Eccoci qua, per i saluti ed i ringraziamenti finali a quei due o tre che hanno seguito ‘sta robina fino alla fine. Robina che, per quei due o tremila che, invece, non ne potevano più, ve lo dico: termina oggi, e poi si torna al 2D, contenti?😄I suddetti, sparuti aficionados, meritano come premio qualche piccolo contenuto bonus, che si può riassumere in una sola parola: fanciullezza.
Oltre al lungo bassorilievo che abbiamo umilmente cercato di analizzare nelle precedenti puntate, il Civico 10 di Via Verdi a Carrara contiene anche un’altra piccola grande costellazione di soggetti, interamente dedicata all’infanzia ed alle sue gioie. I protagonisti della medesima sono, infatti, quasi tutti bambini: bambini che cavalcano aquile e delfini; bambini che accarezzano gatti di casa che sono in realtà leoni della savana; bambini che volano appollaiati sulla schiena di donne alate o vengono portati in braccio da queste; bambini con la madre; bambini con Mr. Jesus il Nazareno… uno che, secondo me, si era fatto battezzare a 33 anni (scena anch’essa presente in questa serie di opere, proprio sopra la porta d’ingresso della palazzina), perchè non è mai troppo tardi per sentirsi bambini.
Se no, perchè inforcheremmo gli occhialetti 3D per vedere le immagini sullo schermo prendere vita ed uscire da esso? Perchè giocheremmo a videogiochi che rifuggono il piattume delle origini, per cercare una profondità quasi affine a quella del mondo reale? Perchè ci gaserebbero così tanto i graffiti che danno l’apparenza della concretezza e della tangibilità tridimensionale, la stessa concretezza e tangibilità che ritroviamo anche in questi bassorilievi?
Perchè, di riffa o di raffa, chi più e chi meno, nessuno smette mai, completamente, di essere bambino.
Lo diceva meglio di me Jean Jacques Rousseau:
“Amate l’infanzia; favoritene i giuochi, le gioie, le amabili inclinazioni. Chi di voi non ha rimpianto talvolta questa età in cui il riso non si spegne mai sulle labbra e l’anima è sempre serena?”.
Una verità talmente concreta da poterla finanche toccare, manco fosse in 3D😄.
Bene.
Abbiamo, a nostro modo, onorato il graffito a tre dimensioni, il graffitaro Erni Vales che ne è il padre e la forma d’arte del bassorilievo, che ne è il nonno.
Abbiamo, a nostro modo, onorato anche Casa Bienaimè a Carrara, uno dei piccoli gioielli della città del marmo, davanti ai quali, troppo spesso, passiamo senza manco degnarli di uno sguardo.
Dopo averglielo dato qui, un bello sguardo, correte a farlo anche dal vivo.
E lo faccia anche l‘amministrazione comunale, ponendo una teca a protezione di una roba bella che, proprio come il graffito a cui l’abbiamo accostata, a lungo andare potrebbe rischiare di sgretolarsi e sparire🙏
Chi è lungimirante, vede in tre dimensioni.🔮