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Diari Toscani

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Firenze: le mille sorprese del giardino dell’Orticoltura

DiSilvia Meacci

Ago 25, 2022

Il giardino dell’Orticoltura di Firenze è un’ampia oasi verde cittadina, con alberi alti e rigogliosi. Si trova nella zona del Ponte Rosso, vi si accede da via Bolognese 17 e anche da via Vittorio Emanuele. Come tanti parchi offre un’area giochi per i bambini ma capirete subito di trovarvi in un posto magico. C’è una piccola biblioteca comunale e un grande prato su cui spicca la splendida loggetta Bondi. Risale al 1895, è molto elegante, in stile rinascimentale, con scalette, archi e ceramiche della Manifattura di Signa, storico laboratorio di terrecotte.

Il parco è frequentato dagli abitanti del quartiere ma non solo. In primavera e in autunno è fortunatissima sede della Mostra mercato di piante e fiori e inoltre, da maggio a settembre, è vissuto dai giovani nelle sere d’estate dato che viene qui allestito lo spazio “Giardino ArteCultura”, con bar, pedana per spettacoli, corsi e laboratori.

Fermarsi a leggere o a pensare al giardino dell’Orticoltura è davvero rigenerante e se non l’avete mai visitato, ve lo consiglio soprattutto per il suo elemento distintivo, il meraviglioso Tepidarium del Roster. Si tratta di un’immensa serra in ferro e vetro. Si fonde alla perfezione con l’ambiente circostante e pare un miraggio, una creatura fragile ma anche imponente che si erge bianca, cristallina e luminosa sotto la sua cupola tondeggiante. È stato sottoposto a svariati interventi restaurativi. Negli anni ‘30 del secolo scorso, quando divenne proprietà del comune, poi dopo la seconda guerra mondiale e via via nel tempo per contrastarne l’inevitabile degrado fino all’ultimo riattamento del 2017.

Ma a quando risale la nascita del giardino dell’Orticoltura? 

Nel 1852 per iniziativa dell’Accademia dei georgofili fu fondata la Società toscana di orticoltura che ben presto avviò il giardino per piantarvi viti, piante ornamentali e rare specie esotiche. Presto fu sentita la necessità di una serra. Il progetto fu affidato all’architetto Roster. Il tepidario fu realizzato dalle officine Michelucci di Pistoia, il tetto fatto con “piastrelle” di vetro e le colonne portanti lasciate cave per far defluire l’acqua piovana. L’interno era riscaldato da stufe. Roster si ispirò al Giardino d’inverno della Royal Horticultural Society di Londra e al perduto Palazzo di Cristallo di Joseph Paxton, distrutto successivamente da un incendio. Queste mirabili costruzioni fanno parte della cosiddetta “Architettura del ferro” in cui vennero utilizzati materiali innovativi, in sintonia con la nuova epoca industriale.

Il Tepidarium, già dopo la sua inaugurazione del 1880 per la prima esposizione nazionale di orticultura, si prestò come padiglione multifunzionale. In epoca moderna è stato sede di svariati eventi enogastronomici, ha ospitato centinaia di farfalle tropicali libere di volare mentre i visitatori bevevano miscele di tè. È stato set cinematografico per Monicelli e Verdone e location per feste. L’anno scorso vi ha avuto luogo uno spettacolo di audiodescrizione per aiutare i cittadini a riappropriarsi degli spazi pubblici dopo il lock down. In questa scorsa primavera è iniziata lì la prima edizione del festival dedicato alla promozione della sostenibilità, “Greenfactory”, che proseguirà dopo l’estate fino a dicembre 2022.

Nella parte alta del parco, passando al di là della ferrovia, oppure giungendo più a nord da via Trento, sarete ulteriormente sorpresi: si arriva infatti agli Orti del Parnaso, un belvedere mozzafiato. La cupola del Brunelleschi è lì davanti ai vostri occhi, con la città spiegata ai suoi piedi. I fiorentini chiamano questa terrazza il Giardino del dragone per la grande statua, decorata con sassi colorati, che si snoda bizzarra lungo la scala e che rappresenta il serpente malvagio ucciso da Apollo sul monte Parnaso. 

All’interno di questo incantevole luogo è stato istituito nel 2003 il Giardino dei giusti in onore a tutti gli individui che hanno salvato vite umane e si sono battuti per i diritti dell’uomo, sulla scia del Giardino dei giusti di Gerusalemme. Vi troverete un albero in memoria di Gino Bartali e un carrubo per Chico Mendes, l’ambientalista che, per aver lottato a sostegno degli Indios dell’Amazzonia, fu assassinato nel 1988.

Maggiori informazioni: 
info@giardinoartecultura.it 
bibliotecaorticoltura@comune.fi.it 
https://greenfactoryfirenze.com/

© Foto di Silvia Meacci