• Sab. Nov 23rd, 2024

Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Modi di dire e parole tipiche del dialetto carrarese (prima parte)

DiTiziana Telara

Nov 7, 2022

Il dialetto carrarese ha una lunga serie di termini assolutamente propri e molto caratterizzanti. Quella che segue è una piccola catalogazione di parole tipiche con il loro significato.

A tè: intercalare utilizzato per richiamare l’attenzione di qualcuno
Almànc: almeno
A’rmanèr: rimanere
A’rguadjar: rimediare, trovare
A’rguadjàrs: prendersi cura di se stessi
A’rpiàrs: riprendersi
Badòti: castagne bollite, usato anche volgarmente per indicare i testicoli
Bagàsch’: ragazzino che per guadagnare due spiccioli aiutava i cavatori trasportando secchi pieni di scarti del marmo (marmettole), storicamente è il ragazzino che nelle miniere doveva sottomettersi ai voleri del suo datore di lavoro anche sottoforma di molestie sessuali, da qui il termine Bagascia
Barbantàna: strega, talvolta la Befana
Baròz: carretto
Batacùl : capitombolo, capriola
Baìsha : saliva
Bausciòn: sbrodolone
Bèg: verme
Biashàr: biascicare, parlare con la bocca impastata
Bicèr : bicchiere (e specialmente bic’rin, soprattutto in riferimento ad una bevuta in compagnia, una sbic’rata)
Bisìca : ansia
Biscènfio: gonfio,satollo
Bòda : rana
Bòda Cozzala: tartaruga, letteralmente sarebbe “la rana col guscio”
Bòna (o aperta) : buonasera/notte, usato anche quando l’interlocutore non ha capito quello che è stato fatto intendere
Bòna (o chiusa):buona, bella
Bòz: bozzo, acquitrino, ragazza non attraente
Brind’lòn: penzoloni, larghi
Bubanìcia: grillo-talpa
Buscaiòl: lavoratore che per buscarsi da mangiare eseguiva lavori pesanti, come il trasporto di lastre di marmo sulla schiena (specialmente al porto di Marina di Carrara)
Buti: germogli – o bevuti, participio passato di bere
Butìn: bottino, concime biologico creato con acqua ed escrementi animali
Buzi: scarti (nel gioco delle carte)
Cà: casa
Calcinèli: arselle
Calda Calda: cecìna, farinata cioè impasto di farina di ceci e acqua cotta in forno, tipica ligure e toscana
Canèl: mattarello
Cantaràn: comò, cassettiera
Cap’leti: cappelletti, tortellini
Catàr: cosa, oggetto
Ciàmpa: gamba, in senso spregiativo
Ciampicòn: è detto della persona maldestra che incespica sempre o si muove in modo goffo
Ciampàta: pedata
Cicàla: cannocchia
Cicalòn: uno che butta via i soldi
Ciòc: pezzo di legno, colpo, rumore di qualcosa che è caduto o è stato colpito (chiocco);nel carrarino il gruppo”ci” viene sostituito da “Z”
Cimùr : cimurro, inteso come: raffreddore
Còci : cocci, pezzi rotti
Cocòmbla: cocomero, anguria
Còli: cavoli
Coltròn: coperta pesante
Creki: coccole
Cuciàr: cucchiaio
Cunìggi: conigli
Cushì: così (tipico del massese)
Cultèd: coltello
Dotòr: dottor
Drent: dentro
Embr’z : embrice, “mus’ a embr’z” si dice a persone dalla faccia schiacciata e “tegolosa”, o a personaggi non molto scaltri
F’nòz : finocchio (omosessuale in senso dispregiativo)
Fant : o anche fantòt’, giovanotto, in genere adolescente (più cresciuto di un M’nin che è il bambino) usato anche al femminile: fanta,ragazza
Fava: genitale maschile
Ficòne/Ficonà ta: Pugno
Fòk: fuoco
Fòla: bugia, storia
Fruttìn: succo di frutta (nel brik o nella bottiglietta di vetro)
Fugazìna: focaccia (salata), è particolarmente gustosa la “fugazìna con l’fioròna“, ovvero la focaccina ripiena di fichi fioroni (privati del loro picciòlo), che maturano a luglio
Furzìna: forchetta o forcina per capelli
Gadèt: galletto (detto anche a uomini che voglion strafare)
Ganàscia: mandibola, per traslato bocca
Gargana: interiora di animale morto, specie di pesce
Ghiàz’: ghiaccio
Gòkia: ago
Gòm’t (o aperta) : vomito
Gòm’t(o chiusa) : gomito
Goned: vestito da donna
Gonèla: gonna
Granàta: scopa
Grembiàle/Grumbial: grembiule
Guàza: rugiada
Guèrc: cieco
Gusce: gusci
Gnòri: coccole
Kiakiere: frappe o chiacchiere
Kiòk: incidente, botto
Kiuìn: uccellino
Lav’lìn: zingaro (dispregiativo)
Lèrfo: labbro (nelle sue varie accezioni)
Lerfon: schiaffone in faccia