Palazzo Davanzati a Firenze è un museo che rimane impresso nella mente e nel cuore in modo indelebile. Così è successo a me fin dai tempi della scuola, da quando ci sono stata in visita con la classe. Con il suo forte potere evocativo innescava la mia immaginazione: le suggestive scale di pietra, la Sala dei Pappagalli, la Camera dei Pavoni. Ci sono ritornata più volte con amici che venivano da fuori e l’ho sempre raccomandato a tutti. Uno straordinario esempio di architettura residenziale del Trecento che vide alternarsi fortuna e degrado fino a quando, nel 1904, grazie al collezionista Elia Volpi, diventò un contenitore che lui riempì con i suoi dipinti e arredi preziosi.
Negli ultimi sei mesi il museo è stato chiuso per la realizzazione di un nuovo allestimento e da fine settembre ha riaperto le porte ai visitatori. È stato emozionante vedere il rinnovato assetto in occasione della conferenza stampa. “Era difficile creare un museo moderno ma era giunto il momento di ripensare a dargli un altro taglio, meno legato al mondo dell’antiquariato e più vicino al visitatore, più didattico” ha spiegato il responsabile del museo, Daniele Rapino.
Il primo piano, con gli arredi del Trecento e Quattrocento, risulta attualmente più sgombro. Si è lavorato a sottrazione per ricreare più fedelmente l’arredamento essenziale del periodo e mostrare l’evoluzione culturale abitativa via via che si sale ai piani superiori. Si è intervenuti anche sugli impianti sostituendo i corpi illuminanti che consumavano molto con i LED.
Al secondo piano troviamo dipinti e mobili del ‘500, ‘600 e ‘700. Meraviglioso l’Armario, il mobile del 1530 intorno al quale sono stati esposti pugnali, armi, corazze, in un contesto tutto cavalleresco. L’idea di creare “isole culturali” attorno ai pezzi più significativi è a mio avviso indovinatissima. Per il nuovo allestimento è stata di nuovo esposta dopo trenta anni la coperta Guicciardini i cui ricami formano una narrazione “a vignette”.
Il terzo piano è dedicato alla pittura domestica quattrocentesca. Bellissimi il desco da parto raffigurante il “gioco del civettino” e i misteriosi “Trionfi ” dello Scheggia, quattro tavole dipinte e ricurve di cui gli studiosi non sono ancora riusciti a capire l’uso.
Anche la collezione dei merletti è stata valorizzata grazie alla consulenza dell’esperta di tessili antichi Marina Carmignani che ha spiegato: “È nata a fine anni ’70, è la seconda in Italia, come collezione esposta“. Il visitatore troverà delle teche con biancheria femminile, per neonati e per la casa. Ampi mobili con cassetti a scomparsa permetteranno di curiosare e ammirare i dettagli. Mi è sembrato di essere in una Wunderkammer in cui gli indumenti, le trine, le cuffiette parlavano. Un microcosmo che ha registrato i cambiamenti della società in quanto a moda, pudore, abitudini, sessualità.
A presentare il nuovo allestimento, oltre al direttore dei Musei del Bargello Paola D’Agostino, che è stata forza promotrice del rinnovamento, l’architetto Lorenzo Greppi, Daniele Rapino e Marina Carmignani, sono intervenuti il presidente della Toscana, Eugenio Giani e la vice sindaca Alessia Bettini che ha sottolineato: “È importante riportare i giovani e ‘i visitatori a passo lento’ in un museo come Palazzo Davanzati, capace di restituirci la magia del quotidiano“.
Prenotazione e acquisto biglietto: qui.
Orario di apertura (a partire dal 1 ottobre)
Dalle ore 8.15 alle ore 13.50: martedì, mercoledì, giovedì
Dalle ore 13.15 alle ore 18.50: venerdì, sabato e domenica
Giorni di chiusura: il lunedì, la I, III e V domenica del mese
© Foto di Silvia Meacci