Continuiamo la nostra disamina non richiesta, ma, comunque, dilettevole (almeno per chi scrive😄).
Il leitmotiv è sempre il medesimo: disegni che fuoriescono dal muro, grafitti 3D, una casa di Carrara che ne propone a iosa, artisti nostrali e stranieri, Alessandro Magno e Babilonia. La serie di formelle del Civico 10 di Via Verdi a Carrara, che prendiamo in esame quest’oggi, rigurgita letteralmente di cavalli. Rappresenta, infatti, la cavalleria del condottiero macedone, che sfila vittoriosa per le strade dell’espugnata città mesopotamica. Talmente inarrestabile che nemmeno la canala che attraversa impietosa e verticale la facciata della palazzina riesce a bloccarne il maestoso incedere.
Ben lo diceva un dialogo – che, manco a farlo apposta, cita lo stesso Alessandro Magno – tratto dall’immortale pellicola del 1970, con protagonisti Bud Spencer e Terrence Hill, “Lo Chiamavano Trinità”: “Cosa sarebbe stato dell’umanità senza il cavallo? Il grande Cesare, Alessandro il Grande, i grandi di Spagna…sarebbero stati veramente grandi senza il cavallo? Questa nazione sarebbe mai nata senza il generoso aiuto di questo nobile animale? E qual è il miglior modo per sdebitarsi, se non quello di offrir loro un pascolo grasso e tranquillo dove potersi nutrire e procreare in pace?”.
E perchè, oltre a quel pascolo, aggiungo io, non offrire pure una formella a sè stante a quello che, senza tema di smentita, può esser definito “Il Signore dei Cavalli”?
Parliamo di Bucefalo, signore e signori: un equino di razza tessalica dalle dimensioni di un bove (“Testa di bue”, significa, letteralmente, il suo nome); acquistato dal dottor Magno presso un tal Filonico alla cifra demenziale di tredici talenti (suppergiù 338 mila euro attuali, per tutti i maledettissimi diavoli😵. Se il cavallo era “Testa di Bue”, di Ale Magno, che lo comprava a quel prezzo, tutti, all’epoca, avranno pensato: “bella Testa di ***”😅). Intelligentemente domato dall’Alessà, che aveva compreso che Bucefalo aveva paura dei movimenti della propria ombra, lo rivolse col muso verso il sole, prima di lanciarsi in sella. Inseparabile destriero e compagno di millemila battaglie, alla conquista di tutto il mondo conosciuto. Finchè il mitico animale non trovò la morte durante la battaglia dell’Idaspe, che contrappose i Macedoni di Alessandro all’armata di Poro, re indiano della regione del Punjab, nell’anno 326. Bucefalo riportò ferite mortali, ma, ciononostante, non permise al suo padrone di montare un altro cavallo e, facendo appello alle ultime sue forze, lo portò alla vittoria.
Alessandro Magno, per onorare il suo glorioso compagno di guerre, gli tributò gli onori militari e fondò, là dove l’equino cadde da valoroso, la città di Alessandria Bucefala (odierna Jhelum, nella provincia del Pakistan).
Anche a Carrara, lo abbiamo detto più volte in questa sede, i buoi hanno fatto la storia, tanto che i carri carichi di marmi, da essi trainati, hanno finito col dare il nome alla nostra città.
Alla luce di questo, a 2349 anni dalla tua morte, per sempre eternato nella terracotta di Carrara, come nel marmo di Chistiansborg: gloria a te, Testa di Bue!🐴🐮
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