Chissà quante volte ci siamo passati davanti. Chissà quante volte ci siamo abbeverati alla sua fonte. Chissà quante volte lo abbiamo cavalcato da bambini. Chissà quante volte, in gioventù, abbiamo combinato, a qualche malcapitato intento a bere, lo scherzone consistente nel tappare con una mano il getto d’acqua parallelo al suo, provocando dalla sua parte un piccolo tsunami, che lo investiva e lo infradiciava completamente….
Ecco, sappiate che davanti a noi sorgeva un’eredità ricca di millenni. Parlo ovviamente del leone marmoreo con fontana, che sorge ai piedi del monumento dedicato a Beatrice D’Este in piazza Alberica a Carrara. Se vi recaste a Parigi, al Museo del Louvre, nello specifico presso la sezione dedicata all’antico Egitto, ne trovereste una copia pressoché sputata. Trattasi, nientemeno, che del cosiddetto “Leone di Nectanebo”. Era quest’ultimo un faraone della XXX Dinastia, che fece costruire, durante il suo regno, un Serapeo, luogo dedicato alla divinità Serapide, nonché sito presso il quale venivano sepolti i resti delle bestie ritenute tra le più sacre dell’Egitto antico: i Buoi Api. Indovinate un po’ chi c’era, a guardia di quel mitico luogo? Esatto: il nostro caro vecchio Leone di Piazza Alberica, posto come monito scultoreo all’ingresso della tomba, per scoraggiare eventuali profanatori. Quindi, d’ora in avanti, cercate di tributargli il rispetto che merita, quando lo incrociate, bevete la sua acqua, schizzate un vostro amico con lo Scherzone dello Tsunami, o fate sedere i vostri figli sulla sua groppa. Del resto, a proposito di “Buoi Api”…. i Buoi a Carrara furono, a loro modo, sacri per secoli, in quanto tenevano il posto degli attuali camion utilizzati per il trasporto dei blocchi di marmo. Le api sono state, recentemente, celebrate in un murales che sorge presso la Scalinata Monterosso, che si fregia di essere il primo eco-multimediale in Italia e che, purtroppo, è stato vergognosamente deturpato e rovinato dai soliti vandali pochi mesi dopo l’inaugurazione. Vi dice niente tutto ciò? A me molto: il vandalismo è una piaga universale che purtroppo a Carrara ha sempre avuto sfogo libero ed impunito. Anche lo stesso Leone albericiano ne fu colpito più volte, in passato, per poi tornare a risplendere, più forte e roccioso che mai. Capito, cari vandali? Lasciate stare api, felini ed altri arredi e suppellettili urbane. Deponete la vostra irrazionale voglia di distruzione senza senso ed imparate a rispettare la nostra bella realtà. Altrimenti, che la vostra personalissima “Maledizione del Faraone” possa prendere corpo in una sonora “boccata” di leone alle terga.
Così ha parlato Nectanebo…