A Fivizzano nella cornice del giardino del Palazzo Fantoni Bononi (Museo della Stampa) torna come ogni estate l’appuntamento con il LUNIGIANA CINEMA FESTIVAL. Cinema, Libri, Musica, Ambiente e Diritti Umani il 28, 29, 30 giugno, con tanti eventi, ospiti e appuntamenti imperdibili. E’ una manifestazione incentrata sulle tematiche dei diritti umani, dell’ambiente e sulla tutela e il rispetto per il territorio, con interessanti appuntamenti con registi, autori, scrittori e musicisti, proiezioni di cortometraggi, film, documentari, libri e concerti dal vivo che affrontano tematiche importanti e attuali. Patrocinato e realizzato grazie al contributo del Comune di Fivizzano che sostiene e promuove l’iniziativa e grazie all’impegno di Francesca Nobili, il festival è diretto dal regista Daniele Ceccarini e realizzato all’associazione Lunae insieme a Oreste Verrini e Virginio Sala di Passi Paesi e Parole, Arci Agogo di Aulla, e al patrocinio di Apuania Film Commission e l’associazione Benetti di Massa.
Inizierà Venerdì 28 giugno alle ore 18 con l’incontro con Adelmo Cervi, figlio di Aldo Cervi, uno dei sette fratelli Cervi trucidati dai nazifascisti nel ’43, che con Franco Zunino presentano il libro Io Adelmo Cervi: il ribelle dei campi rossi. Alle 21 inizierà la cerimonia di premiazione del Lunigiana Cinema Festival con la proiezione dei cortometraggi finalisti, fuori concorso e le menzioni speciali ai lavori più meritevoli. I cortometraggi finalisti che affrontano tematiche importanti e attuali, sono suddivisi nella sezione diritti umani, tema libero, ambiente e territorio verranno annunciati nei prossimi giorni.
Sabato 29 giugno il festival si apre con un incontro che si preannuncia emozionante e di grande ispirazione con il regista iraniano Fariborz Kamkari che presenta il libro “Ritorno in Iran” introdotto da Paolo Zammori. Il libro edito da La Nave di Teseo racconta di un quarantenne regista curdo-iraniano, apolide e diviso tra due mondi, che sta lavorando a Roma a un ambizioso film sull’immigrazione prodotto dal ministero per i Beni e le Attività culturali. Durante un incontro cruciale con la commissione che eroga i finanziamenti, pronto a ridiscutere il finale della sua opera – definito oltremodo pessimista – riceve una telefonata destinata a cambiare il corso della sua già travagliata esistenza. All’altro capo del filo c’è sua madre, che non sente da ventisette anni e che, l’ultima volta che l’ha vista, ha cercato di ucciderlo. Il ricordo del loro ultimo traumatico incontro piomba nel suo presente e lo invade. La voce della madre lo costringe a tornare nel suo Paese per fare i fatidici conti col passato prima che la morte impedisca a entrambi di ricucire quello strappo mai sanato che ha lasciato dentro di lui una cicatrice profonda e una scia di scelte sbagliate. Ma il ritorno in Iran si rivela molto diverso da come lo aveva immaginato: invischiato suo malgrado in un mondo di cui quasi non riconosce più le dinamiche, e come sospeso in un tempo surreale, il passato torna sotto forma di condanna, di circolo vizioso, dove anche i sentimenti più puri non trovano spazio e la verità, a lungo temuta e nascosta, si palesa in tutta la sua violenza beffarda e sconvolgente.
Alle 21 il regista Fariborz Kamkari presenta Il documentario “Essere curdo“, un importante documento visivo che testimonia la quotidiana lotta del popolo curdo contro l’oppressione dell’esercito turco. Un frammento vivente di epica contemporanea: uno spaccato dell’identità curda oggi. Il diario visivo della giornalista Berfin Kar scolpisce la memoria collettiva di ogni curdo.
Domenica 30 giugno il festival apre alle 18:00 con l’incontro con il biologo Gianluca Serra che presenta il libro “Salam è tornata”. Un giovane biologo italiano sbarca in Siria, quando era ancora un sonnacchioso paese dittatoriale travestito da repubblica, per prendere parte a un progetto di cooperazione internazionale. A Palmira compie una clamorosa scoperta scientifica, la cui notizia farà il giro del mondo. Questo libro racconta l’avventura di quella scoperta, l’entusiasmo e gli incredibili ostacoli alla salvaguardia dell’ultima colonia mediorientale di ibis eremita – una battaglia lunga dieci anni – ma anche quello che sta accadendo oggi attraverso le voci di Hakim e Mahmoud, due rifugiati palmirani che ce l’hanno fatta, o di Ayoub che è voluto restare, o di coloro che stanno attualmente cercando di passare il confine turco in frangenti drammatici. La Siria appena prima dello scoppio della guerra civile nel 2011, tra le tende dei beduini come sotto il giogo dei famigerati servizi segreti, dentro i lussuosi palazzi del potere come nelle sue strade polverose.
Alle 18.30, il professor Marco Benedetti (Università di Venezia) e il professor Nelson Marmiroli, presidente del CINSA (Consorzio Interuniversitario Nazionale per le Scienze Ambientali), e in collegamento la dott.ssa Rosanna Figna, presenteranno, insieme con Virginio Sala, “Come si crea un bosco”. Un incontro sulla restituzione a bosco di un terreno di 13 ettari, voluta da un’azienda molitoria e seguita da una équipe di scienziati: una buona pratica orientata alla sostenibilità che diventa anche un incubatore e un laboratorio.
Alle 21:15 Il regista Alessandro Negrini presenta il docufilm “La luna sott’acqua“, un film che esplora la tragedia del Vajont. Un viaggio visionario e poetico nel tempo di Erto, il paese sopravvissuto al più grande disastro provocato dall’uomo in tempo di pace: il disastro del Vajont. Un film sui vinti e sul loro indomabile canto, sul tempo e su una Natura che respira come una co-protagonista. Girato in 10 anni, il film si svolge in questo tempo e in questo luogo; un “docu-sogno” in bilico tra quotidianità e inconscio collettivo, tra cicatrici e realismo magico nutrito di mito, natura e antiche origini perdute. Un ritratto emozionale che si dipana sul crinale di una domanda: qual è il confine tra preservare la propria memoria e il bisogno di sopravvivere al dolore e ritrovare la speranza?