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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Se gli passaste accanto, probabilmente vi domandereste: “Ma che cosa è?”

DiSilvia Meacci

Set 8, 2022

Conoscete San Frediano? Quel rione che si trova in Oltrarno, o come dicono i fiorentini, “diladdarno”? È una zona verace, popolare e addirittura definita “il quartiere più cool” da Lonely Planet” nel 2017. Qui, all’ombra delle chiese Santa Maria del Carmine, Santo Spirito e Cestello, si trovano ancora i vecchi laboratori di artigiani, i negozietti di alimentari, le mescite, le mesticherie, ma anche si moltiplicano locali alla moda, eleganti e all’avanguardia. Nel tentativo di trovare un parcheggio, prima di lanciarvi nella movida fiorentina, vi potrebbe capitare di passare appena fuori dalla porta di San Frediano, nel rione adiacente, chiamato Pignone e precisamente in via dell’Anconella. Ed ecco che questa strada vi stupirebbe per la presenza di una grande struttura bizzarra che, vista per la prima volta, sollecita molte domande.

Di che cosa stiamo parlando?

È quello che rimane del gazometro (o gasometro) dell’Anconella, installato in città nel 1846. È uno dei pochi elementi di archeologia industriale ottocentesca che possiamo trovare a Firenze. 

Immagazzinava e regolava la pressione del gas prodotto dalla combustione del carbone ed era utilizzato per l’illuminazione pubblica, per il riscaldamento e l’alimentazione del vicino stabilimento del Pignone, nato quattro anni prima con il nome di “Fonderia di ferro di seconda fusione fuori la porta San Frediano”. Insieme costituirono il primo nucleo industriale di Firenze.

Le alte colonne in ferro del gazometro, svettanti in cielo e terminanti con decorazioni a forma di fiamma, sono gli unici elementi che rimangono dell’impianto originario. In passato, però, i pilastri delimitavano un grosso contenitore metallico pieno di gas e servivano a fargli da guida perché il contenitore potesse scorrere in alto e in basso. Era un gazometro a campana, chiuso cioè in alto, aperto invece alla base e, poggiando su una enorme vasca con l’acqua, era a pressione continua. Il gas era introdotto e distribuito da condotti in acciaio.

È interessante sapere che il carbon fossile arrivava dalla Gran Bretagna via mare fino a Livorno e poi da lì a Firenze via fiume. La posizione dove fu eretto il gazometro era dunque strategica per la vicinanza all’Arno. Quando si passò al  gas metano, negli anni trenta del secolo scorso, il gazometro, felice invenzione dello scozzese Murdoch, perse la sua utilità e gradualmente i gazometri presenti in moltissime città furono smantellati. A Firenze quello di via dell’Anconella fu tenuto in funzione fino agli anni settanta.

Il comune di Firenze ha denominato “Parco del gazometro” tutta l’area in cui si trovano la grande struttura di ferro, il vecchio deposito per il carbone, una ludoteca, un circolo ricreativo per “l’età libera” e due centri di solidarietà. Nel corso degli anni si è pensato di dare una nuova vita all’ex gazometro. Sono svariati i casi di riqualificazione di gazometri in città straniere come Londra, Stoccolma e Amsterdam, tra le altre. Molto bella anche la realizzazione della sede di Unindustria nell’ex gazometro di Viterbo. 

Per quello di Firenze le varie proposte di farne alloggi “biodinamici” oppure una spa con piscina e ristorante o di realizzarci un parcheggio sono state accantonate, così come è stata scartata l’ultima idea di creare una hub logistica per le merci. Perfino gli studenti della facoltà di architettura sono stati coinvolti per avere nuovi punti di vista e progetti. Ultimamente l’amministrazione comunale è più propensa alla creazione di una struttura di forma circolare e socialmente utile, probabilmente una ‘casa dei giovani’, formativa per l’arte e la musica.

© Foto di Silvia Meacci