Per chi non ha ancora la nausea definitiva di ‘sta roba: è doveroso, per ragioni di completezza, aggiungere che la copia carrarina del fregio di Thorvaldsen si differenzia dall’originale in alcuni punti, che i nostri Bienaimè modificarono volutamente. Cominciamo col dire che Thorvaldsen realizzò la prima versione del “Fregio con l’Ingresso trionfale di Alessandro Magno a Babilonia” nel 1812, per uno dei saloni del palazzo del Quirinale a Roma. Quel fregio intendeva celebrare Napoleone come il nuovo Alessandro Magno, ed era una tale figata che lo stesso Bonaparte ne ordinò una versione in marmo per il Temple de la Gloire di Parigi. I successivi rovesci militari e politici dell’imperatore francese portarono all’abbandono della costosissima commissione, che fu però rilevata nel 1818 da Giovanni Battista Sommariva, per decorare la sua villa sul lago di Como.
Ed infatti, nell’originale, quel ricchissimo mecenate, da borioso sborone qual era, si fece ritrarre accanto a Thorvaldsen in persona, mentre questi gli sta mostrando l’opera compiuta.
I nostri Bienaimè non vollero dar corda a quel miserabile esibizionista e lo tagliarono dalla scena senza nessuna pietà. Altra curiosità: nel bassorilievo originale compaiono i Re Magi!
Nella sezione dell’opera in cui tutto il popolo di Babilonia porta doni ai vincitori, pareva logica la presenza di questi tre personaggi, passati alla storia perchè portarono oro, incenso e mirra ad un neonato la notte di Natale. I Bienaimè, probabilmente, li vedevano fuori contesto extra presepe, ed infatti, nella versione di Via Verdi, di loro non v’è traccia.
Ultima curiosità, di cui vi avevo già accennato una settimanetta fa: nell’opera originale il fiume Eufrate, ritratto come un gagliardo e tiratissimo uomo barbuto, disteso al suolo, era affiancato dal collega Tigri. Era, questo, l’altro fiume che attraversa la Mesopotamia ma che, ignorantone Thorvaldsen, non bagna la città di Babilonia! I Bienaimè dovevano esserne al corrente (a proposito di fiumi), e brasarono al volo il povero tigrotto sbagliato.
Ecco.
Mò abbiamo finito per davvero.
Fate finta che fosse l’amaro al culmine di un pasto abbondante🥃😄.