prima parte
Plutone è il pianeta più lontano dal Sole, il più misterioso, il più conturbante, il più oscuro, nonché il più difficile da canalizzare in modo costruttivo. Ha una natura piuttosto sfuggente, enigmatica, ermetica, ambigua. Potremmo dire che, in estrema sintesi, rappresenta le radici più profonde, più nascoste, e per certi versi più inquietanti, dei nostri moventi, ossia di ciò che ci spinge a volere e ad agire in un certo modo. Il territorio di Plutone, in altri termini, sono le nostre pulsioni inconsce, quelle che da “sotto” ci governano e ci manovrano in modo quasi del tutto silenzioso. Rappresenta quindi, come l’inconscio stesso, tutto ciò che è nascosto, ma anche tutto ciò che ha potere, che domina, che governa, quindi il più grande potenziale da cui possiamo attingere: fonte di una creatività e di una ricchezza ben più ampie di quelle che possiamo trarre dal nostro “Io” consapevole e individuale. Come l’inconscio, è, al tempo stesso, sia la sede delle nostre fobie, delle nostre paure, dei nostri traumi e dei nostri blocchi più profondi, sia la sede del nostro più alto potenziale trasformativo e creativo. Non a caso questo pianeta è stato scoperto nel 1930, periodo in cui prendono piede le teorie psicoanalitiche di Freud e di Jung, e con loro l’indagine della cosiddetta “psicologia del profondo”. Questa sua natura ambigua: spaventosa, oscura e inibente da un lato, estremamente generativa, attraente ed evolutiva dall’altro, risulta già evidente nella mitologia antica da cui il pianeta trae il proprio nome. Per gli antichi Romani, infatti, Plutone è il dio dei morti e dell’oltretomba, e corrisponde a quello che i Greci chiamavano Ade, che tradotto significa letteralmente “ciò che non è visibile, che si nasconde”, ma anche “ciò che è oscuro”. D’altra parte, la parola Plutone deriva da “Plutos”, che significa “ricchezza”. Per indicare una società governata dai più ricchi, infatti, si usa spesso il termine “plutocrazia”. A tratti sembra quindi che esso incarni due divinità differenti, una che riguarda la ricchezza e la prosperità, e l’altra che riguarda l’oscurità, il mistero, le ombre e la morte. Ma a ben vedere questi non sono altro che due lati di uno stesso principio, due aspetti di questo affascinante e tenebroso pianeta. O forse sarebbe meglio dire, due punti di vista, che noi umani abbiamo, di fronte a quelle forze arcaiche e indomabili che risiedono nelle nostre profondità, che ci scuotono da dentro, e con cui facciamo fatica ad entrare in contatto. Già Platone diceva che la gente preferisce il termine “Plutone”, ossia “elargitore di ricchezze”, perché il termine “Ade” è molto più inquietante e spaventoso. E questa considerazione ci fa capire che in realtà stiamo parlando della stessa energia, dello stesso principio, che assume due nomi differenti, piuttosto che di due entità effettivamente distinte. Ciò che accomuna questi due aspetti, in ogni caso, è la profondità, è la loro natura “sotterranea”: entrambe le divinità infatti risiedono sotto terra, ed entrambe rappresentano una forza invisibile, nascosta, che per molti versi resta al di fuori del nostro controllo. Questa forza è sia distruzione che creazione, sia vita che morte. È Eros e Tanatos, per dirla in termini freudiani. È il sottosuolo dove vengono seppelliti i morti, la terra oscura che inghiotte nel suo ventre i corpi di tutti gli organismi in decomposizione, e al tempo stesso è il ventre che custodisce silenziosamente tutti i semi, tutti i potenziali di nuova vita. Del resto, è anche il luogo invisibile delle radici da cui tutti i vegetali traggono il proprio sostentamento, oltre che, di fatto, il posto in cui sono nascoste le gemme più preziose. Plutone è quel pianeta che ci spinge a scavare, ad andare a fondo, ad affrontare le nostre paure più profonde, perché proprio lì, nelle viscere della terra sono nascosti i nostri tesori più preziosi: proprio lì sotto, dove risiedono le nostre ombre e i nostri demoni interiori, ci sono anche le nostre risorse più potenti e più importanti.
