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Diari Toscani

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Una passeggiata evocativa: un vero must a Firenze

DiSilvia Meacci

Ago 18, 2022

Una passeggiata evocativa.

Un vero must a Firenze.

Via di San Leonardo a Firenze è una strada dolce, curva e serrata tra case semplici e ville antiche protette da muri con vecchi graffiti. Si ha una sensazione di dépaysement percorrendola. Si parte, certi di essere in città, e ci si ritrova in campagna. Ogniqualvolta mi ritrovo lì a camminare, mi immagino una donna anziana trafelata che trascina il suo nipotino per un braccio. Mi ricordo infatti del suggestivo passo in “Cronaca familiare”.  Vasco Pratolini era bambino e andava con la nonna a trovare il fratellino mandato a bàlia nella villa rossa. 

“…la nonna mi tirava per mano. Gli ulivi erano bianchi sotto il sole, emergevano con tutti i rami dai muretti in cui è incassata la via San Leonardo. Al di là, i campi arati, perfetti, in leggera pendenza; un gran frinire di cicale, e farfalle smarrite nella luce. Non incontravamo mai nessuno, raramente dai campi proveniva una voce. I cancelli delle ville erano sempre chiusi. Camminavo apposta battendo i tacchi perché l’eco fosse più forte”. 

Nella sua interezza Via di San Leonardo è lunga almeno sette chilometri e si inerpica sulle colline fiorentine collegando la parte sud orientale di Firenze fino al Chianti. Il segmento che siamo qui a consigliarvi è di una lunghezza ragionevole ma soprattutto è denso di bellezza e di rimandi storici e letterari. 

Dopo aver imboccato il viale dei Colli che da Poggio Imperiale porta al Piazzale Michelangelo, fermatevi all’altezza dello storico cafè Chalet Fontana, fondato nel 1896 e mèta di artisti e autori del Novecento, e poi avviatevi a piedi in Via di San Leonardo, nella parte che guarda la città. 

Il percorso offre più di una targa commemorativa e così è possibile soffermarsi e leggere che nel 1878 lì visse e fu operoso Ciaikovskij e che nella casa chiamata il Barduzzo abitò lo scrittore Mario Pratesi che nella prosa narrativa e descrittiva appropriò le schiette forme toscane a concetti di luce e d’ombre suffusi“.  Anche Ottone Rosai dal 1933 al 1957 visse e lavorò  in questa via a cui dedicò un ciclo di dipinti. Spesso ebbe modo di lodarla: “La rivelazione più sorprendente rivelatami dalla vita.” Quando Ottone fece il trasloco in Via di San Leonardo, passò dalla minuscola via laterale, Via Schiaparelli, e ne fu letteralmente folgorato. Due suoi allievi che erano con lui raccontarono: “Ottone si fermò impietrito, con la bocca spalancata, come se avesse visto la Madonna. Il suo sguardo rimbalzava fra i muri, i cipressi e le due ville poste ai rispettivi lati. Nonostante fossimo con il carretto ingombro di bagagli, ci chiese di fermarci e appoggiarlo per terra. Estrasse dal taschino la matita, il blocco di appunti e fermò rapido sulla carta ogni tratto di quella che per lui fu una stupefacente apparizione.»

Via di San Leonardo è davvero un cammino affascinante. Ogni costruzione ha i suoi misteri e le sue peculiarità. A metà strada si incontra la chiesetta di San Leonardo in Arcetri con il campanile a vela. È spesso chiusa e questo la rende impenetrabile ed agognata. La villa Vay de Vaya, sormontata da due alte torrette laterali, si riconosce dal tabernacolo con una madonna e la seguente iscrizione: “In memoriam C.B. contessa Vay de Vay”. La contessa abitò qui e fu una medium.

Continuando, troverete il Forte di Belvedere, la cui costruzione fu voluta da Ferdinando I e avviata nel 1590 per la difesa della città e la conservazione del tesoro dei granduchi. Davanti all’ingresso del Forte la strada si biforca all’altezza di Porta di San Giorgio. Fu edificata nel 1324 e dopo duecento anni fu sbassata un poco affinché fosse meno visibile per gli attacchi dei cannoni.

A consigliare che fosse scapitozzata fu Michelangelo, allora responsabile per le fortificazioni. È una bella porta, con un doppio arco. Al di sopra del giglio di Firenze c’è il bassorilievo di San Giorgio che uccide il drago, realizzato da Andrea da Pontedera. Lo trovo possente e molto espressivo. Si tratta di una copia, l’originale è in Palazzo Vecchio. Se invece osservate la lunetta all’interno della porta potrete ammirare l’affresco di Bicci di Lorenzo.

La strada in discesa a sinistra porta a Villa Bardini giù giù fino all’Arno, se invece proseguite a destra, preparatevi a una discesa ripida lungo gli olivi, i cipressi e le antiche mura, l’inizio del tratto più lungo di tutta la città. Dopo pochi passi sarà già possibile godere di uno scorcio su Firenze e presto arrivare a Porta San Miniato. Qui non avrete che l’imbarazzo della scelta. 

Potrete immergervi di nuovo in città, a sinistra, nel quartiere magico di San Niccolò con i suoi localini, il laboratorio di Clet, i negozi di artigiani e la chiesa, oppure, a destra, continuare a immaginarvi dei viandanti di altri tempi in un’atmosfera campagnola e salire verso il Piazzale Michelangelo e la chiesa di San Miniato al Monte con il suo monumentale cimitero delle Porte Sante. Tanti i personaggi celebri ivi sepolti: Vasco Pratolini, Pellegrino Artusi, Giovanni Papini, Libero Andreotti, Mario Cecchi Gori, Giuseppe De Robertis, Riccardo Marasco, Narciso Parigi, Giovanni Spadolini, Franco Zeffirelli. 

Buona camminata e buon dépaysement!

© Foto di Silvia Meacci