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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Le stole d’autore di Francesca Vannini

DiSilvia Ammavuta

Ott 26, 2022

Francesca Vannini, laureata in lingue e letteratura inglese, per anni si occupa di formazione e marketing per importanti scuole e aziende internazionali. Le piace quello che fa, la soddisfa, fino a quando, nel 2007, al marito Elio, laureato in giurisprudenza, si affaccia il desiderio di aprire un’azienda di tessitura. Per entrambi è l’inizio della trama di un nuovo mestiere, che li porta a produrre per ditte e aziende importanti con firme nazionali e internazionali.

L’incontro con Francesca inizia con queste parole: “Non rinnego il mio lavoro passato, mi piaceva. Quello della Filidilana è nato casualmente e mi diverte. Non chiedermi quale sia la logica perché non c’è!”. Mai mi sognerei di chiederglielo, anzi, seguendo il parallelismo con la scrittura, le chiedo perché la ditta si chiami Filidilana, a me quei fili incuriosiscono. La risposta, seppure potrebbe risultare scontata, è in linea con il pensiero che sto elaborando. I fili sono la materia prima, sono pregiati, sono naturali, e vanno a costituire l’ordito che, unitamente a quelli della trama, concorrono a formare il tessuto. In poche parole lo stesso che avviene nella mente di uno scrittore: il filo dei pensieri che, legato ai personaggi, tesse la trama di una storia.

Francesca parla dei prodotti della sua azienda con amore, come fossero sue creature, e in effetti lo sono. No, non ha mai lavorato al telaio: per fare questo ci sono i tessitori professionisti, ma, al fianco della stilista, cura ogni articolo con passione e dedizione. Mi confida un progetto che ha in mente, è un embrione in crescita: il giorno in cui vedrà la luce, faremo un altro incontro per dedicargli lo spazio dovuto. Sarà l’occasione per tornare in questo luogo in cui il rumore di sottofondo è quello dei telai, che cantano la loro musica e che mi riporta all’infanzia, quando passavo alcuni pomeriggi da una signora che tesseva in casa. Torno nel presente, pur conservando quella piacevole sensazione che arriva dal passato, nel vedere due telai artigianali in legno che risalgono ai primi anni ‘40, telai antichi per una tessitura moderna. “Telaini”, li chiama Francesca, date le dimensioni notevolmente inferiori rispetto agli altri. Questi telaini sono il “fiore all’occhiello” della Filidilana, e vengono usati principalmente per produrre stole in puro cashmere, lino, alpaca e lana. La loro caratteristica è dare vita a trame artigianali, anche a rete, con degli intrecci preziosi, che rendono gli articoli estremamente pregiati. Francesca si sofferma sulla loro caratteristica, la cimossa – sì doppia esse, non ho scritto male. La cimossa laterale è una sorta di orlo, una lavorazione molto pregiata. Pochissime tessiture fanno questo tipo di rifinitura.

Memore di quei pomeriggi a casa della tessitrice e del fascino che subivo, nel vedere i tessuti prendere vita da quei movimenti ripetitivi, le chiedo cosa provi lei quando vede nascere le sue stole: “La sensazione, nel vedere come, da un insieme di fili, nasca un oggetto, è una gioia, non solo per la sua nascita, ma anche per la “vita” che quell’oggetto avrà dal momento, in cui verrà indossato. Sapere che i nostri prodotti vengono apprezzati, è motivo di soddisfazione e di orgoglio, sono conferme continue, le stesse che provo quando le clienti tornano nell’outlet, con indosso un nostro articolo, per acquistarne altri ancora”.

Eh sì, perché all’interno dell’azienda c’è pure un outlet, in cui vengono venduti accessori di moda a marchio loro: “Vertigo Firenze made in Italy”, presente anche in alcune boutique a Firenze. Nell’outlet scorrono in un video le immagini dei telai, in cui vengono mostrati i passaggi della creazione dei prodotti. Resto a osservare. “Nelle clienti, questi video suscitano stupore e meraviglia, in fondo è la nascita di accessori che verranno indossati da alcune di loro. È una realtà fiorentina che inorgoglisce”.

Ci discostiamo dal canto dei due telai Jaquard, per proseguire il cammino del suo mestiere che, gioco forza, ha preso anche altri risvolti. Durante la pandemia, per scelta, l’azienda ha chiuso al pubblico e le vendite sono proseguite grazie a un sito online che, tuttora, Francesca segue personalmente. Mi confida che, per lei, è un piacevole e divertente balocco: “Forse da psicanalizzare!” esclama sorridendo.

Mi racconta un aneddoto: “Nel 2020 ricevetti una telefonata dalla sartoria del canale televisivo La 7. Mi chiesero degli articoli per la conduttrice Myrta Merlino. Pensai a uno scherzo e risposi in maniera distaccata, suggerendo di inviare una e-mail in azienda. Con mia grande sorpresa la e-mail arrivò e più di una volta le nostre stole fecero la loro comparsa in televisione. In seguito fui invitata in alcune trasmissioni, che hanno portato tanta pubblicità a una realtà piccola come la nostra”.

Anche se Francesca Vannini la definisce piccola, Filidilana ha, sicuramente, un suo peso nella realtà circostante, in quanto, i tessuti che escono dai loro telai vengono affidati per alcuni tipi di lavorazione ad aziende locali o presso collaboratori esterni, andando a costituire una rete di fiducia e lavoro.

Mentre parliamo, mi indica altri due telai: “Questi sono elettronici, fanno i loghi. È fantastico vedere come da dei fili nascano parole o il disegno dei prodotti di marca. Potrebbe sembrare semplice dato che viene fatto dal computer ma non è così matematico, a monte c’è uno studio preciso e scrupoloso”.

Alcune domande veloci prima della conclusione del nostro incontro: le chiedo qual è il loro cavallo di battaglia: “Foulard stampati su tessuti pregiati e stole in cashmere, il cui filo è l’altro nostro fiore all’occhiello”. Quali sono i fili particolari: “Un filato di origine vegetale: il mio obiettivo è andare incontro alle esigenze di tutti e, in questo caso, anche chi è vegano potrà avere articoli in un tessuto che nasce dalla resina del faggio. La mia politica è che la gente sia contenta di tutto dal prezzo al prodotto. Forse anche questa è stata una carta vincente”.

Anche quest’anno Francesca ha partecipato al festival de “L’eredità delle donne”, direzione artistica di Serena Dandini, che si è tenuto a Firenze dal 21 al 23 ottobre. Sicuramente un’altra opportunità per far conoscere la realtà di una delle più antiche forme di artigianato: la tessitura, e la bellezza del prodotto italiano sul quale Francesca ha puntato fin dall’inizio di questa avventura.

Foto per gentile concessione di Francesca Vannini