Pareidolia è una parola che ho già usato altre volte e sta ad indicare quel fenomeno a causa del quale crediamo di riconoscere nelle forme della natura oggetti, persone, cose che in realtà non possono essere lì. Faccio un esempio classico: le nuvole a volte assumono forme che ci fanno credere di vedere visi o oggetti che lassù in cielo non potrebbero stare davvero. È un gioco che da piccoli abbiamo fatto chissà quante volte e a dire il vero qualcuno, me compreso, ama fare anche da grande. Le forme delle nuvole, le macchie nelle piastrelle (ricordate la storia della mascella?) le ombre nel bosco e chi ha più fantasia, più ne vede. In antichità la faccia della Luna, che è sempre la stessa, dava l’idea di mostrare un viso ispirando addirittura una delle scene più famose del bel film di Melier di inizio novecento intitolato “Viaggio nella Luna”. Per gli antichi Maya, le macchie formate dai crateri lunari, davano più l’idea di formare la sagoma di un coniglio, tanto da includere l’animale in quel complesso sistema di conteggio del calendario proprio della loro cultura ed anche la mitologia cinese, vedeva quell’animale raffigurato sul nostro satellite. Un poco famoso, ma giovane e tanto bravo, cantautore italiano, Lucio Corsi, ne fece una canzone intitolata “La lepre”. Insomma sono sicuro che se vi metterete a cercare in rete troverete un sacco di cose interessanti, compresa quella teoria, secondo cui, la Luna non è altro che il riflesso della Terra su una sfera di plasma.
La teoria è un po’ intricata e la mia ricerca non è stata facile, ma, alla fine, seguendo le spiegazioni di un tizio di cui non ho compreso il nome, penso di potervela spiegare, quindi: attenzione. Immaginate la Terra come una sfera (e fin qui…) che, però, è avvolta, o, se preferite, è inserita in un’altra sfera fatta di plasma. Idealmente, per farvi capire, l’immagine è un po’ come quella di un tuorlo d’uovo all’interno dell’albume. Ora il sole colpisce con i suoi raggi la superficie della Terra che li riflette e questi vanno a formare sulla parete della sfera di plasma un’immagine rotonda che, indovinate un po’, è quella che comunemente chiamiamo Luna. A questo punto le teorie si dividono, una dice che le macchie visibili sulla superficie lunare, altro non sono che la rappresentazione dei continenti e dei mari: quindi una sorta di gigantesca cartina geografica riflessa, pure se i confini tra terra e acqua non coincidono nemmeno dopo la sesta birra. La seconda teoria invece, un po’ più macchinosa, parte dalla domanda che un attento osservatore potrebbe farsi, notando la mancanza di particolari riguardanti mari, fiumi, foreste. Ma a tutto c’è una spiegazione: dobbiamo pensare che la Terra sia mille volte più grande di quanto ci insegnino a scuola e soprattutto piatta ed ecco che sulla Luna apparirebbero una serie di mondi riflessi, uno accanto all’altro, più o meno in corrispondenza di ogni cratere visibile ad occhio nudo. Questo spiegherebbe anche l’esistenza di altre Terre dove la specie dominante non è più quella umana, ma quella rettiliana, insettiana e via discorrendo. Inoltre, tutto questo ragionamento confermerebbe l’insolita militarizzazione dell’Antartide, posta a limite invalicabile tra i vari mondi perché le elite mondiali non vogliono che si scopra questo grande segreto. Che poi chi siano queste élite, devo ancora capirlo.
In questa stupefacente ricerca ho scoperto anche che il Sole e la Luna non sono in realtà rotondi, ma hanno una forma lineare: noi li percepiamo rotondi solo perché le nostre pupille sono rotonde e direi che come ragionamento non fa una piega. Per me, sarebbe stato anche abbastanza, ma, mentre scrivevo, mi è sorta un’altra domanda: le fasi lunari, come possono essere spiegate? La mia curiosità ancora una volta mi ha messo nei pasticci, ma, in aiuto, è arrivato un video che tuttavia, invece di semplificarmi la vita, me l’ha complicata ancora di più. Comunque tenterò di spiegare il fenomeno così come l’ho inteso.
Immaginate di essere voi all’interno di una sfera di plasma, immaginate di ruotare come se foste seduti su uno di quegli sgabelli da bar che ruotano senza fine: di fronte a voi vedreste un’immagine riflessa che scorre, tipo un film. Se a questo simpatico quadretto aggiungeste una fonte di luce fissa, dall’esterno si vedrebbe il vostro volto illuminato prima totalmente e poi parzialmente, che riflettendosi dentro alla sfera di plasma, darebbe come risultato l’effetto delle fasi lunari. Tutto ok? Direi di no, perché la Luna cambia forma e aspetto in un ciclo che dura circa un mese, mentre voi, sul vostro sgabello otterreste lo stesso risultato solo in 24 ore. Come è possibile tutto ciò? A questo punto il nostro divulgatore scientifico di riferimento chiama in causa nientemeno che Einstein e la teoria della dilatazione del tempo. La spiegazione non è molto chiara, forse sarò io che sento davvero il bisogno di cominciare a bere qualche birra, non saprei, ma prendetela per come ve la dico: grazie a questa teoria si può stabilire che il riflesso della Terra (quello che scambiamo per Luna) è trenta volte più lento della velocità di rotazione della Terra stessa per cui, siccome il nostro pianeta, che ha 5 miliardi di anni, facendo due rapidi conti, quello che noi vediamo in cielo non è un satellite che vive una sua vita propria, ma è il riflesso del nostro pianeta così com’era 170 milioni di anni fa. La mancanza di somiglianza tra i confini terra acqua, non è dovuta quindi al grado alcolico della birra, ma al fatto che stiamo guardando l’immagine del nostro pianeta quando i continenti erano ancora uniti a formare la Pangea.
Quando io ho iniziato le scuole superiori, parliamo degli anni ’80 del secolo scorso, ci affacciavamo al mondo dell’informatica; di lì a poco i personal computer avrebbero invaso le case di tutti, non parliamo poi di quella seconda rivoluzione avvenuta poco più di vent’anni dopo, con l’avvento dei cellulari e chissà ancora succederà ora con l’Intelligenza Artificiale. Si diceva che i computer avrebbero modificato radicalmente la vita di ognuno di noi, rendendoci più indipendenti, più avanzati, più intelligenti. Ecco: se i risultati sono questi, allora preferisco andare a vivere in una caverna in compagnia di un cane e qualche pecora, che sicuramente, saprebbero intrattenermi con ragionamenti più sensati di questi e al massimo potremmo discutere di come diavolo abbia fatto quel coniglio a saltare fin sulla Luna.