Avete mai incontrato un’enternauta? Dialogare con una persona che è alla continua ricerca dei propri “continenti” interiori non può che essere da stimolo ed accrescimento per ognuno di noi. Daniela Nicolosi è una di queste, infatti è così che ama definirsi, dotata di grande sensibilità, di sete di imparare e di donare il suo aiuto al suo prossimo. Un’empatica viaggiatrice del cammino della vita. Daniela lavora in ospedale come infermiera nel reparto di anestesia del dipartimento di ostetricia di uno ospedale italiano, inoltre è docente in comunicazione ipnotica in corsi aziendali/ospedalieri all’istituto Franco Grandone di Torino. Madre di tre figli sempre in movimento, la sua è una storia ricca di fascino. Esperta di comunicazione ipnotica ed ipnosi medico clinica, ha come scopo portare sollievo nelle vite delle persone che incontra in ospedale con costanza e professionalità.
Qual è stata la sua formazione?
Dopo il diploma, mi sono iscritta alla triennale in infermieristica, conseguendo, successivamente, due master: uno in coordinamento e l’altro in anestesia e terapia intensiva. Nel 2016 poi ho iniziato la mia formazione in comunicazione ipnotica ed ipnosi medico clinica e dal 2018 sono docente in questa disciplina in corsi aziendali/ospedalieri e all’istituto Franco Granone di Torino, Centro Italiano Ipnosi Clinica Sperimentale. Nell’estate 2021 ho iniziato la formazione nell’ambito del salvataggio in acqua con Ariel concludendo i brevetti nell’estate 2022.
Quando ha capito quale sarebbe stata la sua missione nella vita?
Sinceramente, non l’ho ancora capito penso che dovrò continuare a crescere e a migliorarmi fino ad almeno 107 anni, spero, e, per questo, mi considero un’enteronauta, ovvero una persona che è alla continua ricerca dei suoi continenti interiori. Posso dire con certezza di sentirmi meravigliosamente bene quando aiuto alle persone ad attraversare i momenti difficili della loro vita e forse a pensarci bene è per questo che mi piace viaggiare. Sto iniziando a vedermi, a percepirmi e a sentirmi come “una compagna di viaggio “che ti accompagna per un pezzetto di vita”, sia essa la parte più lieta, come una nascita o una vittoria o una delle parti più difficili della vita da superare.
Ci parli del suo lavoro?
Sono un’infermiera di anestesia del dipartimento di ostetricia e ginecologia. Per tre giorni alla settimana lavoro in sala parto, occupandomi di tutto ciò che riguarda le pazienti dal punto di vista analgesico e anestesiologico, ovvero dalle dinamiche di emergenza /urgenza all’ assistenza alla parto, analgesia o assistenza anestesiologica durante i tagli cesarei ed altri interventi di chirurgia ginecologica. Dal 2016, quando viene richiesta la mia presenza come professionista esperta in comunicazione ipnotica, avvicino le future mamme alla scoperta di questa meravigliosa tecnica, che offre la grande opportunità di imparare a gestire meglio l’ansia, la paura e il dolore del parto. Allo stesso modo per i restanti giorni della settimana mi occupo di comunicazione ipnotica ed ipnosi medico clinica in sala operatoria in particolare nella sala di ginecologia, durante alcuni tipi di chirurgia minore, come ablazioni endometriali di polipi e fibromi/miomi o per l’asportazione di fibroadenomi mammari.
L’ipnosi è una tecnica affascinante, ce ne parli di più…
L’ipnosi medico clinica non è niente altro che una tecnica magistrale di rilassamento ed autocontrollo, magistrale perché permette di raggiungere in brevissimo tempo dei livelli di rilassamento molto profondi ed intensi e di scoprire grazie alla calma e all’autocontrollo la neutralizzazione dei pensieri limitanti. In questo modo il cervello lavora meglio ed è in grado di orientarci verso quelle, che sono le nostre caratteristiche migliori, quelle che spesso non sappiamo neanche di avere. Quando siamo arrabbiati o di cattivo umore tiriamo fuori, solitamente, il peggio di noi, mentre quando siamo rilassati e siamo in autocontrollo e benessere affiorano le nostre migliori capacità. Purtroppo l’ipnosi è stata ostacolata dagli illusionisti dell’avanspettacolo che ancora oggi tramandano false notizie fuorvianti alla popolazione, non solo confondendola sul suo vero significato, ma incutendo paura sul fatto che possa esistere veramente una lettura del pensiero o un obbligo di dire o fare cose che non si voglia fare. Questi sono messaggi completamente sbagliati che purtroppo circolano ancora troppo in programmi TV o sui social. Sarebbe bene pubblicizzare di più il fatto che tecniche come l’ipnosi medico clinica possono, addirittura, salvare la vita in tutti quei casi dove ad esempio pazienti con diversi disfunzioni multiorgano non reggerebbero gli effetti collaterali di una pesante anestesia mentre con la complementarità dell’ipnosi si ha la possibilità di far ridurre, in modo importante, il quantitativo di farmaci anestetici e analgesici usati comunemente per gli interventi, limitandone così gli effetti indesiderati. Ma questo è solo uno degli innumerevoli campi di applicazione. Si usa, infatti, anche per agofobie, tocofobie, claustrofobie da RMN in tutte le procedure diagnostico-terapeutiche, che richiedano l’ipnosi come ansiolitico e per la gestione della paura e del dolore. Mi riferisco ad esempio a gastroscopie, colonscopie, broncoscopie, esami cardiologici invasivi, cure odonto-stomatologiche, cure palliative e ancora tanti altri campi di applicazione. L’ipnosi, inoltre, viene utilizzata in campo sportivo e nello spettacolo come preparazione al miglioramento della performance di atleti, cantanti, attori e in campo militare e aereo spaziale. Insomma in tutti quei contesti in cui è necessario imparare a gestire, ansia, paura e dolore, per un continuo miglioramento delle proprie capacità.
