Sulle Alpi Apuane si svolge, ormai da dodici anni, il Festival culturale in quota “Musica sulle Apuane”, realizzato grazie all’impegno dei volontari del CAI di Massa con il supporto del Parco Regionale delle Alpi Apuane, del Club Alpino Italiano e del CAI Gruppo Regionale Toscana. Si tratta di una serie di appuntamenti musicali e teatrali tenuti in luoghi, rifugi montani, prati e comunque posti caratteristici dei nostri monti per raggiungere i quali il CAI organizza una serie di escursioni gratuite.
Ovviamente con mia figlia, mia nipote ed il nostro cane Pluto, un po’ guasconi, decidiamo di assistere a qualche evento “motu proprio”, cioè senza avvalerci dell’ausilio degli accompagnatori del CAI e così, una domenica pomeriggio partiamo per assistere al concerto che si terrà ai piedi del Monte Folgorito in occasione del 25° anniversario della scomparsa del grande, immenso Fabrizio De André. Il percorso per arrivare è abbastanza facile, si tratta di raggiungere in macchina la Foce del Campaccio in località Pasquilio, e da lì proseguire a piedi sul sentiero CAI n° 140, che, in un primo tratto, segue una comoda carrareccia di 2,5 chilometri che porta al luogo dell’evento.
Dopo circa un chilometro, superato il grande ravaneto di un’antica cava a monte, ci inerpichiamo sul sentiero 140, che si stacca sulla sinistra per salire al Passo delle Forche e proseguire, fra le varie postazioni belliche, sul crinale della Linea Gotica, fino al Col del Melo dove, nei primi giorni dell’aprile del 1945, avvenne lo sfondamento delle linee tedesche ad opera delle truppe nippo americane Nisei coadiuvate dai partigiani locali.
Poiché è ancora presto, decidiamo di salire in vetta al Folgorito, a quota 911, per bearci dello stupendo panorama che si gode da lassù.
Alle prime note, scendiamo dalla vetta per arrivare al prato sottostante il Col del Melo dove i volontari del CAI hanno allestito una postazione per il quartetto che fra poco si esibirà.
C’è parecchia gente, segno evidente dell’interesse alla manifestazione, ad ascoltare l’esibizione del complesso Kinnara, una formazione di virtuosi locali nata nel 2003 per ricordare la magia dell’arte del grande Faber.
E si comincia con le più belle canzoni del repertorio, Mastica e sputa, Il Pescatore, Bocca di Rosa, Via del Campo, Andrea, La guerra di Piero e così via, avanti ininterrottamente per un’ora, con il pubblico incantato che vorrebbe che il concerto non finisse mai.
Assisto al concerto con Pluto che resta per tutto il tempo accucciato accanto a me; vuoi vedere che anche lui apprezza De André? Alla fine, mentre il pubblico comincia a disperdersi, risuonano le note di Bella Ciao ed allora tutti si fermano, tornano indietro e si uniscono al coro spontaneamente per rendere omaggio a chi, su questi monti, ha dato la vita per darci un futuro migliore.
La settimana successiva non possiamo mancare al concerto che si terrà presso il Rifugio Del Freo alle Foci di Mosceta nella vallata che divide il Monte Corchia dalla Pania della Croce, altrimenti detta la Regina delle Apuane. Partiamo dunque io, mia figlia ed il fedele Pluto per Seravezza, Levigliani e Terrinca, per arrivare, dopo poco, al bivio sulla destra che conduce al Passo Croce a quota 1149, dove si può facilmente parcheggiare a pagamento; non abbiamo monete con noi ma tramite un’app riusciamo ugualmente a pagare il dovuto.
Da qui si prosegue a piedi per un chilometro e 600 metri sul sentiero CAI n° 11 fino a Fociomboli a quota 1282, comunque percorribile in macchina per oltre un chilometro, godendoci la vista del Pizzo di Falcovaia, ormai deturpato dagli incessanti lavori di estrazione del marmo, e poi l’Altissimo, il Fiocca, il Macina, il Sella ed in primo piano la Penna del Sumbra per arrivare fin sopra alla Torbiera unico ambiente umido delle Apuane che ospita rare specie botaniche.
Qui abbandoniamo il sentiero CAI n° 11, che scende verso il Puntato ed il Col di Favilla, e risaliamo sul 141, ex 129, su una via di cava del retro Corchia, per inoltrarci, poi, a sinistra, in una bella faggeta che sale fino a quota 1410 per poi precipitare rapidamente in un bosco di abeti fino al Rifugio Del Freo a quota 1186, su cui incombe la maestosa Pania, dove arriviamo dopo un paio d’ore di cammino.
Anche qui c’è tanta gente venuta dalle più disparate direzioni per assistere al concerto dei “Tournée Des Refuges”, un gruppo di quattro giovani francesi, due violini, una chitarra ed una balalaika contrabbasso, che, per loro filosofia, si esibiscono, in luoghi dove si può arrivare solo a piedi, portando musica folk, classica, jazz e varie improvvisazioni che coinvolgono, con le loro sonorità, i numerosi escursionisti presenti: sono veramente bravi.
Finito il concerto, decidiamo di tornare con un percorso ad anello; imbocchiamo quindi il sentiero CAI n° 128, soffermandoci, dopo una decina di minuti, ad una fontanella da dove sgorga un filo di acqua freschissima.
Mentre riempiamo le borracce, non possiamo fare a meno di ammirare il severo Pizzo delle Saette alla nostra destra.
Il sentiero prosegue fra i faggi fino a scendere alla Tana dell’Omo Selvatico, un mitico personaggio che, si racconta, insegnò ai pastori locali come fare formaggio e ricotta; è in effetti una grotta carsica nella quale si getta un torrentello e la cui escursione è però sconsigliata a causa della possibilità di piene improvvise.
Più avanti abbandoniamo il 128 per arrivare, dopo un breve percorso non segnato, ad una carrareccia che lambisce l’Azienda Biologica dell’Alpe del Puntato, altra fontanella, e ci riporta sul sentiero CAI n° 11 fino a Fociomboli a chiusura dell’anello. Pluto ha capito che il giro è finito e ci precede scodinzolando per l’ultimo chilometro e mezzo fino alla macchina.