Dove andiamo questa settimana: Martha’s Vineyard, Massachuttes, USA
Coordinate: 41°24′N 70°37′O
Distanza da Firenze: 6.417 km
Per essere un punto quasi invisibile sulle mappe, Martha’s Vineyard, piccola isola statunitense affacciata sull’oceano atlantico, è stata teatro di molte vicissitudini, alcune curiose, altre un po’ meno. La storia allucinante di questa settimana fa parte di quest’ultime, e, anche se una specie di lieto fine, ha evitato un epilogo ben diverso, il suo carattere drammatico e degenerativo non deve sfuggire ad una riflessione attenta.
Frequentata da politici e vip democratici, l’isola è una famosa meta turistica, in cui il costo della vita supera la media nazionale del 60 per cento e i prezzi delle case sono superiori, addirittura, del 96 per cento.
Nel 1974 Steven Spielberg la scelse per le riprese de “Lo squalo”. Jaqueline Kennedy vi ha risieduto fino alla sua morte, nel 1994. Pochi anni più tardi suo figlio J.F. Kennedy Jr. trovò una tragica fine, precipitando davanti alle coste dell’isola col suo piper, insieme alla moglie e alla cognata. Trent’anni prima, sulle strade di Martha’s Vineyard, un altro Kennedy, Edward “Ted” Kennedy, provocò la morte della giovane donna che viaggiava con lui in auto, guidando con negligenza. La famiglia Clinton vi ha trascorso le vacanze estive durante e dopo la presidenza di Bill, mentre, nel 2019, gli Obama hanno perfezionato l’acquisto di una fattoria di 12 ettari. L’isola era una delle mete preferite anche da John Belushi, che è sepolto proprio qui. La sua tomba è, tutt’ora, una destinazione molto popolare, per chi visita questi luoghi.
Ebbene, proprio per questa sua caratterizzazione specificatamente democratica, Martha’s Vineyard è stata scelta dal governatore repubblicano della Florida, Ron DeSantis, per un’iniziativa senza precedenti, che raggiunge un livello di bassezza fino ad ora inesplorato.
DeSantis ha convinto, con l’inganno, un gruppo di 48 persone richiedenti asilo, a raccogliere le loro poche cose e ad imbarcarsi su due voli che, secondo le sue promesse, erano diretti a Boston, dove avrebbero trovato, finalmente, un alloggio e un posto dover poter ricominciare, lontano dalla paura e dall’insensatezza di una vita senza libertà. Ma i due voli non sono mai arrivati a destinazione. Il piano del governatore, in realtà, era quello di scaricare, sulla sciccosa isola progressista, i migranti e di abbandonarli al loro destino, come sacchi della spazzatura, omettendo di avvertire dell’arrivo le autorità dell’isola dell’arrivo dei due velivoli, per sfruttare l’effetto sorpresa. A suggello di questa oscenità, le immagini dell’arrivo degli spauriti migranti – girate ad hoc da un operatore di fiducia – sono state inviate alla Fox, emittente repubblicana, dove il governatore, intervistato, si è vantato della trovata.
La battaglia fra repubblicani e democratici sul tema dell’immigrazione è sempre stata serrata e divide i due schieramenti in modo profondo, come, e, forse più, delle tasse. I governatori degli stati del Texas meridionale, di Arizona e Florida, a guida repubblicana, accusano i loro colleghi democratici del nord di non rispettare le leggi sull’immigrazione nei loro stati, incentivando così chi vive in America Latina a partire per finire negli stati del sud. Da qui la conseguente reazione: Vuoi gli immigrati? Allora eccoteli, te li portiamo noi. Il trasferimento forzoso dei richiedenti asilo negli stati del nord, infatti, non è esattamente una novità. La cosa è iniziata qualche mese fa, nell’indifferenza dei media. Ha fatto notizia solo lo “scarico” di alcuni migranti davanti all’abitazione di Kamala Harris, vicepresidente USA, nello stato di Washington, forse, per questo, il governatore della Florida ha pensato bene di alzare il tiro, trasformando lo sbarco a Martha’s Vineyard in un’aberrante trovata propagandistica, giocata sulle speranze di queste povere persone: chi è stato interpellato, tra i migranti, sostiene, infatti, di essere stato convinto a partire con l’inganno. Per architettare questa spettacolare trovata pubblicitaria, non sono stati lesinati sforzi: per prima cosa, DeSantis ha convinto il parlamento del suo stato a sborsare diversi milioni di dollari, per portare persone senza documenti fuori da confini della Florida. Sebbene la sua visione politica faccia inorridire, il governatore non è stupido e, quindi, ha pensato bene di reclutare i richiedenti asilo di nazionalità diversa rispetto alla maggioranza di quelli che risiedono, regolarmente, nel suo stato, per non erodere la sua base elettorale. Così è andato in Texas, in un centro di accoglienza di Sant’Antonio, e ha convinto 48 venezuelani a partire, passando prima per la Florida e poi verso Boston. L’uso dei fondi pubblici e le menzogne usate per convincere i richiedenti, potrebbero configurare la violazione di alcune leggi federali, ma, al momento, non è chiaro quali di esse siano state effettivamente infrante. Per il governatore, però, la cosa peggiore non è questa. La sconfitta più dura gli è stata inflitta dalla comunità dell’isola che si è mobilitata, accogliendo i 48 in modo umano e cercando delle soluzioni per un loro inserimento.
Non è difficile immaginare il senso di privazione che devono provato i 48 migranti, una volta scesi dall’aereo e abbandonati a loro stessi. Sottrazione è la parola che riecheggia nella mia testa. A queste persone è stato sottratto tutto, persino la speranza; e non è stato fatto con la violenza o con il sopruso, perché a questo ci aveva già pensato il loro paese d’origine. Con una crudeltà degna di un tribunale della Santa Inquisizione, è stata usata la speranza per togliere speranza, in una macabra rielaborazione e riproposizione del concetto di schiavitù. Ma i mostri che nascono dalle nostre paure, dalle nostre debolezze, dalla falsa necessità di difendere a tutti i costi un certo tipo di vita, sono infinitamente più terrificanti delle forze “altre” che le mettono in discussione.
Fonte: Internazionale