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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

La casa non è solo un tetto sulla testa: Laura Ammavuta, agente immobiliare

DiSilvia Ammavuta

Set 7, 2022

La donna che ho davanti, seduta alla sua scrivania, condivide con me il cognome e tutto il corredo cromosomico. Laura Ammavuta è mia sorella. Potrà sembrare strano, raccontare il diario del mestiere della persona, che conosco da sempre e della quale credevo di conoscere tutte le tappe della vita, incluse quelle lavorative, eppure non è così: ci sono alcuni aspetti del suo mestiere a me ignoti. Laura è segretaria in un’agenzia immobiliare: conosco il suo ufficio, le sue colleghe, le sue datrici di lavoro, perfino il bagno ma, da quando tengo la rubrica Diario di un mestiere, ho realizzato che di quello di mia sorella conosco solo una parte.

Faccio un riepilogo sulle informazioni generali, lei annuisce. Inizia nel 1986 in una grande agenzia immobiliare a Firenze. Carattere brillante, inventiva, idee, spirito di organizzazione e voglia di lavorare le aprono le porte a quello che sarà il mestiere della vita. Dal 2015 lavora in un’agenzia immobiliare dai connotati un po’ particolari. Mi piace dare questa informazione, perché l’ambiente lavorativo è fondamentale per svolgere mansioni, che, dal di fuori, potrebbero sembrare ripetitive: nell’agenzia Scandicci Casa ci sono solo presenze femminili. Due imprenditrici e tre dipendenti: “Tutte donne!- dice Laura – Si respira un’aria di armonia e complicità, a volte ci possono essere delle divergenze, siamo essere umani, ma poi si trova la soluzione a tutto proprio per non turbare l’armonia di cui parlavo prima. Pensa che talvolta vengono in ufficio dei soggetti, sia per la vendita che per l’acquisto di una casa, che voglio definire stravaganti. Ecco, non so se è perché siamo tutte donne, fatto si è che le bizzarrie, che potrebbero mettere a dura prova la pazienza, diventano occasione di ilarità e simpatia anche con gli stessi soggetti stravaganti. Ci affezioniamo, li prendiamo a cuore, grazie anche al tipo di relazione che abbiamo fra di noi. E poi, diciamo la verità, ci sono giornate in cui ci facciamo anche delle belle risate!”

So, per certo, che, per Laura, l’ufficio è un po’ come una seconda casa. Lei è la prima a tirare su il bandone e l’ultima a tirarlo giù. Sulla scrivania un diffusore di profumo, su un tavolino bustine di tè, un bollitore, e di là, spazzolino e dentifricio, un cambio di vestiti, scorta di bottiglie d’acqua, cracker e biscottini, accanto alla scrivania delle piante.

Ridiamo insieme al ricordo di quando, giovanissima, appena arrivata nella prima agenzia, in cui fu assunta realizzò di stare annaffiando una pianta finta: “Decisamente non ho mai avuto il pollice verde… in quel caso però mi sentivo molto soddisfatta!”. Ridiamo di nuovo e torniamo ai giorni nostri.

Più o meno, quali siano le mansioni di una segretaria, oltre a quello del rapporto con i clienti, le ho chiare. Desidero, però, andare più a fondo, capire meglio non solo la relazione segretaria-venditore-acquirente, ma anche cosa rappresenti “il mattone” e tutto ciò, che è dentro la sua “amalgama”. Non intendo farvi una scheda tecnica della composizione del mattone: a me interessa capire cosa rappresenti per ognuno di noi. E per arrivare a questo, le ho chiesto cosa renda interessante il suo mestiere, perché è indubbio che le piaccia.

Mi guarda con un’espressione di stupore, racchiusa in un sorriso. “Ehhhh, boh? Mi occupo dell’ufficio facendo tutto ciò che è necessario – sorride ancora – ho perfino imbiancato perché c’era una parete macchiata, tanto arrivo sempre una mezz’ora prima dell’apertura. Comunque, mi piace il rapporto che costruisco con i clienti, con alcuni di essi si creano legami di simpatia. Fornisco informazioni, spiego l’iter per vendere e comprare un appartamento, la base di tutto ciò è l’onestà nei loro confronti, non ultima la valutazione dell’immobile che deve essere sempre reale e, altra cosa importante, non devono sentirsi vincolati… costretti. I clienti arrivano da noi, oltre che dalla ricerca su Internet e dai feedback, prevalentemente sul passaparola, è questa la chiave vincente”. Il primo pensiero, che mi viene in mente, dopo quanto mi ha detto, è: fiducia, a seguire, le espressioni investire nel mattone e bene rifugio.

Fuori dubbio, la casa è un investimento che rende tutti i mesi, se la metti a reddito per affittare, così come è un rifugio, sotto tutti gli aspetti. Mi frullano in testa molteplici connessioni: se è vero che in una casa si investono soldi, è anche vero che, in quelle mura, si investono aspettative di vita e sogni.

Le chiedo che sensazione si provi nel trovare quella giusta da proporre ai clienti: “Bella sensazione, perché li vedi contenti. Per esempio giovani coppie che decidono di andare a vivere insieme, hanno gli occhi sognanti. Per me è come fare un tuffo nel passato quando decisi di comprare la prima casa. Poi ci sono coloro che investono dopo anni di sacrifici o famiglie che si sono allargate con la nascita di figli… bello, sono progetti di vita che si realizzano. Alcuni, dopo l’acquisto, condividono la loro gioia con noi e arrivano in ufficio con cioccolatini, fiori, o ci invitano per un caffè”.

Ognuno sente la propria casa come un castello, difficile quantificare. Laura mi conferma che, spesso, è difficile far capire alle persone che il valore, che danno alle proprie mura domestiche, non è sempre quello del mercato. C’è un altro valore da prendere in considerazione: quello affettivo per la casa di famiglia. “Ehhh, vendono a malincuore, raramente lo fanno con piacere. Spesso sono costretti a farlo, perché uno dei componenti della famiglia è morto e cambiano le dinamiche. Non è raro che la vendita sia consequenziale alla solitudine e alla vecchiaia, in cui gestire una casa grande diventa, oltre che oneroso, difficile. Vendono perché non possono fare diversamente. Distaccarsi dalla casa di famiglia, dentro la quale sono cresciute generazioni, è un po’ come recidere delle radici”.

Il clangore del bandone conclude la giornata. Affisse in vetrina le foto delle case in vendita, in ciascuna di esse un sogno in attesa di divenire realtà.