L’energia di Plutone ci sprona quindi a scandagliare i luoghi nascosti della nostra psiche, dove seppelliamo tutte le cose che non vogliamo vedere, tutte le cose che ci fanno paura e che in qualche modo ci dominano, ci limitano. Il segno, ma ancor di più la casa, in cui si trova Plutone nel nostro tema natale, e gli aspetti che fa con i pianeti personali al momento della nostra nascita, ci parlano delle nostre principali paure, dei nostri blocchi, delle nostre ferite più profonde e spesso karmiche, e più in generale del modo in cui concretamente tenderemo a sperimentare la sua energia. Ci parla anche però dei nostri tesori nascosti, delle risorse più potenti e più preziose a cui potremmo avere accesso, se solo avessimo il coraggio di guardare in faccia i nostri demoni, se solo ci lasciassimo scavare in profondità. Proprio là dove fa più male. Si tratta probabilmente del pianeta più spaventoso e difficile da vivere, ma è anche quello che ci spinge ad una trasformazione più profonda. Una trasformazione che passa attraverso i nostri inferni personali. Del resto, Plutone è un pianeta che spinge verso il basso. E la parola “inferno”, tolta la sua connotazione religiosa, ha la stessa radice di “inferiore”: letteralmente indica una discesa, un andare verso il basso. Verso le nostre pulsioni più “basse”. Questa discesa ci pone infatti a contatto con i lati più infimi e più abietti della natura umana. Maneggiare l’energia di Plutone, in altri termini, può essere parecchio pericoloso. Per fare questo viaggio “infernale” serve una grandissima consapevolezza e maturità interiore. Qui vale a maggior ragione ciò che già abbiamo detto per gli altri due pianeti transpersonali: ossia che è il nostro livello di coscienza a determinare principalmente come verremo toccati e influenzati dalla energia di Plutone.
Basta rovesciare i termini, infatti, e da pianeta che scava e indaga in profondità per far emergere ciò che è nascosto, Plutone si trasforma nell’esatto opposto: diventa cioè il pianeta che ci rende estremamente abili nell’occultare qualcosa, nel nascondere, nel mentire. Nessun altro pianeta è così maestro nell’arte dell’inganno e della manipolazione. Tutto ciò che è occulto ha a che fare con questo pianeta: dalla magia all’esoterismo, che spesso può cadere nella sua versione più oscura. Plutone è anche il pianeta dei segreti, dei tabù, dell’osceno, della criminalità, del sadomasochismo, del gusto per il macabro, degli omicidi e di tutto ciò che è torbido, morboso, losco. Insieme a Marte, inoltre, è il pianeta della sessualità, laddove il pianeta rosso rappresenta una sessualità più fisica, più animale, più istintuale, più immediata e diretta, mentre Plutone rappresenta il lato più energetico, più mentale e più segreto della sessualità. Qui hanno sede appunto tutte le perversioni, le fantasie, le inibizioni, ma anche le correlazioni tra sesso e potere, ossia l’abilità di utilizzare l’energia sessuale per legare l’altro, per manipolarlo, per renderlo schiavo o per ottenere qualcosa. Qui troviamo anche la massima possibilità di penetrare in profondità nell’intimità del partner, sia a livello energetico che mentale, il che ovviamente predispone a tutta una serie di manipolazioni e di dipendenze, sia agite che subìte. Ma al tempo stesso, è solo grazie all’energia plutoniana, e a questa sua capacità di andare in profondità, di penetrare nelle viscere e nell’anima del partner, che la sessualità può divenire uno strumento di guarigione profonda, oltre che di trasmutazione alchemica.
continua…
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