Non avrebbe mai dovuto governare, invece lo fece per quasi 70 anni, diventando uno dei sovrani più longevi della storia. La vita di Alberico I Cybo-Malaspina, e, soprattutto, le vicende che, ancor prima della sua nascita, gli aprirono l’impensabile strada che lo portò a regnare sul marchesato di Massa e sul principato di Carrara, sono degne della trama di una moderna serie televisiva tra il gotico e il fantasy, ma suscitano ancor più brividi, perché sono vere. Dentro ci sono leggi stravolte, fratelli che si odiano, figli illegittimi, papi e cardinali corrotti, alleanze strategiche per guerre di interesse e una donna – la chiave di tutto – cattiva, avida, calcolatrice, ma capace, nel XVI secolo, di dimostrare di non essere inferiore ad alcun uomo.
La storia di Alberico I non può prescindere da quella di Ricciarda Malaspina, perché se lui poté diventare il sovrano più incisivo della terra apuana, il merito fu solo di sua madre.
Neppure lei era destinata a regnare, anzi, lei lo era, addirittura, meno di Alberico, il suo figlio prediletto, perché, oltre ad essere una secondogenita, era anche una femmina e nei territori del Sacro Romano Impero, in cui erano comprese anche le terre dei Malaspina, valeva la legge salica che permetteva di ereditare il regno, solo ai figli maschi.
Ricciarda era la seconda delle cinque figlie del marchese Antonio Alberico II Malaspina, nipote di Antonio I Malaspina, il capostipite della dinastia regnante sul ducato di Massa Carrara. La primogenita Eleonora, che comunque non poteva ereditare il ducato, morì subito dopo aver sposato, per volontà del padre, Scipione Fieschi, erede di una potente famiglia genovese. In seguito a questo fatto, Ricciarda fece il suo ingresso sulla scena politica dove sarà destinata a lasciare il segno: il padre la fece sposare con il vedovo della sorella, pagando profumatamente a papa Leone X, già la dispensa papale che concedeva il matrimonio tra cognati. Ovviamente Ricciarda non amava Scipione Fieschi: la sua speranza, era, tuttavia di mettere al mondo, al più presto un figlio maschio, perché suo padre, nel disporre le sue nozze, aveva anche stabilito che gli sarebbe succeduto il figlio primogenito di Ricciarda. Per rispettare la legge salica, Antonio Alberico, aveva disposto che in caso di morte dell’erede designato, il titolo e il regno sarebbero passati agli eventuali fratelli, oppure ai cugini, cioè ai figli maschi delle sorelle minori di Ricciarda, o, ancora, ai pronipoti del marchese, i Malaspina della Lunigiana. Soprattutto, Antonio Alberico, aveva nominato Ricciarda: “donna et madonna et usufruttuaria et herede della sua heredità et beni, infine a tanto che sia in età di concipere et generare figliuoli”. Finchè Ricciarda poteva generare figli, quindi potenzialmente poteva garantire la nascita di un maschio, lei sarebbe stata erede e usufruttuaria del regno del padre. E un figlio presto nacque, ma, ahimè era ancora una femmina: Isabella Fieschi. La successione del ducato non era ancora garantita. Ricciarda ereditò il regno, nel 1519, alla morte del padre, con il vincolo di dover fare un figlio maschio, e l’anno dopo rimase vedova. Il titolo e il regno che portava in dote avevano molto interesse per la posizione strategica del ducato di Massa Carrara rispetto a Genova e rispetto ai territori del nord. Papa Leone X, che era fiorentino di nascita, conosceva bene il valore della zona in cui convergevano le principali strade dell’epoca, per cui non perse tempo e appena saputo che Ricciarda era vedova si adoperò per farle sposare suo nipote Lorenzo Cybo, con l’aiuto del fratello di quest’ultimo, il cardinale Innocenzo Cybo. I due Cybo erano figli di Franceschetto, il figlio illegittimo di papa Innocenzo VIII e di Maddalena de’ Medici, figlia di Lorenzo il Magnifico e sorella di papa Leone X. Ricciarda già da tempo aveva lasciato Massa per vivere a Roma e a Firenze, in ambienti dominati dal lusso e dal piacere che erano gli stessi preferiti dal cardinale Innocenzo Cybo. L’attrazione tra i due fu inevitabile, così come la sostanziale incompatibilità con Lorenzo Cybo che, dopo soli pochi mesi dalla morte di Fieschi, divenne il suo secondo marito. Dopo tre anni, nei quali Ricciarda era stata soprattutto l’amante di suo cognato, nacque il primo figlio avuto da Lorenzo Cybo, ma ancora una volta era una femmina, Eleonora. Ci vollero altri due anni perché Ricciarda riuscisse, finalmente, ad avere il tanto agognato figlio maschio che le assicurava il regno sul ducato di Massa. Nel 1525 nacque Giulio Cybo, il destinato erede del regno di Antonio Alberico Malaspina e Ricciarda cominciò a tramare per ottenere il riconoscimento della sua casata accanto a quella del marito. Nove anni dopo, nacque Alberico, il terzogenito che era sì un Cybo, ma con ogni probabilità era figlio di Innocenzo e non di Lorenzo.