedia bollente. Psicoterapia Gestalt di gruppo di Bud Feder, Ruth Ronall, Magi Edizioni). Nel 2014 il suo racconto “Passeggiata catartica” è stato pubblicato all’interno del volume “Viaggi e mete per streghe liete” a cura di Maria Laura Rosati e Maura Bussotti, Edizioni Ali&no. Nel 2017 è uscito, edito da Ali&no, il romanzo collettivo sulla violenza di genere “La giusta luce” di Scriviperbene al quale ha partecipato con un capitolo intitolato “Stay strong”. Nel 2018 è stato pubblicato un suo racconto intitolato “Sul greto del fiume” nella raccolta “Acqua” di Scriviperbene, edito da Ali&no. In tutti e tre i casi i diritti d’autore sono stati devoluti in beneficenza ad associazioni di volontariato impegnate nella tutela della donna, di minori e animali in difficoltà. Per ‘Acqua’ l’associazione beneficiaria è stata SottoSopra ONLUS, che opera in Malawi da oltre quindici anni per progettare un’economia più̀ umana. A dicembre 2022 è uscito il volume “Sei”, progetto di medicina narrativa, curato dal collettivo Scriperbene, a cui ha partecipato con il racconto “Feci capriole di gioia. E fu vita”. Per Diari Toscani, Silvia Meacci cura la cronaca degli eventi di arte, cultura, società e attualità di Firenze ed ha contribuito alla rubrica Racconti Illustrati con il brano “Civico 30”, che sarà inserito nella prima antologia tratta dalla rubrica, in via di pubblicazione. Il volume “E ovunque donne che parlavano la mia stessa lingua” è finalista al Premio Letterario Nazionale Clara Sereni.
L’ispirazione per la raccolta di racconti è venuta, a Silvia Meacci, dalla sua esperienza di docente di italiano per stranieri. Le storie raccontate traggono spunto da donne che Silvia ha realmente conosciuto, nel momento in cui hanno deciso di regalarsi una vacanza a Firenze per imparare l’italiano. Storie apparentemente disparate, che raccontano di luoghi, usanze, stili di vita differenti e spesso lontanissimi tra di loro, ma di scelte, drammi, traumi, vittorie e reazioni comuni a tutte le donne, come la lingua che parlano, quella del cuore, quella di chi riesce ad andare avanti dopo ogni sconforto. Le differenze di idioma sono solo un dettaglio e Meacci lo mostra nella scelta dei nomi dati alle sue donne, che sono una continua variazione dello stesso: Jane, Joanna, Janina, Yi, Yana, in tutte le lingue del mondo o in una sola, quella parlate dalle donne. Lo stile delicato e pur capace di arrivare molto nel profondo di Silvia Meacci, l’immaginario fotografico e particolarmente attento alle sfaccettature emotive dell’autrice, trova nella raccolta di racconti la formula perfetta per esprimersi e per lasciare il segno.