Dopo una settimana in purgatorio, dove ho colloquiato amabilmente con Giotto, Cimabue e San Giovanni Battista, si torna al mare, al nostro stabilimento. Mi accorgo che all’ingresso c’è una mia foto con la scritta: “Chi l’ha visto”. Che esagerazione, per una settimana che manco. Arriviamo alla nostra postazione, il bagnino ci fa accomodare e poi subito dopo si dimette, perché dice che gli da fastidio la sabbia, vai a capire queste strane manie. C’è il nostro amico autista Uber sempre con le sue cuffie e il telefono per il pronto intervento. La nuova signora Aiazzone, nel frattempo, è color bruschetta pallida e beve da una borraccia, come un cammello dopo una traversata nel deserto. Non c’è molta gente e il mare oggi è mosso e non invita a fare il bagno. Passa un signore convinto di correre sulla battigia, si muove e resta fermo, sembra un cartone animato. Due signore corpulente fanno il bagno, una di esse ha un costume di qualche taglia più piccolo e mentre sguazza allegramente mette in mostra la centrale del latte di Roma. Per la serie tatuaggi che non ce l’hanno fatta, oggi abbiamo: un piccolo principe di Saint-Exupery che somiglia al fraticello della pubblicità del Don Bairo, mentre fa uso di anfetamine. Un tatuaggio dell’uomo ragno evidentemente fatto da giovane e più in forma, che nel frattempo si è trasformato nell’uomo magno. Passa il pannocchivendolo e alza di qualche grado la temperatura, già molto elevata. È ora di andare, ci prepariamo mentre accanto a noi una famigliola mangia come se non ci fosse un domani. Ci aggiorniamo alla prossima settimana in attesa di racconti che arriveranno da altri luoghi.