Diari Toscani incontra Riccardo Tonello, da dieci anni Maestro della banda di Gaiole in Chianti, che ,anche quest’anno, è stata presente alla terza edizione del Chianti Natural Festival.
Il Maestro Tonello, originario della zona del Monte Argentario, dopo aver avuto modo di conoscere il territorio, se ne è innamorato fino a prendere la decisione di trasferirsi a Gaiole in Chianti, località in cui ha ritrovato in parte una serie di tradizioni e costumi molto simili alla sua terra di origine e la banda paesana fa parte di queste. “Portare la banda al Chianti Natural Festival è una delle occasioni rare per poter rivivere quello che era la banda una volta, ovviamente con aggiornamenti perché dobbiamo stare al passo con i tempi, però si rivivono quelle che sono le sensazioni e le tradizioni di una volta. La banda in passato era lo specchio di una comunità per cui era presente durante un funerale, durante la Santa Messa, durante la processione del venerdì. La prova della banda era il sabato sera, ed era l’apice dell’appuntamento settimanale, tutte le famiglie si radunavano nella sala prove, al termine della prova mangiavano e poi ballavano tutti insieme, era un’occasione di condivisione. Nel mio paese di origine sono riuscito a vivere quei momenti solo per un periodo limitato, ma i componenti della banda che sono più grandi di me li ricordano benissimo. Ciò che per noi ha rappresentato essere presenti al Chianti Natural Festival posso descriverlo con una parola: leggerezza perché ricorda un po’ un modo di vivere quasi scanzonato, anche se alla base ci sono dei valori che non si scalfiscono e che si tramandano di generazione in generazione: la cura per il mangiare, per il benessere, lo stare tutti insieme e condividere le tradizioni che arrivano dal territorio, dal terreno e da tutto ciò che ha fatto crescere queste zone dandogli una forte identità.”
Massimiliano Nannoni, suona il sax baritono ed è un componente della banda, per lui è motivo di orgoglio farne parte, e avere un famigliare che suonava nella banda era un onore. La passione per la musica per Nannoni nasce presto e a dodici anni ne entra a far parte, da allora sono passati 46 anni e ancora ne parla con entusiasmo e trasporto. “Le bande sono un patrimonio italiano da difendere a tutti i costi, come dice Riccardo Muti. Noi italiani ce lo abbiamo nel DNA specialmente in Toscana e in particolar modo a Gaiole. Il prossimo anno compirà 160 anni, un risultato straordinario, è una delle più vecchie d’Italia, e della Toscana. In passato le prove settimanali venivano annunciate da un tamburino che girando per il paese adunava i musicanti, e questa tradizione è andata avanti fino a quando non ci fu la guerra. Oggi non abbiamo più il tamburino, ma portiamo avanti la tradizione della banda che ha una storia più che secolare e confidiamo molto nei giovani che ne fanno parte. Noi siamo nati con la banda del paese che interveniva in tutte le manifestazioni, quindi da ateo e marxista mi sono preso qualcosa come 205, forse 206, processioni più che volentieri perché il dovere e la passione mi chiamano a partecipare.” Dice Nannoni che definisce questa manifestazioneil Festival del buon vivere e suonare nella banda è riscoprire, senza essere troppo vintage, un valore tradizionale, ma anche moderno che in qualche modo fa un po’ da argine a tutta l’esterofilia. “In fondo noi italiani siamo: santi, navigatori e musicisti! – ha esclamato, mentre davanti a noi si stende il panorama delle colline chiantigiane e alle nostre spalle corrono le antiche mura di cinta del paese intrise di storia – è fondamentale riscoprire la semplicità, tutti i mestieri, i talenti, le passioni. Rischiamo di perdere un patrimonio, una parte della nostra eredità sentimentale ed emotiva, in fondo la bellezza sta nelle cose semplici e camminare e suonare dentro questo villaggio per me è ritornare alla semplicità, ed è meraviglioso.”