Cosa significa saper gestire il dolore?
Il dolore non si limita alla sola stimolazione di particolari recettori da parte di agenti di varia natura e d’intensità. Il dolore è sempre legato a ciò che abbiamo già vissuto, indietro nel tempo, sotto forma di sofferenza e brutti ricordi oppure è proiettato nel futuro per la paura di cosa potrà mai accadere. Imparare a gestire il dolore significa imparare a riconoscere che tipo di dolore abbiamo davanti.
Il dolore ci dà indicazioni per modificare un nostro modo di vivere?
Quando abbiamo male ad un ginocchio sappiamo che dobbiamo stare a riposo, quando abbiamo le contrazioni del parto sappiamo che è ora di andare in ospedale perché il parto si avvicina e tutto questo ci parla e ci protegge. Riconoscere che tipo di dolore stiamo provando significa capire se è di origine fisica o se è morale. Una volta fatti i conti con noi stessi sarà poi possibile attraversare quel dolore, guardarlo in faccia, riconoscerlo per poi fargli cambiare forma, alleggerirlo, rimpicciolirlo, togliergli potenza e luminosità e sostituirlo con immagini di benessere. Saper gestire il dolore vuol dire sapere che quando sei tranquillo rilassato e in autocontrollo riesci a tirare fuori solo il meglio di te e in mezzo al meglio scoprire quelle tue abilità strabilianti che non sapevi neanche di avere per riuscire a superare gli ostacoli della vita in modo diverso e nuovo.
Cos’è per lei l’inconscio?
Nel gergo anestesiologico una persona incosciente è una persona che non è sveglia, né lucida, né collaborante. Quindi l’inconscio potrebbe rappresentare quella parte della nostra mente e dei nostri pensieri che non sa di sapere. Forse l’inconscio è un’isola di microeventi danzanti. La coscienza, per me, è un fenomeno unificato su larga scala, emergente da una miriade di micro eventi fisici, finché, un grado sufficientemente alto, di correlazioni interne e legami casuali, consente all’isola di microeventi danzanti nel cervello, di emergere. Voi vivete in una singola realtà. Vi appare un mondo singolo, unificato.
Perché si è avvicinata a questo approccio?
Da esperta del dolore ho imparato a soccorrere gli infelici. Mi sono avvicinata all’ipnosi in un periodo particolare della mia vita lavorativa Quando ho iniziato a lavorare in sala parto, dopo diversi anni di rianimazione, stupidamente pensavo che le cose sarebbero state diverse. In rianimazione avevo visto e vissuto tanti drammi. Pensavo che la sala parto, con le sue rose e i suoi fiori, avrebbe alleggerito tutto quel dolore, ma, purtroppo, non avevo fatto i conti con la sofferenza di tutte le altre donne. Le cose non vanno sempre bene, lì. Non si soffre “solo” per il parto. Dico “solo” sarcasticamente, perché solo sul dolore del parto visto come una condanna biblica per le figlie nate femmine dal tempo dei tempi, già solo su questo argomento ci sarebbe da scrivere un libro. In sala parto quando succedono “certe cose” ti sembra di non respirare per quanto è stretto quel nodo in gola e gli occhi si annebbiano per le troppe lacrime. Sto parlano di gravidanze non desiderate di donne intrappolate nel loro dolore, di aborti spontanei o terapeutici, di morti intra-uterine, quelle in età gestazione già avanzata, dove una vita si spegne ancor prima del divenire. Inutile dire che, dopo pochi mesi, sono entrata tremendamente in crisi e stavo così male, che quando tornavo a casa dal lavoro, non riuscivo neanche a prendermi cura della mia famiglia, come avrei dovuto. I miei figli mi parlavano ed io continuavo a rivedere e risentire le scene di dolore della giornata. Poi un giorno è arrivata la proposta di partecipare ad un corso propedeutico d’ipnosi clinica e qualcosa dentro me si è acceso. Beh, inutile dire che è stato il primo corso di una lunga strada. Uno strumento di continua crescita e miglioramento per la vita.
