Dopo il grande successo dell’anno scorso, ritorna a Firenze l’iniziativa, voluta dal comune, per allietare il Natale dei bambini delle famiglie fragili. Gli assessori al commercio Giovanni Bettarini e al welfare Sara Funaro, con una delibera approvata in giunta, hanno aperto la campagna di adesione per i negozi di giocattoli: “È un progetto a cui teniamo molto, perché ha già donato sorrisi e gioia a tanti bambini, che hanno ricevuto un dono grazie alla generosità dei fiorentini”. Recandosi nei negozi che esporranno in vetrina il logo identificativo de “Il giocattolo sospeso” e il numero assegnatogli dal comune, chi lo desidera, potrà acquistare, in modalità anonima, un gioco e lasciarlo nel punto vendita. Alla vigilia di Natale il dono sarà consegnato ai bambini di famiglie fragili, da associazioni di volontariato, coordinate dalla direzione Servizi sociali, che è a conoscenza delle fasce economicamente più deboli della cittadinanza.
Molte città italiane si sono fatte promotrici di iniziative di beneficenza simili, con nomi o modalità organizzative diverse: Carrara, Piombino, Milano, Napoli, tra le altre. La fonte di ispirazione è l’usanza partenopea del “caffè sospeso”, vale a dire, l’abitudine di lasciare un caffè pagato a chi, in difficoltà economiche, ne abbia bisogno e non possa permetterselo: gesto di ammirevole generosità, che si è tentato di esportare anche in altre città italiane, non sempre con lo stesso riscontro.
Ma cosa c’è all’origine del “cafè suspese”? I ricordi che Luciano De Crescenzo ha lasciato in interviste e narrazioni, relativamente a tale tradizione, dicono molto dello spirito napoletano, inconfondibile e solo parzialmente emulabile. C’è una radice umanistica alla base di tutto, calore ed eleganza e forse una pratica di gratitudine, come se il caffè lasciato pagato fosse un’offerta all’umanità. “Quando ero ragazzo – diceva De Crescenzo – nei quartieri popolari, esisteva una tradizione stupenda: il caffè sospeso. Quando uno era felice per qualcosa che gli era capitato andava al bar e chiedeva: ‘fatemene due, uno per me ed uno ‘sospeso'”.mPerché “la tazzulella ‘e cafè” per i partenopei è una scusa per stare insieme, un rito, una scossa, un senso di appartenenza.
Sul modello del caffè sospeso è, dunque, nato “Il giocattolo sospeso” che, complice lo spirito natalizio che dovrebbe far sentire tutti più buoni, potrà far felice qualche bambino.