Cabala in ebraico significa ricevuta, tradizione. Elio Toaff è stato di certo un predestinato nel ricevere quella tradizione che ha tramandato per lunghi anni. Nacque il 30 aprile del 1915 a Livorno, dove suo padre Alfredo Sabato Ariel Toaff era il rabbino capo della città toscana e da Alice Jarach, originaria di Casale Monferrato. Elio Toaff cresce respirando l’aria salmastra, quella brezza che accarezza i muri di Livorno. Sullo sfondo la Prima guerra mondiale e quel senso di inquietudine creativa che connoterà tutta la sua esistenza. Iniziò i suoi studi presso il Collegio rabbinico e parallelamente quelli liceali. Nella scuola rabbinica guidata da Elia Benamozegh si orientò verso gli studi della Cabala, il complesso delle dottrine mistiche ed esoteriche ebraiche circa Dio e l’Universo. Nel 1938 conseguì il titolo di rabbino e l’anno successivo, malgrado le leggi razziali fossero già in atto, la laurea in giurisprudenza presso l’Università di Pisa. Elio Toaff aveva assistito al trasferimento di Cesare e Renzo, i suoi due fratelli, avvenuto nel 1938. I congiunti avevano condotto le loro famiglie in Palestina. Elio fu convinto dal padre a restare mettendolo di fronte alle responsabilità di rabbino. “Un rabbino non ha la stessa libertà di scelta degli altri. Un rabbino non abbandona mai la sua comunità” Nel 1940 Elio Toaff conseguì l’ordinazione rabbinica e fu chiamato dalla comunità di Ancona. Il 1941, mentre infuriava la Seconda guerra mondiale, Elio Toaff venne nominato rabbino di Ancona. Nello stesso anno sposò a Firenze, Lia Luperini, un’insegnante di lettere. Elio Toaff svolse il suo incarico di rabbino ad Ancona nel periodo più drammatico dello scorso secolo. Fu molto attivo presso la comunità locale e riuscì a salvare molti ebrei dalla deportazione. Dopo il 1943, Elio Toaff e la sua famiglia si spostarono a Fabriano, poi in Toscana. Furono costretti a rifugiarsi in una miniera per sfuggire alle truppe tedesche e i fascisti in ritirata verso il nord. Nel 1944 partecipò attivamente alla resistenza. L’8 agosto del 1944 fu catturato dalle SS e condannato a morte. Venne liberato pochi istanti prima di essere ucciso, aveva ricevuto un segno, la Cabala. La guerra e sue rovine fisiche e psicologiche ferirono il paese e Elio Toaff. Nel 1946 fu nominato rabbino capo a Venezia e insegnò lingua e letterature ebraiche, presso l’Università Ca’ Foscari. Il suo arrivo a Roma avvenne nel 1951. La morte di David Prato rabbino capo della capitale, lo catapultò verso la maggiore comunità italiana e di fatto assunse il ruolo di capo spirituale dell’intero ebraismo italiano. Negli anni ‘50 e ‘60, a Roma vi furono numerosi episodi di antisemitismo, l’onda del fascismo non era ancora cessata. Durante le elezioni politiche del 1958, i neofascisti penetrarono nel rione S. Angelo, l’antico ghetto. Ci furono violente reazioni da parte della popolazione ebraica locale che Elio Toaff riuscì a sedare, riportando l’ordine e la tranquillità. Elio Toaff ebbe il merito di sviluppare, fin dal 1960, una serie di incontri con il cardinale tedesco Augustin Bea, al fine di avvicinare il pensiero della chiesa cattolica a quello dell’ebraismo. Durante il pontificato di Giovanni XXIII, ci furono i primi risultati delle relazioni intrecciate e Paolo VI, nel 1965, nella dichiarazione Nostra aetate, affermò che ciò accaduto durante la passione di Gesù non doveva essere imputato agli ebrei di allora e neppure a quelli viventi. Si deploravano le persecuzioni subite da parte del popolo ebreo e si condannava l’antisemitismo. Nel 1977 a Toaff fu diagnostica una malattia che sembrava incurabile. Riuscì a superare il pericolo di morte grazie ad un intervento chirurgico molto difficoltoso. Elio Toaff diede incarico ai suoi discepoli di effettuare la cerimonia cabalistica del cambiamento del nome, aggiunse al suo quello di Azriel. La cerimonia parte dal presupposto che il cambiamento serva a modificare il destino di una persona, ancora la Cabala nella sua esistenza. L’8 febbraio del 1981 avvenne uno storico incontro presso la canonica della chiesa romana di S. Carlo ai Catinari. Elio Toaff e papa Giovanni Paolo II sancirono la nuova intesa tra cristianesimo ed ebraismo. L’anno successivo, il 9 ottobre, ci fu un attentato contro la sinagoga di Roma. Cinque terroristi palestinesi spararono all’impazzata ferendo trentasette persone ed uccidendo un bambino di due anni. Elio Toaff fu mediatore e spense le tensioni, grazie all’intervento dell’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini. Il 13 aprile del 1986, papa Giovanni Paolo II effettuò una storica visita presso la sinagoga. Quella del papa al tempio maggiore consolidò quanto sancito nel Concilio Vaticano II. Elio Toaff rimase il punto di riferimento di tutta la comunità ebraica per tutta la vita. Fu attivo durante la guerra del Golfo nel 1991. Chiese che il Vaticano riconoscesse lo Stato d’Israele, funse da mediatore tra la sua comunità e lo Stato italiano. Il caso Priebke e la condanna verso i criminali nazisti, lo videro in primo piano nei rapporti nazionali ed internazionali. L’8 ottobre del 2001 annunciò il suo ritiro dalla funzione di rabbino capo. È deceduto il 19 aprile del 2015, pochi giorni prima di compiere 100 anni. Ha lasciato una traccia profonda nella comunità ebraica, è stato un religioso che si è vestito da politico, sempre guidato dalla luce della Cabala, il faro che ha guidato tutta la sua esistenza.