Cosa ha rappresentato e cosa rappresenta per lei il suo lavoro.
Il lavoro per me rappresenta un grande strumento di riflessione e una grande spinta motivazionale. Più volte mi sono chiesta se avevo fatto la scelta giusta lavorativa o se ero stata suggestionata o spinta dagli eventi della vita di quel tempo, abbandonando quelli che, in origine potevano essere i miei sogni. In realtà, mi sento felice e realizzata, quando una persona mi concede l’onore di accompagnarla, anche solo per qualche passo, durante quel cammino difficile della loro vita. Così in punta di piedi mi avvicino e, poi, con immenso rispetto dopo averle accompagnate lascio la loro mano allontanandomi piano piano e in silenzio con un sorriso.
Lei è una madre, una donna che lavora e che ha passioni. Come riesce a gestire tutto.
Non riesco assolutamente a gestire tutto. Negli anni sto imparando cosa è più importante, dando a queste la precedenza su tutto il resto. Ho anche capito che c’è un tempo giusto per tutto, un tempo per riposarsi dove bisogna assolutamente approfittarne e un tempo dove si corre e non ci si ferma mai spinti da quella energia di ispirazione che ti fa alzare al mattino perché non vedi l’ora di iniziare a fare. Quindi mi assicuro che i miei ragazzi stiano bene e che siano sereni. Trascuro un po’ la casa. Prendo fiato con le mie passioni per ricaricarmi della giusta energia di slancio che mi servirà poi per lavorare e per essere ispirata.
Provi a parlare alle donne che ci stanno leggendo e che hanno bisogno di un consiglio. Lasci un messaggio a chi ci sta leggendo.
Donne e Dolore In una concezione nuova e diversa Il dolore potrebbe essere inteso come un momento di svolta. In genere si cerca solo di rimuoverlo o di nasconderlo sotto forma di odio o rabbia per chi l’ha procurato. Ma in realtà il primo passo per prenderne le distanze è proprio quello di attraversarlo. È come cercare una radice che dia senso al tuo dolore E nella tua ricerca, quando segui bene le tracce che qualcuno ha lasciato a terra per aiutarti a trovare la strada, ti rendi conto che Esiste un tipo di violenza molto sottile fatto di Parole affilate come lame È poco differente dal dolore fisico Tant’è che a volte la violenza fisica viene intesa come una liberatoria dalla differenza Altrimenti dove rimani imprigionata dalla mente. Sono ferite che vengono inflitte giorno dopo giorno da quelle parole che ti limitano a livello mentale e che rendono Impossibile e sbagliato il tuo modo di crescere ed essere impedisce alle donne di emanciparsi e di scegliere davvero liberamente e per sé. Ci è stato insegnato che il valore di una donna risiede nella bellezza, ma anche che deve essere silenziosa e affidabile, e che deve sacrificarsi per il bene degli altri, che in cambio di tutto questo l’uomo si prenderà cura di lei. L’immaginario romantico è alla base, quindi, di un tipo di relazione squilibrata, impari, a volte anche violenta e abusante, perché la donna viene considerata come un bene materiale. Violenta e abusante come un bene materiale si trovano spesso in relazioni dolorose, spinte a desiderare un partner ideale che non esiste e che le salvi dalla loro condizione di insoddisfazione o sofferenza, proprietà privata, sul possesso e l’esclusività Se qualcuno ti dice Come vestirti come mangiare a che ora alzarti Ti trasforma in schiavo E ti metteresti ad urlare Per la vostra Libertà Se qualcuno Cambia con la forza la realtà che ti circonda vi sentite schiavi Se qualcuno Determina come vi dovete sentire dentro è comunque schiavitù Qualcuno può decidere se siete felici o infelici non è schiavitù questa Se il tuo benessere dipende solo da quello che succede intorno a te la possibilità che tu stia sempre bene sarà molto remota. È possibile solo creando una distanza tra come ti senti dentro e ciò che accade realmente fuori. Chi vorrebbe determinare cosa succede dentro di voi? Gli eventi intorno a voi potrebbero non essere determinati da voi ma La vostra esperienza di vita su questo pianeta è stabilita da voi al 100 per cento se ne prendete il controllo. Una donna si rialza sempre anche quando non ci crede anche se non vuole.
Foto per gentile concessione di Daniela Nicolosi