Con la spavalda sicumera di un daltonico che passa col rosso, portiamo avanti questa sciarada. Per chi avesse saltato a piè pari i precedenti episodi: si discetta di Graffiti 3D, di gassorilievi – che son più o meno la stessa roba – di una certa casa al 10 di Via Verdi a Carrara, di scultori nostrali ed esteri, di Alessandro Magno e di Babilonia. Già, Babilonia: dopo aver preso in esame, nelle puntate precedenti, la serie di formelle che raffiguravano i macedoni vincitori, oggi cominciamo ad occuparci di quelle che portano impressi i rilievi dei babilonesi sconfitti. Ed ecco avanzare, alla testa di questi ultimi, nientemen che il satrapo Mazeo… Un satrapo: quindi, a Babilonia, un pezzo grosso – la carica indicava, infatti, nell’antica Mesopotamia, il governatore di una provincia. Cionondimeno, parliamo di colui che, appunto satrapo di Assiria e Cilicia, fu sconfitto e messo in fuga a Sidone dall’esercito di Mentore di Rodi, intervenuto dall’Egitto per sostenere la rivolta delle città costiere contro i Persiani.
Mazeo è, altresì, il fenomeno che tentò di impedire ad Alessandro di attraversare l’Eufrate, ma che, vistosi perduto, abbandonò la sua posizione dall’altra parte del fiume, consentendo, così, l’attraversamento al condottiero macedone. Le fonti storiche, impietose, dicono che il buon (da niente, come dicono a Carrara) Mazeo, preso alle spalle, si ritirò disordinatamente, subendo, per questo motivo, maggiori perdite, a causa delle furiose cariche della cavalleria ellenica. Onde umiliarlo ulteriormente agli occhi dei posteri, gli storici puntano il dito sul fatto che Mazeo abbia, sostanzialmente, gettato la vittoria alle ortiche, avendola avuta davvero a portata di mano. Un emerito idiota, pertanto.
E la formella che analizziamo quest’oggi non ne fa mistero a propria volta, raffigurandolo nell’atto di andare incontro al carro del vincitore Alessandro, mandando, però, prudenzialmente avanti, prima di lui, i propri figli e, prima ancora, la Pace in persona. Egli sarà anche stato tutt’altro che un “Cuor di Leone”, ma aveva già ben presenti le future parole di John Lennon: “Marciare andava bene per gli anni Trenta. Oggi bisogna usare metodi diversi. Tutto ruota a una sola cosa: vendere, vendere, vendere. Se vuoi promuovere la pace, devi venderla come se fosse sapone”.
E, precedendo di parecchi lustri anche Gesù Cristo (che gli rende, all’anagrafe, ben 385 anni), eccolo andare al cospetto dell’Alessà, dicendogli: “Ti lascio la Pace, ti dò la mia Pace”…poi, se non ti basta, eventualmente c’è qui anche la mia prole, eh!🤪
Bravo lo stesso, caro Mazeo…. D’altronde, lo diceva il grande oratore Demostene, tuo quasi coetaneo e, manco a farlo apposta, nemico giurato dei Macedoni: “Quando una battaglia è persa, solo quelli che sono fuggiti potranno combatterne un’altra.” .
Qualora lo vogliate, ci si ribecca qui la prossima settimana, per continuare il viaggio nel bassorilievo👋
continua…