Torna la fortunata rubrica “Libri d’Amare” di Selenia Erye: consigli pieni di vera passione per le storie e per la lettura della collaboratrice storica di Diari Toscani. Autrice lei stessa, con all’attivo già quattro libri, giornalista, autrice di cortometraggi, Selenia è una vera forza della natura, un concentrato di cuore e sensibilità senza filtri, senza strategie. Racconta solo quello che ama o che la colpisce nel profondo. Ecco perchè i suoi consigli di lettura sono preziosi. Se avete un libro da proporle, scritto da voi o che semplicemente avete amato e volete condividerlo, mandatelo o segnalatelo a Selenia e lo trovere nella rubrica Libri d’Amare.
Con l’arrivo della stagione estiva è giusto tornare alle belle abitudini e, allora, eccoci pronti a ripartire con “Libri d’Amare”, la rubrica dedicate alle letture sotto l’ombrellone. Il tempo da dedicare alle proprie passioni è fondamentale per vivere bene con se stessi e con gli altri. I libri ti permettono di vivere molte vite e di attraversare molte dimensioni. Calarsi completamente nella narrazione ti sottrae dalla realtà ed è come sottoporsi ad una terapia psicologica: in questo caso, sotto l’ombrellone con il sole ed il salmastro sulla pelle. Il profumo dell’olio di cocco e il chiacchiericcio del vicino passano in secondo piano, si è soli con le pagine scritte, con i punti e le virgole che scandiscono il tempo.
I libri capitano nella vita molto spesso in maniera del tutto casuale ed è così che è successo con il libro di cui parlerò in questo articolo: “La coda delle lucertole” di Alice Cervia. Pioveva, quel giorno e, mentre festeggiavo la giornata del primo maggio, cercando di ripararmi dalla pioggia battente, mi è stato proposto di presentare un libro. Ho accettato subito anche se di solito sono restia a queste cose, per timidezza. Ho iniziato a leggere le pagine ed in alcuni punti mi sono ritrovata ed è iniziata così la mia curiosità.
Ecco un estratto dal romanzo: “Ha ragione sua madre, i cimiteri le sono sempre piaciuti. Tutte quelle foto, tutte quelle storie. Non li ha mai visti come luoghi di fine, ma di nuovi inizi. Quei corpi lì sotto non li pensa “sepolti”, ma ‘seminati’ in attesa di ricominciare. Non una destinazione finale, insomma, ma un luogo di passaggio. Si sente a suo agio tra le lapidi e ci si muove fluida, come tra gli scaffali della sua libreria preferita”.
Proprio in queste parole mi sono sentita molto vicina alla protagonista, credevo di essere una delle poche persone a trovare conforto nei cimiteri, invece non è così. Vincenzina Montefiori ha ventitré anni, un padre malato di Alzheimer e si mantiene facendo ricerche genealogiche. Viene contattata da uno strano vicino di casa, Ruben, che le propone di rintracciare la famiglia di Mario, un clochard morto in solitudine nel 1997. Vincenzina non si fida di Ruben, il quale sostiene di essere un cacciatore di anime evase dall’aldilà. Tuttavia l’uomo dimostra di non aver mentito e lei, alla fine, decide di aiutarlo: ha così inizio un’indagine giocata sul filo della memoria, alla ricerca di un nesso che leghi una serie di morti misteriose. Una pista che sembra avere origine addirittura nel lontano Ottocento e che ruota attorno a un lanternista girovago parigino.
La coda delle lucertole è una storia breve e intensa, una finestra tra il mondo reale e ciò che non possiamo immaginare. Una pura esperienza weird.
La presentazione è andata molto bene, ringrazio ancora l’associazione Luna Mater per la possibilità che mi ha dato.
Un altro libro letto, un’altra storia conosciuta.
Leggetelo se vi va e fatemi sapere cosa ne pensate, io spero ancora che venga ripreso per avere più dettagli. Vedremo.
Se avete un libro da proporre scrivete alla nostra redazione: redazione@diaritoscani.it