La BBBC al gran completo, anche se Gigi Buffon era solo in collegamento video – ma opportunamente collocato alle spalle del mitico “muro” bianconero e azzurro, formato da Andrea Barzagli, Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini, a ricreare la disposizione tipica in campo della difesa che detiene ancora il record di imbattibilità – è stata ricomposta sul palco dell’Auditorium Santa Chiara di Trento in uno dei moltissimi eventi della settima edizione del Festival dello Sport organizzato dalla Gazzetta dello Sport. Tre toscani e un laziale, che per osmosi con gli altri tre, può considerarsi toscano adottivo sul palco di uno degli eventi che ha letteralmente fatto esplodere l’immenso Auditorium di Trento, location più capiente di quelle messe a punto dalla Regione Trentino Alto Adige per ospitare una manifestazione che è ormai diventata un cult, attesa e partecipata da un numero altissimo di appassionati da tutta Italia. Forse perché la BBBC è entrata nel cuore di tutti, molto, forse, perché si trattava di un pezzo fondamentale della storia della Juventus – che divide a metà i tifosi italiani, ma che con quella metà supera abbondantemente il numero dei tifosi di tutte le altre squadre – a Trento, per l’appuntamento del 12 ottobre con il Muro Bianconero, si son viste scene degne dei concerti delle megastar internazionali. Gruppi di tifosi che si sono accampati sin dal mattino – l’incontro era previsto per le 21 – nel prato esterno all’Auditorium, posti occupati in ogni ordine e ali di persone in piedi, folla di giornalisti e fotografi, abbondanza di maglie bianconere e per finire, un impressionante effetto onda, quando ancora mancavano cinque minuti alla fine dell’evento, di pubblico che si è assiepato ai piedi del palco con palloni, foglietti, foto e maglie da far autografare ai campioni della Juve. Un successo veramente straordinario, specialmente considerando che si trattava di tre difensori, cioè non super attaccanti, bomber o registi che svoltano le partite con i loro guizzi. Ma come giustamente hanno fatto notare i due conduttori, Fabiana Della Valle e G. B. Olivero, statistiche alla mano: le squadre che vincenti sono quelle che prendono meno gol, non quelle che ne segnano di più, quindi ciò che fa vincere le partite sono, soprattutto, le difese. L’intervista ai quattro difensori, quasi invincibili del calcio italiano degli anni duemila, ha entusiasmato il pubblico e riconfermato che quando un blocco di una squadra funziona così bene, quasi sempre è perché tra loro c’è un’intesa profonda anche – e forse, soprattutto – come esseri umani. La complicità, la confidenza e l’amicizia che lega i quattro della BBBC è emersa in maniera preponderante, mostrando come, alla fine, l’aspetto più importante dello sport sia proprio il valore umano, la capacità di creare amicizie indissolubili nate dalla condivisione di impegno, fatica, sudore, delusioni, sconfitte e trionfi. Gli appalusi a scena aperta si sono sprecati: per l’umiltà pacata di Chiellini, per l’istinto passionale di Bonucci, per la saggia ironia di Barzagli, per la protettiva guida di Buffon. Campioni di traguardi e di vittorie. Campioni di amicizia e solidarietà: i valori più belli di ogni sport.