foto di Pietro Marchini
Evviva, urrà, molto bene, un plauso, congratulazioni. Si dice spesso che chi vive sperando muore … ma anche che la speranza è l’ultima a morire. A dire la pura verità sono stata combattuta per anni fra questi due saggi antichi e, per fortuna, questa volta è il secondo ad avere avuto ragione. Chi vi parla è la nuova Passeggiata Sandro Pertini,costruita sopra le dighe foranee Taliercio e Chiesa del porto di Marina di Carrara. Esattamente un secolo fa, dopo molte vicissitudini, fu iniziata la costruzione dell’attuale porto di tradizioni antiche, derivanti dal mitico porto della città di Luni, costruita nel 177 A.C. dove venivano imbarcati i bianchi marmi delle Apuane per Roma e altre città dell’impero. Un primo tentativo lo fece il ducato di Modena nel 1751, ma non andò a buon fine. In attesa della mia venuta, nel corso del XIX secolo furono costruiti alcuni pontili caricatori: Walton, Binelli e Pate, che potevano ospitare anche il treno dei marmi. Ma è soprattutto nei primi anni Venti del XX secolo che il porto di Marina diventa una bella realtà. Purtroppo non finisce qui: i tedeschi dopo aver minato i due moli di ponente, il 23 settembre 1944 li fecero saltare con la conseguente insabbiatura dello scalo e la distruzione di numerose imbarcazioni, compresi i pontili ancora esistenti Walton e Binelli. La riparazione dei danni avvenne subito a guerra finita e il porto ricominciò a funzionare nel marzo 1948.
L’onda del mar di Carla Albertini
La grande distesa del mar
all’orizzonte si allinea col ciel
e l’onda che viene e che va
mai si fermerà.
Messaggio naturale di bellezza e di amore
in tutta la sua possenza
e il suo splendore
foriera di forza e di vita
la sua missione non è mai finita.
Da allora molta acqua è passata sotto i ponti e finalmente io mi trovo in un luogo incantato fra monti e mare, con una visione dell’alba che annuncia la luce del giorno e quella del tramonto che con i suoi raggi dorati la spegne, e tutto questo è disponibile per gli esseri umani. Godo la frequentazione di intere famiglie che, con il chiasso dei bambini e l’abbaiare dei cani, mi percorrono da cima a fondo, nonostante i miei 2400 metri fra anda e rianda, ma felici di tanta natura. Tuttavia, non sono completamente lieta, sento le profonde lamentele di un castello posto sull’altura di Moneta e del suo stato di abbandono, ma anche di ciò che questi osserva e racconta a proposito della grave incuria in cui versa il territorio da Carrara a Marina. Ascolto anche la voce del Carrione che si getta nel mare in prossimità delle mie strutture e lo sento moto preoccupato a causa della insalubrità delle sue acque, spesso ricche di marmettola, ma anche per le difficoltà che incontra nel suo cammino fino alla foce e che lo rendono pericoloso per il territorio. Questo torrente mi rende noto un editto del 1643, durante il ducato dei Malaspina, in cui si vieta di nuotare e lavarsi nel detto fiume, di sversare nelle sue acque sostanze e rifiuti pericolosi e di elevare strutture murarie a danno del suo naturale corso. Quattro secoli non sono passati invano, hanno lasciato profondi solchi nella storia dell’uomo e osservo con orrore che le guerre occupano ancora la maggior parte delle risorse economiche e umane su questo sfortunato pianeta. Ma, bando alla tristezza e ai cattivi pensieri, venite a trovarmi per respirare aria salubre e caricarvi di pensieri positivi che possano interrompere quelli cattivi ed andare verso un futuro di pace e libertà per tutti.
La passeggiata vi attende, qui è bello anche di notte con il cielo interamente stellato.
Il tramonto che la luce spegne