foto di Silvia Meacci
Compie centoventun anni il Tour de France. Esordì infatti nel 1903 e fu ideato per fini commerciali dal giornale sportivo francese “Auto-Vélo”. Géo Lefrève, giovane giornalista esperto di ciclismo, ebbe l’idea innovativa di organizzare una gara di sei giorni per sollevare interesse intorno all’evento e vendere più copie. La maglia gialla del vincitore deve il suo colore a quello del giornale. Per tradizione il tour è quasi sempre terminato a Parigi. Quest’anno la meta finale è Nizza perché a luglio nella capitale ci saranno le Olimpiadi. Il 29 giugno 2024 per la primissima volta il Tour prenderà il via dall’Italia e precisamente da Firenze e attraverserà Emilia Romagna e Piemonte. La prima tappa, dedicata a Gino Bartali, arriva a Rimini passando dall’Appennino tosco-emiliano e le coste dell’Adriatico, per un totale di 206 chilometri e 3600 metri di dislivello. Diverse le disposizioni per garantire la sicurezza dello svolgimento dell’evento. In particolare è stato previsto il posizionamento di otto defibrillatori lungo il percorso compreso tra Firenze e il valico dei Tre Faggi. Si tratta di apparecchiature DAE Heartsine samaritan® 500P, dotate di teca Rotaid Solid Plus e totem di due metri per permetterne individuazione.
La “Maillot jaune” 2023 Jonas Vingegaard mira alla terza vittoria consecutiva. Tra i rivali: Primoz Roglic, Tadej Pogacar, Mathieu van der Poel. Tutti ambiscono alle maglie del tour: la gialla, per la classifica generale, quella a pois, per il migliore scalatore, la verde, per la classifica a punti e la bianca per gli under 26. La Francia è la nazione che ha conquistato più maglie gialle, ben 36 volte, ma l’ultima vittoria risale al 1985. Il primo italiano in assoluto a vincere nel 1924 la Grande Boucle ( “Grande boccolo”, per descriverne il percorso contorto) fu il veneto Ottavio Bottecchia, chiamato “Muratore del Friuli”, che tenne addosso la maglia gialla ininterrottamente dal primo all’ultimo giorno della corsa. Gino Bartali vinse nel 1938 e nel 1948, Coppi nel ’49 e nel ’52, e, a seguire, negli anni sessanta, Gastone Nencini e Felice Gimondi. Nel 1998 ottenne la maglia gialla Marco Pantani e dieci anni fa Nibali.
A Firenze in Piazza della Repubblica campeggia un grande display per contare i giorni che mancano alla Grand Départ. La città si sta colorando di giallo con bandierine, decorazioni, maglie gialle. Il 27 giugno al Piazzale Michelangelo avverrà la presentazione delle squadre. Nelle tre regioni toccate dal Tour sono state organizzate aperture straordinarie di musei, manifestazioni ciclistiche o ciclopasseggiate. Vi piacerebbe farvi una foto con il trofeo della “Grand Départ”? Fino al 27 giugno a Torino, nell’atrio del Grattacielo della Regione lo trovate esposto lì per la gioia degli appassionati. Ma potrete rincorrerlo perché sarà visibile in una mostra itinerante. Il 30 giugno la seconda tappa dedicata a Pantani arriverà a Bologna. Sarebbe bello seguire le orme del tour programmando una piccola vacanza ciclistica, no? Ilprimo luglio fatevi trovare sotto la Mole antonelliana, a Torino. Il tour arriverà anche lì. In Toscana a Ponte a Ema Il Museo del ciclismo Gino Bartali sarà aperto dal 17 al 30 giugno con orari più estesi, laboratori per bambini e visite guidate.
In onore del grande campione toscano sarà possibile visitare il “Memoriale delle deportazioni”, in viale Giannotti 81 a Firenze, aperto eccezionalmente dal 22 al 30 giugno con visite guidate e gratuite. Il nome di Bartali appare sul muro dei giusti a Gerusalemme, infatti il suo nome non lo si ricorda solo per lo sport. Legato all’arcovescovo Dalla Costa, lavorò come corriere per la Resistenza, trasportando in bici documenti che furono utili per salvare tanti ebrei.
Per i due musei fiorentini la prenotazione è obbligatoria: info@musefirenze.it