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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Proverbi che riguardano il tempo metereologico, stagioni e mesi dell’anno (prima parte)

DiTiziana Telara

Ago 1, 2022

Il termine proverbio proviene latino proverbium, da verbum, cioè “parola”. Il proverbio è un’affermazione o una sentenza breve e concisa, di origine popolare e di vasta diffusione, che contiene una norma, un insegnamento, tratti dall’esperienza.

Il tempo che fa o che farà ha sempre avuto grande rilievo e considerazione presso i popoli, specie nelle vicende e tradizioni contadine, dato l’ovvio strettissimo legame esistente tra condizioni meteo e agricoltura. I proverbi meteorologici rappresentano, spesso, il frutto dell’antica saggezza contadina: i padri trasmettevano ai figli, tramite questi detti, conoscenze atte a comprendere il comportamento del cielo, in base a pochi e semplici segnali. Ma questi proverbi “meteorologici”, oltre che curiosi e divertenti da leggere, sono fondamentali perché costituiscono una parte indispensabile della storia di Carrara e, non a caso, si sono mantenuti anche ai nostri giorni. Non vanno dimenticate, poi, le metafore, che, spesso, vi si nascondono: dietro a un fenomeno atmosferico si cela sempre un modo di comportarsi.

Proverbi che fanno riferimento ai mesi dell’anno:  

Gennaio                              
P’fana, p’fania tut l’festa                       Befana, epifania, tutte le feste
a s’ n van via                                  se ne vanno via (finiscono)              
Volt la luna d’ G’nar                            Volta la luna di gennaio
martedì a l’è carnoval                          martedì è carnevale.

Febbraio
P’r la cand’lara al balcon                         Per la candelora (2 febbraio) al balcone
tut F’brar al tizon                                tutto febbraio al camino
P’r San Bias                                     Per San Biagio (3 febbraio)
ch’ i s’ ‘ncontr i s’ bas                            chi si incontra si baci
F’brar curt curt                                 Febbraio corto, corto
i è pù ner ch un turch                            è più nero di un turco

Marzo
Marz mugnon                                  Marzo mugnone
i pel la capra e ‘l monton                        pela la capra e il montone
Chi a l’à un bel cioc                             Chi ha un bel ceppo di legno
chi s’ ‘l lasc da Marz                             se lo lasci per marzo
La neva marzulina                               La neve di marzo
al dur da la sera a la matina                      dura dalla sera alla mattina (si scioglie presto)
Marz, chi à l bele gambe                        Marzo, chi ha le belle gambe
i va d’ scalz;                                    va scalzo;
chi a l’à scalcagnate                            chi le ha messe male
i s’ le ten bele calzate                          se le tiene ben calzate.

Aprile
April bagnat va a d’ arcodjr                      Aprile bagnato vai a raccogliere
quel ch’ t’ à s’mnat                             quello che hai seminato
April, ogni gocia un baril                         Aprile, ogni goccia un barile

Maggio
Anch’ d’ Mag al ven sera                         Anche di Maggio viene sera
Né d’ Mag né d’ magion                         Né di maggio, né di maggione
non t’ l’var ‘l to p’licion                          non ti levare il tuo pelliccione.
I par ‘l maz d’ Sant’Isidor                      Sembra il mazzo di Sant’ Isidoro

(il 15 Maggio, giorno di Sant’Isidoro, sulla porta del Duomo di Carrara veniva messo un grande mazzo formato con i primi raccolti dei campi)

Giugno
A Giugno, ben o mal,                              A Giugno, bene o male
a i è sempr un temporal                           c’è sempre un temporale
Giugn i à la falcia ‘n pugn                          Giugno ha la falce in pugno
Se al piov p’r San Vito                              Se piove per San Vito (15 giugno)
‘l vin i è ito                                       il vino è andato