Di mortai abbiamo già avuto modo di parlare, in queste sedi, ma dobbiamo farlo ancora. Che ci crediate o no, questi utensili da cucina, molto spesso, fanno parte integrante di parecchie costruzioni carrarine. Rasando i loro muri, infatti, non è per nulla raro trovarli incastonati nella sezione dei medesimi. Questo specifico mortaio potrete incontrarlo in corso Rosselli, lungo il muro dirimpetto al civico 27 (quest’ultimo a propria volta rimarchevole, per il suo tettuccio liberty in ferro battuto finemente lavorato). È un mortaio particolarmente interessante per il fatto di avere al proprio interno un volto umano con una mano davanti, nell’atto di soffocare quello che ha tutta l’aria di un moto di stupore. Ecco: voi non soffocatelo mai, anzi: stupitevi, stupitevi senza risparmio di tutto quel che vi circonda e di queste piccole grandi cose. Giocando sull’assonanza con la parola mortaio, vorrei proprio ricordarvi quel che diceva un certo Albert Einstein: “Chi non è più in grado di provare stupore nè sorpresa è, per così dire, morto: i suoi occhi sono spenti!”.
Capito? Ora andate. E stupitevi