Torniamo al nostro stabilimento dopo la trasferta belga. Sembra tutto rimasto fermo e cristallizzato dall’ ultima volta. Oggi abbiamo deciso di restare per tutto il giorno e quindi abbiamo prenotato al ristorante. Ci piazzano a riva, fa molto caldo anche se una leggera brezza mitiga la vampa estiva. Non c’è il nostro amico autista Uber, forse è partito per lidi stranieri. È presente la signora Aiazzone, che ormai è color bruschetta con i pomodorini. Il mare è calmo e pulito, invita ad un bagno ristoratore. Da lontano il tipico profumo di brace, ecco che arriva il pannocchivendolo. Mi soffermo a guardare una signora che acquista una pannocchia, il nostro amico gliela condisce con sale e burro, mi chiedo dove mantenga il burro con questo caldo. Passa una piccola ragazza che grida: “Massaggio, signò”. Credo che sia metà cinese e metà Torre Angela. Provo a riposare cullato dalle onde; un bambino chiaramente posseduto, inizia a urlare cose incomprensibili verso la madre. Prima di andare a pranzo abbiamo il tempo di ammirare il primo tatuaggio riuscito male. Una ragazza ha sulla gamba un cuore e un ramo che si avvinghia sullo stesso, che sembra un’elica del DNA. Andiamo a mangiare qualcosa, anche per refrigerarci dal caldo sempre più insistente. Al ristorante c’è una coppia che mangia dall’antipasto al dolce, con tanto di caffè e amaro: credo possano fare il bagno a luglio del 2028. Dopo aver mangiato torniamo verso i lettini, sui quali abbiamo lasciato opportunamente gli asciugamani per evitare l’invasione degli ultracorpi. Sale il picco glicemico e quindi la pennica è quasi un obbligo di legge. Al risveglio assistiamo al clou della giornata. Accanto a noi c’è una coppia con i lettini. Lei è in posizione canonica, sopra il lettino, lui ci regala un motivo per sentirci intelligenti. Piazza l’asciugamano sotto il lettino e si sdraia sotto lo stesso, assumendo la tipica postura del cadavere. Resto qualche istante a guardarlo, pensando che magari sono ancora i postumi della digestione, invece è tutto vero, lui è steso sotto il lettino con gli occhi sbarrati in una posa inquietante. Passa il venditore di granite con lo straccio sul ghiaccio con la scritta: salmonella. Restiamo ancora qualche ora al mare e abbiamo il tempo per vedere un altro Padre Pio poco somigliante, una scritta sul collo lunga come un contratto di mutuo, forse lo è davvero. Poi ancora un uomo con un tatuaggio che sembra gli abbiano frenato sulla schiena. È stata una giornata di mare piacevole, anche perché ci viene regalato sempre qualcosa di interessante da raccontare e per pensare a quanto siano fortunati gli psicologici ad avere tutto questo lavoro.