Bentornato a chi non si è arreso già dopo aver letto l’episodio pilota😅! Si parlava di disegni che fuoriescono dal muro, si parlava di graffiti 3D, si parlava di una certa casa al civico 10 di Via Verdi a Carrara, che, a suo modo, è un vero e proprio museo a cielo aperto di questo tipo di espressione artistica.
Si tratta della “Casa Bienaimè”, così chiamata perchè ci abitarono gli scultori Pietro e Luigi Bienaimè. Erano, costoro, due carraresi che ebbero l’alto onore di soggiornare a Roma e di andare a bottega presso l’artistone danese Bertel Thorvaldsen, esponente di spicco del neoclassicismo, grande rivale del Canova e noto per essere “il campione del bassorilievo”.
Un pò come se uno avesse imparato i rudimenti del pallone da Maradona, quelli della pallacanestro da Michael Jordan, quelli del canto da Frank Sinatra o quelli del biliardo da Minnesota Fats!!! E scusatemi se è poco…
Il lungo corteo di personaggi aggettanti, che fa bella mostra di sè sulla Casa suddetta, è una delle copie -realizzata proprio dai due Bienaimè- dell’opera originale di Thorvaldsen (che si trova oggi, smagliantissima nel nostro bel marmo, presso il palazzo di Christiansborg a Copenhagen); opera che descrive l’ingresso trionfale di Alessandro Magno a Babilonia, come descritto dallo storico romano Curzio Rufo nelle sue “Storie di Alessandro Magno”.
Già: Alessandro Magno. Anche se l’inchiostro sarebbe arrivato dalle nostre parti un po’ dopo, fiumi in piena di inchiostro erano stati comunque, metaforicamente, versati su di lui, già all’epoca del Curzio Rufo, figuriamoci ad oggi! Difficile, se non impossibile, dire qualcosa di nuovo sul suo conto.
Si sarebbe potuto giocare sul suo nome: Alessandro “Magno” e riflettere…
Se “Magni”, e sei il signore dellaMacedonia “, questo fa di te un fruttariano?
Ma all’epoca non esisteva ancora questo concetto, e questa mia battuta sarebbe stata considerata terrificante già da parte di Curzio Rufo stesso 😵. Meglio insabbiarla e proseguire.
Lo storico romano puntò, quindi, per descrivere le gesta del famosissimo condottiero, ed anche per creare un elemento di novità assoluta, nella direzione del romanzo esotico ed avventuroso.
Ed eccoci a noi ed al nostro bassorilievo, che proveremo umilmente ad analizzare formella per formella, perchè è bello lungo e particolareggiato.
Esso descrive due schiere che si vengono incontro pacificamente, tipo gemellaggio fra curve ultras, perchè in effetti parliamo, da una parte, della schiera macedone, che entra nella città mesopotamica da conquistatrice, mentre, dall’altra, della schiera babilonese, gli sconfitti, che avanzano in direzione diametralmente opposta. Cominciamo dai vincitori, per quanto mi riguarda i meno interessanti, sempre.
Come diceva il compianto Ambrogio Fogar: “I vincitori rappresentano per un attimo l’uomo o la donna insuperabili. Splendono sul podio distinguendosi per qualche minuto dal resto dell’umanità. Chi arriva secondo, invece, rappresenta l’umanità“. E cominciamo quindi proprio dai vincitori, e proprio da lui, dall’Alessandro Magno, così ce lo leviamo di torno e bona (buonanotte – in dialetto carrarino n.d.r.).
In questa prima formella lo vediamo avanzare alla testa del suo esercito, a bordo di un carro.
Chi vince, si sa, tende spesso a sconfinare nella tracotanza e nella sbruffoneria. Questo vale sia per la finale di Champions League, sia per quella del torneo di calcetto fra dopolavoristi in un campetto scalcinato di periferia. Figuriamoci se sei Alessandro Magno, uno abituato a vincere, uno che ha creato il più grande impero della storia del mondo, mentre stai consolidando la tua opera di conquista del lontano oriente, una roba mai neanche lontanamente immaginata, prima che arrivassi tu. Infatti, lo noterete, il nostro non viaggia da solo, sul suo carro: al suo fianco non c’è una qualsivoglia, insipida, first lady, oppure la gradevole donnina senza nome che ripara con l’ombrello i motociclisti prima del Gran premio…bensì c’è la Vittoria in persona!😱 Che incredibile sborone, quell’Alessandro!
Se avesse immaginato che un domani, di fronte alla sterminata enormità dei suoi dominii, si sarebbe ritrovato a piangere, perchè non c’era più nulla da conquistare! Se si fosse rammentato che la sconfitta ha qualcosa di positivo, perchè non è mai definitiva, mentre la vittoria ha qualcosa di negativo, perché non è mai definitiva. Se avesse potuto preconizzare che, quella Babilonia dove stava celebrando il suo trionfo, in futuro sarebbe stato il luogo dove egli avrebbe tirato le cuoia. Verità severe ma concrete, come un bassorilievo…o un graffito 3D. Ma egli non se ne curava all’epoca, e a maggior ragione non se ne cura ora.
Lasciamolo dunque cavalcare con la sua Vittoria, per sempre vetrificato nel tempo e nello spazio, dentro la sua formella.
E, qualora lo vogliate, alla prossima puntata, per analizzare le altre👋.
continua…